Lunedì sera è venuto a mancare Antonio Valiante all’ospedale di Vallo della Lucania, dove era stato ricoverato d’urgenza in condizioni gravissime. La notizia si è diffusa con la velocità del lampo ed è cominciata fin da subito, ed è durata per tutta la giornata, la processione di stima e d’affetto da tutti i paesi del Cilento. Anch’io come tanti sono stato informato da comuni amici che hanno seguito le condizioni dell’uomo politico ricoverato in sala di rianimazione, dove per ore i medici lo hanno seguito fino a sera inoltrata, quando ne hanno comunicato ufficialmente il decesso.
La notizia mi ha lasciato senza parole. Conoscevo Antonio dai lontani anni del 1959, quando, ancora giovani, ci demmo entrambi alla vita politica, lui, giovanissimo sindaco di Cuccaro si iscrisse alla Democrazia Cristiana, io,reduce dalla lotta per l’occupazione dei latifondi nella Piana di Paestum, con nella mente e nel cuore gli ideali della giustizia sociale, mi iscrissi al Partito socialista italiano. Lui fanfaniano sostenne D’Arezzo; io nenniano seguii Vittorio Martuscelli. E nel corso di 70 anni e passa abbiamo militato con coerenza e senza tentennamenti o sbandamenti restando ancorati ai nostri ideali politici, democristiano lui. Socialista io.
Ci univa la comune origine cilentana ed abbiamo fatto numerose battaglie insieme per la nostra comune terra cilentana, sfruttata ed emarginata. Abbiamo animato dibattiti da posizioni politiche diverse, ma uniti dalle stesse trincee in nome e a difesa dello stesso popolo sfruttato. Facemmo insieme una battaglia per la istituzione del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo del Diano e la vincemmo, lui come deputato al Parlamento, io come membro del Comitato centrale del PSI insieme a Carmelo Conte. Che deputato al parlamento prima, diventò, poi, Ministro della Repubblica.
In quella tornata elettorale Antonio non fu rieletto, pagando lo scotto per una battaglia generosa a difesa del Parco, contro il quale si scagliava la canea dei pastori e dei contadini, che costituivano il bacino elettorale tradizionale di Antonio. Si rifece alle elezioni regionali quando fu eletto con una marea di voti. E fu nominato vicepresidente della Giunta regionale con la delega al Turismo. Riprendemmo la nostra collaborazione, anche perché l’evoluzione della politica ci portò a militare insieme nel PD e ci ritrovammo a combattere per gli stessi ideali nel nome del riformismo cattolico lui, sociale socialista io. E ci incontrammo per i paesi della Divina Costa d’Amalfi, dove godemmo insieme della stima, di sindaci ed assessori della Costiera Amalfitana e di quella cilentana.
Ricordo il suo entusiasmo per il Gustaminori e per Il PREMIO DI LETTERATURA ENOGASTRONOMICA “MINORI/COSTA D’AMALFI, organizzata per circa 29 anni da Andrea Reali, sindaco di Minori e dell’Omaggio a Salvatore Quasimodo nel Centenario della Nascita, organizzato da me in nome e per conto dell’Azienda del Turismo di Amalfi, con un mese e passa di letterati, poeti, e ben cinque Premi nobel della Letteratura. Antonio Valiante era lì presente ad incoraggiarci con le necessarie risorse economiche stanziate dalla Regione. Siamo stati vicini con amicizia sincera e reciproca stima, anche negli ultimissimi anni, quando ci sentivamo spessissimo per telefono o anche in lunghe chiacchierate scambiandoci opinioni sulle tormentate vicende politiche dell’ultimo ventennio.
Ora la tua voce si è spenta per sempre, ma vive il tuo ricordo per il magistero della tua esperienza che mi aiuterà a vivere e a combattere fino a quando le forze mi reggeranno. Che la terra ti sia lieve, mio amico e compagno di battaglie generose.
E di lassù, a cavallo di una nuvola, conservami un posto. Prima o poi ti raggiungerò e continueremo a dialogare con amore per il futuro della nostra bella terra. Il Cilento, dei miti, degli eroi e della bellezza.