di Diodato Buonora
Le birre artigianali continuano ad essere di moda. Anche i ristoratori più scettici si sono dovuti adeguare e le hanno inserite nelle loro proposte. Addirittura, sono nati dei locali dove vengono servite unicamente birre artigianali provenienti da ogni angolo d’Italia. Questo anche perché ogni birrificio ha le sue ricette e produce delle birre diverse e particolari. Sappiamo bene che la birra è una bevanda molto antica che con il passar del tempo è diventata la bevanda alcolica d’eccellenza per l’estate, sia per la sua bassa gradazione che per la facile beva. Ora, con l’avvento delle birre artigianali, si sta registrando un vero boom. Oggi, nel nostro paese esistono oltre 1000 birrifici del genere, tutti di qualità, anche se ognuno conserva la propria identità. Ad aprile è uscita in tutte le librerie la “Guida alle Birre d’Italia 2017” edita dalla Slow Food che, con cadenza biennale, la pubblica per la quinta volta. Per farvi capire il successo di questo fenomeno, i birrifici presenti sulla guida sono passati dai 331 del 2015 ai 512 della guida attuale. Le birre recensite, invece, sono passate dalle 1.662 alle 2.708. Cifre che parlano da sole e non hanno bisogno di commenti. La guida ha premiato con la “chiocciola” 25 birrifici, e tra questi notiamo con piacere la presenza del Birrificio dell’Aspide di Vincenzo Serra. Questo riconoscimento viene dato a quei birrifici che piacciono in modo speciale ai curatori della guida, per la qualità e la costanza delle birre, per il ruolo svolto nel settore birrario nazionale, per l’attenzione al territorio e all’ambiente. Un grande riconoscimento per il mastro birraio rocchese se pensate che è stato assegnato unicamente a 2 birrifici della Campania sui 27 recensiti. Sulla guida, le migliori birre hanno avuto tre categorie di premi: “Birra Quotidiana” (birra di grande qualità organolettica che ha come caratteri principali equilibrio, semplicità e piacevolezza), “Birra Slow” (birra che oltre ad essere eccellente per valore organolettico è in grado di emozionare, perché racconta la storia di un territorio, di un birrificio o di un birraio) e “Grande Birra” (birra di assoluto valore organolettico, da non perdere). Nelle rispettive categorie sono state premiate 152 Birre Quotidiane, 58 Birre Slow e 172 Grandi Birre. Vincenzo Serra con il suo Birrificio dell’Aspide di Roccadaspide è riuscito a conquistare 4 riconoscimenti (su 382): la “Blonde” è stata premiata come Birra Quotidiana, la “Belle Saison” come Birra Slow, la “Gairloch” e la “Zarina” come Grande Birra. Veramente un bel risultato, perché è il frutto di una persona che lavora sodo con impegno e serietà, guardando sempre avanti. Anche se non si capisce perché, pochi ne parlano. Chi vive il mondo del “mangiare e bere” sa che Vincenzo, con la qualità e la professionalità, è riuscito a bruciare tutte le tappe. Non si parla (o si scrive) di birra artigianale in Campania se non si cita il birrificio dell’Aspide. Ecco cosa dice la guida sul protagonista di questo importante risultato: “Vincenzo Serra subisce il fascino della birra artigianale nel 2000, durante il Salone del Gusto. Da quel momento, prima come home-brewer, poi come assistente birraio in un birrificio a Cracovia, comincia il percorso di formazione che lo porterà ad aprire, nel 2011, il birrificio. Le competenze sulla gestione dei lieviti e lo studio continuo delle tecniche brassicole permettono a Vincenzo di produrre birre di grande carattere”. Mentre sulle birre dice: “Le produzioni di Vincenzo, tutte ad alta fermentazione, pur ispirandosi a stili birrari di origine anglo-sassone e belga, rispecchiano la sua forte personalità e sono riconoscibili per il carattere complesso e la bevuta facile. Oltre alle etichette classiche, hanno preso forma altre due birre: la Zarina e la Belle Saison. Quest’ultima utilizza un lievito ottenuto da mele cotogne del proprio giardino, poi elaborato in laboratorio”. Che aggiungere? Complimenti.
Birrificio dell’Aspide, Via dei Casalini 109, Roccadaspide. 0828.1991392 – www.birificiodellaspide.it