In conseguenza alla diretta Facebook di “Uniti per il vino”, coadiuvata da Angelo Zarra e avvenuta ieri 26 marzo nel tardo pomeriggio (dove si è materializzato un appassionante dibattito tra esponenti dell’amministrazione comunale di Capaccio Paestum, tecnici e imprenditori sul momento economico difficilissimo causato dal coronavirus) abbiamo deciso di approfondire alcune tematiche di carattere scientifico con uno dei partecipanti al dibattito. Abbiamo così contattato telefonicamente il Dott. Alfredo Rossi, Direttore Sanitario della Salvamento, per chiarire alcuni aspetti specifici riguardo ad alcune fattispecie circostanziali che potrebbero veicolare il virus anche in acqua salata. Al dottore abbiamo dunque chiesto se la presenza di reflui zootecnici possa in qualche modo influire sulla capacità di trasmissione anche in acqua salata e se l’urina potrebbe rappresentare un vettore altrettanto importante. Il dottore ha tenuto subito a chiarire che le varie ipotesi di contagio in acqua , e in particolar modo in mare, sono da ritenersi puramente come supposizioni logiche cautelative. Siccome non c’è ancora una letteratura chiara che fornisca una controprova sul campo. Per quanto riguarda i reflui zootecnici, non essendo cellule vive, è improbabile che possano veicolare o conservare il virus in acqua. Anche se non ritiene comunque conveniente immergersi lì dove si verifichino fenomeni di sversamenti. Mentre l’urina, ha precisato il dottore, rappresenta un vettore di trasmissione anche in acqua, ma la carica virale risulta essere molto debole. Ci sono comunque circostanze che il dr Alfredo Rossi ritiene ad alto rischio, come nuotare vicino ad altri utenti presenti in acqua poiché i muchi e la saliva, nella sfortunata ipotesi che contengano particelle del virus e se il contatto avvenisse in tempo reale, possono rappresentare un vettore importante di trasmissione.
Inoltre in condizioni di mare agitato, e quindi con un forte vento che da mare concentra l’aria sulla spiaggia, secondo quelle che sono le ipotesi scientifiche, è molto probabile che se vi siano particelle di covid nell’aria queste si concentrino a tal punto da essere infettive. Quindi in condizione di mare calmo con vento debole è molto più sicuro rispetto ad una condizione di vento forte. Soprattutto Ponente o Maestrale (nel nostro caso specifico). I fattori che comunque dissuadono il virus dalla trasmissione in acqua e al mare sono: i raggi ultravioletti (UV), la presenza di correnti marine e la salinità dell’acqua.