La sedentarietà fa male anche al nostro fegato. Un nuovo studio coreano mostra una associazione diretta tra la sedentarietà e la steatosi epatica non dovuta al consumo di alcol: anche il fegato di chi non eccede con le bevande alcoliche risente dell’immobilità prolungata diventando maggiormente esposto al rischio di accumulo di grasso. Questa condizione, chiamata steatosi epatica non alcolica (NAFLD) o fegato grasso non alcolico, è caratterizzata da un ampio spettro di lesioni dell’organo, aumenta il rischio cardiovascolare e in alcuni pazienti può anche evolvere verso patologie epatiche più gravi, con una fase infiammatoria definita steatoepatite non alcolica (Non Alcoholic Steato-Hepatitis, NASH) fino alla fibrosi, alla cirrosi e al tumore.
La steatosi epatica non alcolica ha un’incidenza del 20-25% nella popolazione italiana generale, ma sale fino anche al 90% nei soggetti obesi, e ne soffrono dal 15 al 25% dei bambini. Secondo le stime è la causa più frequente di malattia cronica epatica.
Lo studio ha coinvolto oltre 140 mila coreani adulti, che sono stati monitorati per un periodo di 33 mesi, registrandone il tempo speso seduti e l’attività fisica compiuta, lo stile di vita e lo stato del fegato. I ricercatori hanno così riscontato un legame tra le ore trascorse seduti e la prevalenza della NAFLD. Tale associazione è stata osservato anche nei pazienti coreani tutt’altro che sovrappeso, con un indice di massa corporea inferiore a 23.
Le più recenti linee guida relative alla salute pubblica affermano che bisognerebbe dedicare 150 minuti all’ esercizio moderato a settimana o 10.000 passi al giorno sulla base degli orientamenti per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari.
Il corpo umano è progettato per muoversi, e, quindi, non è una sorpresa che il comportamento sedentario e la ridotta attività muscolare influenzano negativamente la fisiologia. I risultati di questo studio sottolineano la crescente evidenza dell’importanza di ridurre il tempo sedentario, aumentando l’attività fisica per prevenire malattie croniche e morte prematura. Ridurre i tempi di seduta potrebbe avere un impatto sostanziale sulla salute metabolica del fegato nella popolazione generale.