È sabato 24 giugno, si festeggia S. Giovanni Battista.
A Vallo della Lucania si insedia il nuovo vescovo, Don Vincenzo Calvosa, nominato in sostituzione di sue Eccellenza Ciro Minieri chiamato a reggere l’arcivescovato di Taranto. Gina, mia moglie andrà a seguire la cerimonia al seguito di Don Cosimo Cerullo, parroco di Roccadaspide, che ha organizzato un bus.
A Perdifumo, c’è la gara podistica alla quale sono iscritto con un nutrito gruppo dell’A.D. Sporting Calore.
In serata, io e Gina, raggiungeremo Piaggine per passare lì: prima in pizzeria e la notte nella mia casa in via G. Ricci. Domenica 25 giugno, poi, si è programmato di risalire uno dei tanti sentieri che segnano il versante nord del Cervati; per rientrare in serata a Roccadaspide.
Usciamo insieme per incontrare il bus della ditta Pazzanese, a Fonte … ecco il primo imprevisto: il bus tira dritto e non si ferma! Don Cosimo ha dimenticato di avvisare l’autista. Lo raggiungiamo poco più avanti dopo una telefonata per avvisare dell’equivoco.
Seguo il bus fino a dopo Agropoli dove ci separiamo ognuno con la propria tabella di marcia. Non sono ancora arrivato a Perdifumo, che Gina mi avvisa di un guasto al pulmino a pochi Km da Vallo! Il gruppo è in attesa di risolvere il problema … sarà la ditta di Sarraino, anch’essa di Roccadaspide, a “correre” in aiuto dei “pellegrini”.
Intanto, io indosso la casacca della squadra e mi avvio verso la piazza da dove avrà inizio la gara. Incontro subito i compagni di squadra che mi hanno preceduto. Insospettito dai pochi atleti presenti, chiedo conferma che la gara avrà inizio alle 18:00; la risposta che, al contrario il via sarà dato alla 19:00 …
Mi rendo subito conto che i tempi che mi sono dato per riunirmi a Gina in tempo per seguire parte delle celebrazioni a Vallo sarebbero saltati: sarei arrivato alle 21:30, ampiamente dopo la conclusione delle funzioni religiose …
Decido, malincuore, di abbandonare il campo di gara e parto per Vallo d. L. dove arrivo in tempo per vedere il nuovo vescovo che esce dalla cattedrale che, preceduto da un centinaio di prelati e una decina di vescovi, si avvia verso la piazza gremita di fedeli, autorità e curiosi che lo attendono per assistere alla “messa” solenne che celebrerà di lì a poco.
Piazza Vittorio Emanuele II è pronta ad accogliere festante Don Vincenzo Calvosa! Le delegazioni, arrivate da ogni angolo della diocesi ed anche dalla Puglia, hanno posti assegnati nello scacchiere in cui è suddivisa la piazza. Sindaci e autorità varie in prima fila e i gonfaloni dei comuni schierati sopra i portici che sovrastano la piazza si “affacciano” per non perdere nulla dello spettacolo che scorre nella spianata sottostante. Sul palco sono schierati i vescovi, tra questi Ciro Minieri il predecessore di CAlvosa, e diaconi pronti a concelebrare la Santa Messa. Ad accompagnare con canti liturgici il coro di Vallo integrato da soggetti provenienti da altre parrocchie. Più distanti, fuori dalle transenne, ma senza soluzione di continuità, altra gente che osserva, passeggia, siede davanti ai bar, discute animatamente …
Minieri introduce il nuovo vescovo Calvosa facendo un puntiglioso elenco di quanto è stato fatto sotto la sua reggenza: è una sorta di lascito … Calvosa, nella sua omelia, mette in chiaro che lui “sarà la voce, ma Dio sarà la Parola” …
Mi ricongiungo con Gina che è intenta a discutere animatamente con Antonella Carrato, titolare dell’omonimo brand di negozi di scarpe con sedi a Vallo, Sapri, Agropoli e Palinuro …
Finita la funzione, decidiamo di proseguire il nostro “andare” per Piaggine …
Risaliamo fino a Stio passando per Pellare, Moio e facendo una sosta sulla “Retara” dove è stata realizzata una rotonda, degna di miglior vita. È qui che la “strada del Parco” dovrà tuffarsi verso Campora per accorciare i tempi di percorrenza fino a Ponte Rotto, nel comune di Laurino.
La vecchia e gloriosa ex statale 488 dello Scaravello, una delle ultime ad essere stata asfaltata, ci traghetta fino al ponte dove incrocia la SP11d che risale la Valle del Calore fino a Laurino e Piaggine per puntare sul Vallo di Diano fino a Teggiano. Da qui si sale fino a Laurino e, in contrada S. Antonio, tiriamo dritto fino a Valle Dell’Angelo. Scendiamo in via lungo Calore e ci fermiamo all’Uorto, un ristorantino poggiato sulla riva destra del fiume. Due pizze, due birre e poi dritti a Piaggine passando per la contrada Tempa. Parcheggiamo in via Europa, dove si stende il bel campo sportivo e, finalmente arriviamo a casa per il meritato riposo.
La mattina ci svegliamo con l’idea di rispettare almeno il programma della domenica: risalire un sentiero verso il Cervati! Ma, ancora una volta, il “programma” subisce un sostanziale cambiamento …
Sull’uscio, scambiamo un po’ di convenevoli cona Anna, Ersilia e la madre di quest’ultima, Anna anche lei.
Facciamo colazione al bar Cavallino, da Renato; compro il giornale da Franco Mastrandreauna, una puntata al forno di Giuseppe Chiacchiaro e poi torniamo a casa per mettere un po’ in ordine sia all’esterno (io) sia all’interno (Gina)!
Intorno a mezzogiorno passano Enza e Marcello, i genitori di Fabiano venuti per dare acqua all’orto piantato per accontentare Sara, la futura sposa del figlio.
La mattinata scivola lenta, ma inesorabile, verso mezzogiorno … è a questo punto che mi trona in mente di avere qualcosa da fare … completare il progetto di coprire di corsa la distanza da Piaggine a Ponte di Calore, nel comune di castel San Lorenzo.
Per la verità, si tratta di un’idea lasciata a metà in quanto, due anni fa, avevo già corso da casa mia, a Fonte di Roccadaspide, fino a Ponte di Calore, appunto.
La giornata non è la migliore per coprire una distanza considerevole di 18 Km che separa Piaggine dal mio obiettivo, ma ormai ho deciso di tentare …
Un pasto leggero e un riposino pomeridiano mi danno la carica per partire verso le 15:30. Porto un po’ bagagli per depositarli nel bagagliaio dell’auto, vesto i pantaloncini, inforco le scarpe che abitualmente uso per correre e poi mi avvio verso la contrada Patri che un tempo era il luogo più frequentato dalla mia famiglia: lì avevamo la vigna, l’orto e un uliveto!
Mi farà compagnia “Ad alta voce”, il programma di Radio tre della Rai che offre una nutrita antologia di audio libri e molto altro.
Scelgo e avvio l’ascolto di un libro scritto da Gianni Rodari, un autore che ha fatto la storia della letteratura moderna dedicata ai bambini … “C’era due volte il Barone Lamberti”.
Risalgo in contrada “Chiova”, mi immetto su via Madonna delle Grazie e, con un certo “timore” mi interrogo su come il mio fisico reagirà al caldo: sull’orologio il termometro segna 30° e più …
Oramai il dado è tratto e mi lascio andare a ricordi che riguardano luoghi e persone che, nei tempi andati, hanno accompagnato la mia esistenza di bambino e poi di giovane studente iscritto all’istituto magistrale di Piaggine.
Dopo l’ultima salita che copre i 500 m di strada dall’incrocio con la strada che proviene da Laurino e porta davanti al cimitero di Villa Littorio, mi si apre il cuore perché so che, più avanti, mi aspetta un lungo tratto di discesa fino al ponte sul fiume Sammaro.
Attraverso il paese che un tempo era comune autonomo, aggregato a Laurino in epoca fascista, e mi lascio andare senza badare a stanchezza e tempi di percorrenza. Il borgo è addobbato a festa perché San Giovanni è il patrono del paese … all’ora del mio passaggio sono pochi i “fognesi” in strada … solo i titolari dei due bar che si affacciano sul “corso” “spiano” il passaggio, commiserandolo, del podista che passa correndo.
Superato il centro abitato, allungo lo sguardo sul monte Motola che si alza di fronte, scendo a scrutare in ponte costruito negli anni ’60 del secolo scorso, che riunì in un unico destino comunità per secoli separate; già pregusto l’arrivo alla fontana che dispensa acqua fresca a volontà; intanto bevo la riserva che mi porto dietro.
Non faccio complimenti e mi bagno abbondantemente … riprendo la corsa lasciando andare le gambe e l’intero corpo all’influenza della forza di gravità che mi trascina a valle. Intanto, il Barone Lamberti tenta di tenere a bada, con vari trucchi, i banditi che lo tengono in ostaggio nel suo palazzo/castello sull’isola di San Giulio su lago D’Orte …
Non faccio in tempo ad arrivare al Sammaro, che sento la voce di Ginetta che, raggiuntomi in auto, mi interroga sulla mia capacità di tenuta. La prego di aspettarmi all’incrocio con la strada intitolata a Salvatore Valitutti che porta a Bellosguardo.
Procedo senza troppi tentennamenti, anche se gli 8 Km percorsi cominciano a farsi sentire … chiedo ancora a Gina di andarmi ad aspettare al Ponte Sette Luci … lei, bonariamente acconsente, con un cenno della testa.
La bretella che accorcia le distanze dal Ponte Sette Luci a Bellosguardo non concede pause allo spadroneggiare del sole; il Sammaro che corre alla mia sinistra è troppo distante per far sentire qualche effetto refrigerante.
Mi metto in atteggiamento resiliente e affronto la “rosolata” striscia di asfalto … Intanto, il Barone Lamberti muore a causa dell’improvvisa sospensione delle “attività” organizzate in soffitta per renderlo giovane e forte (sei dipendenti, ben retribuiti, si alternano a ripetere, senza soluzione di continuità, il suo nome…)
Già prima di arrivare all’appuntamento con Ginetta previsto sul “Ponte Sette luci” che scavalca il fiume Fasanella, ho deciso che andrò di corsa fino a Ponte di Calore, per chiudere con successo l’impresa. Sono gli ultimi 4 Km, buona parte all’ombra, che mi daranno la soddisfazione di portare a termine il “lavoro”. Gina, rassegnata, mi fa cenno che non aveva dubbi …
Sono nel territorio di Aquara, il tratto è tortuoso ma pianeggiante ed è il “campo di allenamento” di molti amici della Sporting Calore. Li sento nell’aria, li vedo accompagnarmi nelle curve, li immagino mentre cambiano il ritmo … sono contento di essere entrato nel club dei corridori che si allenano lungo il Fasanella prima che vada a confluire nel fiume Calore che nasce su un fianco della “Festola”, una zona del monte Cervatello che è situato nel comune di Piaggine, da dove sono partito poco meno di due ore prima.
Intanto, la storia raccontata in “C’era due volte il Barone Lamberti” volge al termine … (il Barone, deposto nella bara, scortata dal corteo costituito da un centinaio di barche che l’accompagnano dall’isola ad Orte, durante il suo funerale si sveglia grazie alle migliaia di persone che lo nominano … e rinasce a nuova vita!)
Io, invece, arrivo sul ponte che scavalca il fiume Calore, ingrossato dalle acque del Sammaro e del Fasanella, ancora in grado di tenere il passo … vedo Gina che mi viene incontro per fotografarmi, le passo davanti salutandola e, consapevole di aver fatto una cosa bella per il mio amor proprio, mi fermo al centro del ponte per scattare due foto al fiume: una verso il monte da dove è partito (Cervati) e l’altra verso valle dove l’aspetta l’abbraccio con il fiume Sele.
Insieme procederanno fino al mare … quel tratto di fiume fu risalito dalle navi senza chiglia con le quali i Greci risalirono fino a Cerrelli dove crearono un porto …
Quel tratto di fiume segnò per centinaia di anni il confine tra la civiltà Etrusca e quella della magna Graecia.
A Roccadaspide, offro un gelato a Ginetta per farmi perdonare di aver “forzato” la mano approfittando della sua disponibilità … di fermiamo da Portobello; pochi istanti dopo arriva anche don Cosimo Cerullo a chiudere il cerchio di un’avventura cominciata insieme.
Viaggiando verso Casa non riesco ancora a credere che un weekend costellato di imprevisti, forieri di troppi cambiamenti, possa essersi concluso con un successo per il mio amor proprio.