di Bartolo Scandizzo Capaccio capoluogo e Vincenzo Mari sono un binomio inscindibile. Il paese e il grande organizzatore di eventi musicali hanno camminato a braccetto per oltre mezzo secolo. Storie che si intrecciano senza mai identificarsi l’uno nell’altro completamente perché il “burbero” Vincenzo ha sempre dato prova di attaccamento alla comunità ma guardandola con un atteggiamento di solitaria passione per la musica di qualità. Ogni anno si è concesso lo sfizio di dettare “il tempo” e le note, sia in estate sia in inverno, più lo hanno ispirato. Il concerto di Natale e quello di San Lorenzo si sono alternati nella continuità pur caratterizzandosi in modi mai gli stessi. Tutti i sindaci hanno dovuto inchinarsi a questo “dispotico” maestro di vita che la comunità ha saputo sempre accarezzare e farsi coccolare dai suoi programmi scalettati a misura per i gusti dei Capaccesi che lui stesso ha lungamente modellati. Quando mi ha fatt recapitare l’invito per il concerto di Natare 2016 mi ha comunicato che si trattava del centesimo da lui proposto a Capaccio. Mi ha anche detto che sarebbe stato l’ultimo per lui. Non credo che lascerà né che lascerà cadere nel vuoto il grido di “dolore” che sale dai suoi concittadini. Quando si avvicinerà la notte di S. Lorenzo 2017, sono certo che arriverà l’imperiosa telefonata a tutti noi con la quale ci “impone” di esserci per godere insieme a lui del suo 101esimo concerto.
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