di Oreste Mottola
ROCCADASPIDE 1.0. Girolamo ci sarà. Dietro, avanti, di lato. Gradito o sgradito. Finto comprimario e vero protagonista. A prendersi gli schiaffi e a restituirli, con gli interessi. Inutile prendervi in giro. Sarà ancora lui, come lo è ormai dal lontano 1968, il protagonista della prossima tornata elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Roccadaspide. Elezioni che si terranno tra i mesi di maggio e giugno dell’anno prossimo e che vedranno sicuramente nel sindaco uscente, Girolamo Auricchio, l’avversario principale da sconfiggere. Dopo i due mandati previsti dalla legge non potrà più ricandidarsi alla carica di primo cittadino ma il futuro candidato sindaco, espressione di quel che resta della maggioranza a guida Auricchio, l’avvocato Gabriele Iuliano, non sarà nient’altro che l’antropologica “metamorfosi” di una presenza ormai quasi secolare. Al pari del monumentale leccio che aveva, oltre ad essere diventato vecchio e quindi monumentale, la colpa di fare ombra alla chiesa della Natività. Si riparte dal duo Iuliano-Auricchio e da tutti quelli che vedono di buon occhio la continuazione, sotto mentite spoglie, di un decennio trascorso all’insegna del “più veloci della luce”. Voci sempre più insistenti danno per scontata la vittoria della formazione guidata da Iuliano e Auricchio nel caso in cui alla prossima competizione elettorale parteciperanno tre liste e non solo le “due” classiche formazioni che, da sempre, si sono fronteggiate nell’agone elettorale locale. E ovviamente, in tal caso, il sindaco uscente quasi sicuramente sarà il vice di Iuliano con deleghe a dir poco impegnative come i Lavori Pubblici e l’Urbanistica. A 72 anni compiuti, non sono impegni da poco. Il disaccordo viene soprattutto da chi vuole davvero bene a Girolamo. Parenti e amici. Ma, naturalmente, sarà la “squadra”, rinnovata almeno per i suoi sei/dodicesimi, a fare la differenza, laddove di differenza si potrà parlare. A scaldare i motori tanti “figli di” e “parenti di” di amministratori uscenti ed ex assessori. Questo sarà il modo scelto dal gruppo che promana direttamente dall’amministrazione uscente di allontanare l’ultima increspatura interna. L’idea è di un amico diretto del sindaco Auricchio, Fernando Lombardi, che non immaginava certo di fornire così involontariamente materiale che ha il sapore del sale sulle ferite. Lombardi propone di candidare a sindaco l’ex primo cittadino di Porto Ceresio, paese sul Lago di Lugano, Pinangelo Francione, già segretario comunale per una vita in Lombardia e ora in pensione. Pinangelo ci starebbe a ritornare nel paese dove è nato. In tandem con Auricchio potrebbe scrivere davvero una pagina nuova per la comunità. L’idea è piaciuta ad almeno metà lista “Auricchio” che ci ha visto la possibilità di presentarsi così agli elettori come “rinnovatori” e non invece come continuazione anche del convulso e poco convincente ultimo triennio amministrativo. La risposta – da chi tiene il banco in mano – è picche. Non si dirà solo di no a Pinangelo – che non si andrà proprio a interpellare – ma si andrà a imbarcare “l’eterno” Mario Miano, in consiglio comunale da quando da poco maggiorenne e protagonista anche lui di un capitolo buio e tempestoso dell’ultimo triennio, lassù in montagna sì, pure per la libertà… mi fermo qui. Miano è sulla scena da oltre trent’anni, contro o a favore di Auricchio, dipende dalle stagioni. Il sindaco uscente, se rieletto in consiglio, festeggerà il mezzo secolo da consigliere. L’avvocato Iuliano si terrà accanto tutte queste compagnie? La risposta è facile, accanto sì… ma con juicio, come il governatore Ferrer raccomandava al suo cocchiere fendendo la folla inferocita di Milano impaurita dalla peste, come Manzoni racconta. Si sa, il volto giovane, da sempre, rappresenta il classico specchietto delle allodole per ansimanti rinnovatori di facciata e impazienti sostenitori del cambiamento. E, anche questa volta, saranno accontentati, con il più classico “colpo di teatro” dell’ultim’ora. Giusto per cominciare a far fare le “fatidiche ossa” alla nuova generazione Roccadaspide 2.0. Ci riferiamo ai giovani che saranno candidati, attinti tra gli esecutori dello “scippo” delle “Notti dell’Aspide”.
Roccadaspide 2.0. Nell’altra metà del cielo, invece, sempre più consistente appare l’ipotesi di candidatura alla carica di primo cittadino dell’avvocato Paolo Antico, il quale, dopo essersi allontanato dalla maggioranza del sindaco Auricchio nel 2013, ha compattato intorno a sé i due consiglieri comunali di opposizione del gruppo Uniti per Roccadaspide, i medici di base Giuseppe Capuano e Franco Mauro, nonché l’ex assessore alle Finanze della seconda consiliatura Auricchio, il commercialista Fernando Morra. Morra e Antico escono bene anche dalla vicenda dei debiti fuori bilancio, non imputabili ai loro settori e assessorati gestiti. Promossi come amministratori, hanno anche animato un dibattito per fare chiarezza sulla gestione degli ultimi lavori pubblici. Sono stati sostenuti da Mauro e Capuano ma lasciati solo dai grillini che non facevano mistero del fastidio che provavano sulla vicenda che li poneva, oggettivamente ai margini del dibattito pubblico. Antico, naturalmente, conta molto sulla nutrita schiera di giovani rocchesi che, insieme e intorno a lui, hanno creato alle prime tre edizioni de “LE Notti dell’Aspide”, e su un discreto pacchetto di voti e amicizie di diretta “derivazione paterna” (eh sì, perché anche Paolo Antico è figlio d’arte. Il papà Gabriele è stato più volte consigliere comunale di maggioranza nonché Presidente della Comunità montana Calore Salernitano). Anche in questo caso, però, i restanti otto/dodicesimi della lista che dovrà competere con la formazione targata Auricchio-Iuliano, sono ancora tutti da definire. E il rinnovamento potrà così “sfogarsi” aprendosi ai numerosi giovani talentuosi e capaci che questo paese esprime. E anche in questo caso numerose saranno le “new-entry” in fase di arruolamento con “consolidato pedigree”, tecnico, accademico, imprenditoriale, familiare ed elettorale. Di tutto di più. D’altra parte, come storia ci insegna, più che il “vissuto” a farla da padrone nella scelta dei “soldati” da schierare in campo sarà sicuramente la “provenienza” familiare e parentale da portare in dote per la “pubblica ostentazione” della potenza di fuoco elettorale. In ogni caso va registrato come l’aumento dei consensi verso Antico non si arresta. L’avvocato Antico è visto come l’unica possibilità reale di archiviare un modo di amministrare il comune dove ci sono amici che sono sempre più amici di altri e vere e proprie opacità. Il suo handicap più forte sarà quello di non poter godere del clima a lui favorevole di uno scontro “uno contro uno” con Gabriele Iuliano. Non è un mistero che questo schema di gioco potrebbe far risaltare certe sue caratteristiche assai più “friendly” (mitezza, tolleranza, educazione anche rispetto agli avversari) che si andrebbero a contrapporre alla rocciosa velocità oratoria e anche freddamente tecnico – giuridica di collega avversario. Qui una parte, più passiva che attiva, sono destinati a giocarla i 5stelle locali.
Constatazione oggettiva, è che nel silenzio più assordante, continua ad agitarsi la propaggine locale del Movimento Cinque Stelle che, pur potendosi fregiare di un proprio rappresentante in Consiglio Regionale, il grillino Michele Cammarano, continua ad utilizzare una tecnica di “basso profilo”. Forse per evitare quasi certi abboccamenti di candidati più o meno papabili, attratti dalle sirene e/o dalle lusinghe di candidati e formazioni a più elevata capacità elettorale. Se dovesse nascere questo terzo polo a “cinque stelle” bè, allora, mal si metterà per gli avversari del duo Auricchio-Iuliano. Ma già c’è chi, comunque, è pronto a scommettere che non sarà tutto poi così scontato, considerato che il polo “cinque stelle”, nell’ultimo periodo, ha cominciato a esercitare un’evidente attenzione da parte di un gruppo sempre più nutrito di “scontenti” ex sostenitori della “corazzata” Auricchio. Li vuole bene anche Girolamo perché ogni voto “parcheggiato” tra le “five stars” sono due voti in meno ai suoi avversari diretti, quelli che davvero gli fanno paura. Questa è la fotografia dello stato di cose reali. I cinque stelle poi ci mettono del loro. A cominciare dalla lotta intestina in corso che ha già “allontanato” un personaggio noto sì ai nostri lettori ma che assai meglio di altri, “buca” lo schermo nel paese e anche nelle campagne, con l’eccezione di Serra, tal Giovannino Francione. Si sa che un solo seggio è di quasi sicura attribuzione nel futuro consiglio, quello del candidato sindaco. Fuori Francione, e ora il bussolotto è fermo tra i nomi di Mimo D’Angelo, Giuliano Cavallo e Ester Mucciolo. Varrà la pena di affrontare questa nuova discussione interna o Michele Cammarano sceglierà “motu proprio” di tenersi fuori da una lotta politica comunale che già ora comincia a prospettarsi più inquinata di larghi pezzi della montagna? Facendo come qualche apicoltore locale che ha scelto di delocalizzare le sue arnie alle più salutari falde del Cervati e del Gelbison.