Di incontri ne ha fatti davvero tanti in questi giorni che hanno preceduto la ricorrenza di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. “La gente ha bisogno di comunicazione, di vicinanza e aggregazione”. Mons. Ciro Miniero, vescovo di Vallo della Lucania, ha sicuramente a cuore le parole, ma anche i gesti. Per questo ha voluto incontrare migranti, divorziati, separati, giovani, ma anche esponenti delle altre confessioni cristiane presenti in diocesi. “C’è bisogno di parlare con tutti”. Ed è proprio la separazione e le lacerazioni di questa fetta semisperduta di Campania la meraviglia del vescovo napoletano. Venendo da una metropoli difficile e caotica come Napoli, forse pensava di trovare un territorio più unito, ma non è stato così. “La viabilità, per esempio, non aiuta certo ad unire questa terra”. Ecco allora la necessità delle comunicazioni. Intanto, come ogni anno, don Valeriano Pomari, suo assistente, ha inviato agli operatori dei media un messaggio di impegno sulla verità e sul servizio, impegno anche di chi opera sulla carta stampata.
Attenzione alla denuncia e al rispetto della vita. “Facciamo camminare il Vangelo con la vita, ecco perché non dobbiamo abbandonare nessuno. In primavera ci incontriamo per ragionare e riflettere sul bene della terra, per l’ambiente”. In questo Miniero segue passo passo le intuizione di papa Francesco. Non è mistero che il Pontefice sta preparando una enciclica sull’Ambiente, fulcro imprescindibile per l’esistenza di questo pianeta, messo a dura prova dall’uomo e dalle sue a volte incomprensibili violazioni. Ma non dimentica neppure la Campania. “Certo che no. Seguiamo il percorso di denuncia e difesa della Chiesa, tra Caserta a Napoli”. Il vescovo ricorda le terre violate dai veleni che hanno ammazzato vittime innocenti. Non vuole essere indifferente ai fratelli che vivono in letti di ospedale o sono deceduti per veleni nocivi disseminati sui terreni dell’ex Campania Felix. “La speranza è la parola d’ordine nelle nostre comunità, e i media devono farla risuonare, sempre. L’immagine del Buon Samaritano è l’icona che dobbiamo avere sempre come riferimento – spiega Miniero – con parole semplici e chiare, perché desidera che tutti capiscano che momento si sta vivendo, con l’esempio”.
La Caritas e le altre agenzie comunicano la Carità, spiega, e anche il prelato non si è negato per le emergenze di chi è a rischio. “A fine anno ho spiegato che nelle trattativa degli operai andavano salvaguardate le famiglie, e non usate”. Un messaggio chiaro, in un mondo in cui è più conveniente lanciare messaggi fumosi che spiegare con semplicità cosa si voglia realizzare