Tra il 1985 e il 1986 questa area era di proprietà della diocesi. Fu proposta un’azione negatoria (una cosa legale). Alcune persone volevano comprare tutti questi lotti edificabili. Uno dei membri dell’associazione vide l’annuncio sul giornale. Quindi, qualcuno se ne accorse e disse: “Aspettate un attimo, quell’area appartiene ai felittesi: le persone che vengono da Felitto”. Molto tempo fa c’era una cappella qui, che poi è stata abbattuta. Nel 1986 questo festival si è ingrandito.
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Mio nonno viveva in Italia. Forse quando è venuto qui ha lavorato nelle miniere, ma non ne sono certa perché non ero ancora nata, e non mi è stato raccontato molto. Mia nonna mi ha solo detto che scriveva articoli per un giornale.
Mia nonna era una casalinga, si occupava a tempo pieno dei suoi 11 figli. Mio padre, John Ventre, era il più giovane di 7 figlie e 4 figli. Nella mia generazione ci sono 39 Ventre, tutti cugini di primo grado.
Fino a poco tempo anch’io lavoravo in banca. Ora, invece, sono una bartender. Lavoro viaggiando con il mio van in giro per l’America. Questo lavoro mi dà la possibilità di girare il mondo, incontrare nuove persone e conoscere nuove culture. Vivo davvero la vita!
La statua della Madonna è già stata sistemata sull’altare, i più anziani hanno già preso posto arrivando alla spicciolata, l’organo crea l’atmosfera, i due celebranti sono in piedi in attesa di accogliere la processione dei gruppi organizzati per “categorie” che si è già composta all’ esterno.
L’utilizzo del carbone, prima per riscaldare le case e poi per fare viaggiare persone e merci su treni e navi, è stato propedeutico alla rivoluzione industriale. Il prezzo del “progresso” l’hanno pagato le infinite morti e gli altrettanti innumerevoli infortuni di uomini che hanno fatto la storia economica dell’Ottocento e del Novecento.
Noi viviamo in questo quartiere e sono cresciuta a un isolato di distanza. Sia mia madre che i miei nonni mi raccontavano sempre di questo festival. Ad un certo punto il festival non si è più fatto e poi hanno ricominciato a organizzarlo
Tra la seconda metà del 1800 e gli inizi del 1900 emigrarono negli Stati Uniti e si stabilirono in quel piccolo angolo del mondo, dove trovarono lavoro, specialmente nelle miniere e nella costruzione delle ferrovia agli inizi e successivamente anche nell’industria tessile. Partivano giovani coraggiosi, coppie ed anche intere famiglie, spendendo tutti i loro miseri averi, ed anche facendo debiti, per pagare le spese di viaggio.
Quando eravamo fidanzati Raymond mi disse: “Quando sarai mia moglie, non dovrai mai lavorare”.
Erano in campo vari progetti ed idee tutte da realizzarsi. Buona visione.