È da tanto che pensavamo di fare un’escursione al Castello di Mercato San Severino, perché più volte sollecitati da Angelo Coda, ed oggi,27 marzo del 2022, in occasione anche della giornata del F.A.I. di primavera, finalmente ci siamo …
La giornata è un po’ grigia, ventosa, velata da un sottile strato di nuvolaglia da cui il sole fa capolino e poi si ritrae.
Arriviamo sull’ampia piazza circoscritta dal palazzo comunale, dalla chiesa adiacente e dal convitto.
Su indicazione di una delle poche persone che “presidiano” lo spazio imbocchiamo il sentiero che risale la montagna dove, da lontano, già abbiamo scorto la sagoma della cinta muraria dell’imponente maniero dove siamo diretti.
Il sentiero, un po’ decadente, si inerpica verso il “cielo” e, dopo due “strappi” ci porta in quota dove troviamo ad accoglierci le due semi torri normanne poste a guardia della 3^ cinta muraria.
L’assenza di manutenzione gli steccati in legno sono divelti, i gradoni sono sgarrupati, pietre e terriccio rendono l’andare alquanto accidentato e quindi abbastanza faticoso e difficoltoso …
Il tracciato, invece, è fantastico, interessante, completo e complesso perché, non solo racconta la storia di questo grande castello ove in più parti si vedono resti imponenti e significativi di ciò che è stato, ma lo spazio fa vivere l’esperienza anche dal punto di vista naturalistico tra una vegetazione autoctona di boschi di roverelle castagni selvatici ed altro.
In più punti ci sono stati interventi importanti di messa in sicurezza e di recupero strutturale ma il suo antico splendore, per quanto decadente dal punto di vista strutturale, è tutto ben in vista.
Salendo ci sono vari incroci, si possono prendere varie direzioni tanto il castello domina dall’alto e quindi è difficile sbagliarsi su come raggiungerlo. Si attraversano vari strati di questa imponente costruzione da quella più esterna con le mura, le torri a quella più interna che culmina col Castello vero e proprio in alto dal quale si vede anche un panorama di tutto rispetto se vogliamo perché domina tutto la città di Mercato San Severino. A valle c’è una città moderna, disordinata, caotica, variegata. C’è traffico, c’è un una popolazione viva, attiva, moderna, emancipata che lavora e che, probabilmente, non ha tempo per raggiungere la sommità di questo colle per calpestare quello che un tempo ha fatto la storia, dalla quale discende anche la loro. Non sono molti coloro che hanno colto l’occasione della giornata FAI per fare un’escursione al Castello, ma a ridosso della semi-torre Normanne incontriamo una giovane famiglia straniera, con due bimbi davvero molto piccoli che sono presi dal desiderio di raccogliere rametti e si spostano tutt’intorno sotto lo sguardo attento dei loro genitori; poi ecco un gruppo guidato da Angelo Coda intento a spiegare tutto ciò che in passato c’è stato e tutto ciò che ancora si riesce ad intravedere dai resti dell’antico maniero.
A questo punto, dopo aver superato “l’abitato” un tempo destinato ai serventi del castello, siamo a ridosso della 2^ cinta muraria posta a difesa della roccaforte. L’arrivo in cima coincide con l’avvistamento delle alte mura che costituiscono la 1^ cinta che è anche il perimetro esterno del Castello e che racchiude: il convento Francescano, la chiesa di San Nicola de Castro, la chiesa di Santa Maria a Castello, il portico con cisterna, il complesso paladino, la Piazza d’Armi. Si tratta di un’infinità di locali che, un tempo, custodivano la vita di principi e baroni che l’hanno vissuto in varie epoche.
Risaliamo e scendiamo più volte le stradine che portano nei vari spazi cercando di immaginare come si svolgeva la quotidianità in una rocca soffermandoci ad allungare lo sguardo fin dove il castello domina ancora dall’alto.
Ripercorriamo gli stessi sentieri che ci hanno accompagnato fino in cima … scendere è ancora più difficile a causa del terreno sdrucciolevole, ma nel fermarsi a riprendere “fiato” ci attardiamo a spaziare sulla grande vallata che un tempo sarà stata teatro di grandi eventi mercantili e militari.
Giunti sulla strada incrociamo, ancora una volta, Angelo che sta rientrando con il gruppo che ha accompagnato. Arrivati in piazza restiamo un po’ di tempo a rimirare la 3^ cinta che in alto delimita il confine esterno del castello che, ancora oggi nonostante le mura siano state “abbattute” dal tempo, rendono bene l’idea di cosa è stato per il territorio quel presidio di potere d’altri tempi.
SCHEDA DEL FAI
Il Castello di Mercato S. Severino, con una superficie di oltre 52000 mq, è la seconda fortificazione più grande in Italia. Fu la culla nativa della nobile famiglia dei Sanseverino, la più potente del Regno di Napoli al tempo degli Angioini e degli Aragonesi. Allo stato attuale, il complesso castellano è frutto di interventi datati dall’epoca Normanna (fine sec. XI) fino a quella Aragonese. Il sito si articola in tre cinte murarie o difensive al cui interno trovano posto sia strutture di carattere tipicamente militari, che ambienti destinati alla vita quotidiana dei suoi abitanti. La prima cinta, posta nella parte alta della collina del “Parco”, a circa 365 m. s.l.m., racchiude il palazzo comitale, la cappella palatina o chiesa di Santa Maria de Castro, la cripta funeraria, la Piazza d’Armi, le botteghe metallurgiche, la chiesa di S. Nicola de Castro, conosciuta anche col nome di plebana o del popolo e una ulteriore chiesa di epoca Angioina da mettere in relazione, quasi sicuramente, con la nascita del convento dei frati Francescani nella valle Sanseverinese (odierna Chiesa di S. Antonio con annesso convento). L’area della seconda cinta è occupata in prevalenza dal borgo castellano. Ad oggi si contano oltre 100 unità abitative con annesse strutture ad uso comunitario, tra le quali segnaliamo: cisterne, depositi e quel che resta di un forno. Sempre in quest’area, occultata dietro la semitorre mediana, persiste la chiesa di S. Severino in Monte, la cui costruzione è attestata alla fine della seconda metà del secolo XI. La chiesa riveste un ruolo centrale nell’ambito della toponomastica locale, poiché in essa fu conservata la reliquia di S. Severino Norico, dalla quale prese il nome prima il Castello, poi il borgo sottostante (odierna Mercato S. Severino) e, infine, la stessa famiglia feudale. La terza cinta, invece, si sviluppa nella parte bassa della collina a circa 250 m. s.l.m. e la sua funzione è di carattere esclusivamente difensiva. Una massiccia torre circolare, provvista di cisterna e vani strombati per le armi da fuoco, è collocata al vertice di due cortine, di cui quella sud è rafforzata da sette torrette a pianta quadrata munite a loro volta di cisterne sottostanti e fori strombati per l’alloggio delle armi da fuoco. Un ingresso ricavato all’interno di questa centuriazione fu chiuso, molto probabilmente, all’epoca della funzionalità del sito, quando si volle rafforzarlo ulteriormente in vista di imminenti invasioni.