Si può parlare di un territorio in tanti modi, osservando l’aspetto paesistico, la storia dei luoghi, l’operosità di chi lo abita o la peculiarità dei centri urbani.
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Da osservatore attento sicuramente non saprò nascondere il fascino che esercitano su di me questi luoghi lussureggianti, in quanto abito da sempre questa terra antica. Castellabate oggi, come Comune rivierasco, è una meta turistica internazionale, fra le più ambite di tutta la provincia di Salerno, con una lunga tradizione come luogo di villeggiatura, da sempre scelto da stranieri nella bassa stagione e da vacanzieri campani ed oltre nell’alta stagione.
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Un territorio molto versatile che presenta chilometri di spiagge basse e sabbiose, paradiso per gli anziani e bambini, mentre, le scogliere che si estendono a ridosso della lussureggiante vegetazione, sono le mete degli amanti della natura, come le piccole cale che si susseguono sull’unicità della costa di Licosa, dove le pinete ammantano le scogliose “calette”.
Il territorio di Castellabate si protrae sul mare con due propaggini come Punta Licosa e Punta Tresino, che danno al contesto ambientale un alto valore paesaggistico. Da sempre quest’area marittima, fiore all’occhiello del Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni è tutelata come area Marina Protetta, con decreto legge Marina Mercantile del 1973.
Oggi, questo braccio di mare è segnato con boe, e qui vigono vincoli naturalistici di protezione che hanno visto in questi anni il nidificare, sugli arenili di Ogliastro Marina, la tartaruga Caretta Caretta. Quest’area marina protetta è stata in passato celebrata per i suoi fondali, da dove sono emersi relitti di navi onerarie greche e romane, da cui il patrimonio recuperato, come ceppi d’ancore e centinaia di anfore di ogni epoca, fa bella mostra nei saloni espositivi del Castello di Castellabate. Questi perigliosi fondali antistanti l’isola di Licosa, erano solcati dalle navi di aristocratici romani che qui avevano le loro ville, e da ritrovamenti di ceppi d’ancora con il nome del navarca comandante della flotta romana del Miseno, che venivano su queste coste facendo scalo al porto greco-romano di San Marco di Castellabate.
Dell’isola delle sirene, nota sin dall’antichità classica, ne parla Plinio il vecchio e qui riportiamo una felice citazione: di fronte al golfo di Paestum vi è Leucosia chiamata così da una Sirena ivi sepolta; ed ancora Strabone: Leucosia piccola di mole ma grande di fama.
Oggi l’isolotto di Licosa è una meta turistica, e nel periodo estivo, nella sua insenatura, è meta quotidiana di centinaia di barche da diporto che qui si ancorano per godere della salubrità del posto. In queste mitiche acque oggi si trova la prelibatissima triglia di Licosa, mentre l’isolotto ospita una rara lucertola dal colore blu.
Una terra antica quella di Castellabate, che affonda nel mito greco per affacciarsi alla storia medioevale con la fondazione del castello dell’Abate nel 1123 ad opera di San Costabile Gentilcore, IV abate della Badia di Cava de Tirreni. E poi a seguire, la storia molto intensa nei vari periodi, fino ad arrivare alla contemporaneità, dove il suo lussureggiante territorio vive di un intenso turismo che lo affolla rendendolo unico. Famosi gli immensi arenili della frazione Lago, dove cresce in praterie il giglio di mare “Pancratium maritimum”, ancora una ricchezza di biodiversità della costa cilentana. Un territorio quello di Castellabate che mantiene un importante equilibrio ambientale, dove un’attiva area ecologica scandisce un’equilibrata raccolta differenziata, mentre sulle sue azzurre acque sventola da 26 anni la Bandiera Blu e le “cinque vele” di Legambiente.
Un ambito costiero molto ricercato quello di Castellabate, dove l’alta stagione vede la presenza di personalità della cultura, della politica e dell’imprenditoria che trascorrono nelle loro sontuose ville un meritato relax. Ne è testimone il porto turistico-peschereccio di San Marco di Castellabate, approdo per tutto l’anno di vacanzieri che godono di questo mare.
Va ricordato, inoltre, la grande tradizione della cantieristica navale, dove bravi maestri d’ascia hanno costruito imbarcazioni di ogni genere, dal gozzo al peschereccio, oggi presenti in vari porti italiani e del nord Africa. Una scuola questa, che continua con la lavorazione di grosse imbarcazioni in metallo e vetroresina, per natanti da diporto e lussuose barche d’altura.
Altro fiore all’occhiello del territorio è sicuramente il centro storico di Castellabate, che con la sua unicità del tessuto urbano, conserva un patrimonio edilizio classificato fra i Borghi più belli d’Italia. I suoi palazzi antichi sono patrimonio di questa terra, dove si erge l’imponente castello che appartiene alla Badia cavense, oggi importante contenitore culturale, dove emergono opere museali ed esposizioni artistiche di grande rilievo.
Fra le mura del castello, ogni anno, si tiene il Premio Nazionale Pio Alferano, il cui direttore artistico, da undici anni, Vittorio Sgarbi. È ammirevole in questo periodo, visionare la mostra di opere d’arte antiche della collezione Parenza, che annovera fra le grandi opere, tele di Andrea Del Sarto, Annibale Carracci, Carlo Saraceni, Jusepe De Ribera, Guido Reni, Carlo Maratti, Vincenzo Camuccini, ed altri grandi autori che hanno fatto grande l’arte italiana. Ed ancora, nel castello si tiene il Premio di giornalismo Giuseppe Ripa, giunto alla X edizione, che ogni anno assegna riconoscimenti alle distinte penne del giornalismo italiano. Si tiene inoltre, fra le mura dell’antico maniero, la Rassegna Libraria “Libri meridionali, vetrina dell’editoria del Sud”, giunta alla sua XXXIII edizione.
Il centro storico di Castellabate è Patrimonio dell’Unesco sin dal 1997, come recita la targa affissa alla base del campanile della Basilica Pontificia minore di Santa Maria De Gulia.
Una nota pubblicità sui borghi più belli d’Italia, di cui Castellabate, ha condiviso questo primato dei “luoghi dell’incanto”, che oggi rappresentano la tipicità di questi paesaggi culturali, sia nell’abitato del centro storico che nei palazzi monumentali che si affacciano su spazi caratteristici.
Di notevole interesse, l’antico porto de “Le Gatte”, luogo che la cinematografia ha valorizzato, portandolo alle cronache nazionali con le pellicole “Benvenuti al sud” e “Benvenuti al nord”, campioni d’incassi nell’ultimo decennio. Così Castellabate vive il suo territorio ricco di spunti d’arte e di cultura, dove l’estate è ancora fascinosa per i tanti vacanzieri che qui vengono a rigenerarsi, in una comunità accogliente, sia negli alberghi che nelle acque cristalline di cui si può godere.
Non possiamo che ricordare, ancora, la storica villa ed il parco dei conti Matarazzo ubicata nel centro di Santa Maria, di proprietà del Parco nazionale del Cilento, oggi sede convegnistica e di eventi culturali di rilevanza nazionale. Il parco circostante è caratterizzato dal giardino mediterraneo che ospita un ambiente di biodiversità, con 272 specie di rose, mentre, la restante parte è sede di stagioni concertistiche di musicisti internazionali. In conclusione, Gioacchino Murat, nel suo soggiorno a Palazzo Perrotti di Castellabate, l’11- 12 novembre 1811, asserì: “Qui non si muore”.