Quando fa troppo caldo, come in questi ultimi giorni, e le temperature sono “eccezionalmente elevate”, alcuni lavoratori possono richiedere la cassa integrazione: ecco di cosa si tratta.
Sono già tanti giorni che in Italia decine di città sono da bollino rosso per le temperature che superano i 40 gradi. Con queste temperature estreme, alcuni lavori sono difficilmente praticabili. Proprio per questo, è possibile richiedere la Cassa integrazione ordinaria, in caso di temperature eccezionalmente elevate, considerate capaci d’impedire lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore.
Il diritto alla CIGO solitamente scatta sopra i 35 gradi, ma l’Inps ha chiarito che la rilevazione delle temperature comprende anche quelle percepite, che solitamente sono superiori a quelle dei bollettini meteo. Per questo, in alcuni casi, è possibile richiedere la cassa integrazione anche al di sotto dei 35 gradi.
La richiesta può essere fatta con la causale “eventi meteo”, che comprende il grande caldo, ma che copre anche in caso di gelo, quando le temperature scendono sotto lo zero.
Per ottenere l’integrazione salariale, il responsabile della sicurezza deve disporre la sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa.
Sarà, poi, compito del datore di lavoro farsi carico della richiesta per la Cassa integrazione, specificando quali sono le giornate di lavoro in cui l’attività lavorativa è sospesa o ridotta, insieme alla tipologia di mansioni svolte.
L’Ispettorato nazionale del lavoro ha specificato nella nota n°5056 del 13 luglio 2023 che “l’esposizione eccessiva allo stress termico comporta l’aumento del rischio infortunistico atteso che la prestazione lavorativa si espone a situazioni particolari di vulnerabilità”.
I lavori considerati maggiormente a rischio sono quelli nei seguenti settori:
- Edilizia civile e stradale (con particolare attenzione ai cantieri e ai siti industriali);
- Comparto estrattivo;
- Settore agricolo e manutenzione del verde;
- Comparto marittimo e balneare.
In linea generale, sono compresi tutti i lavori che includono “attività non occasionale all’aperto”, soprattutto nelle fasce orarie più a rischio (tra le ore 14 e le ore 17).