Domenica 10 marzo si è svolta a piazza Santini la manifestazione “Gran Festa Del Carnevale Dei Bambini”, organizzata dal “Associazione Carnevale”,nel quale si sono esibiti i balletti delle contrade: Licinella e Rettifilo. Nel corso della manifestazione sono state premiate, presso la Sala Erica, tutte le mascherine realizzate dai bambini delle scuole primarie nel laboratorio organizzato da Nicola Craba. Un Carnevale diviso in due perché, contemporaneamente, a Torre, l’associazione “Comitato Di Quartiere Torre Di Paestum” ha messo in piedi una vera e propria festa alternativa a quella che si stava svolgendo a Capaccio Scalo. Una divisione che non è passata inosservata anche se, per la verità, quella di Torre, sembrava addirittura meglio attrezzata e partecipata. Infatti sul palco messo in piedi a ridosso della Torre, si sono esibiti i più improbabili cantanti che hanno partecipato ad una corrida goliardica e divertente. Oltre alla presenza dell’animazione e di un buffet offerto dal comitato, è stato messo a disposizione dei pargoli un giro sul cavallo.Sempre a Torre è stato premiato col “Memorial Maria Sica” Nicola Craba alla luce del suo impegno col laboratorio per i bambini e per le mascherine realizzate ed esposte nell’altra manifestazione tenutasi a Capaccio Scalo.
Nonostante l’impegno delle due associazioni che hanno cercato a modo loro di organizzare un qualcosa per i più piccoli e per il proprio territorio, hanno però finito per dimostrare il sostanziale problema del Carnevale di Capaccio Paestum e del suo tessuto sociale: la divisione. Forse sarà anche l’avvicendarsi della campagna elettorale o forse la irrefrenabile voglia di competizione a generare confronto anche quando un’occasione come il Carnevale può epurare vecchie ruggini o scontri di quartiere. Proprio questo giorno poteva essere il momento della “Pacificazione” come qualche candidato si augura ma, invece, è stata la prova della divisione che c’è e che nessuna predica può cancellare. Tocca fare dei passi avanti o indietro perché questa manifestazione torni al suo antico splendore. Mettere da parte i rancori personali e cacciare definitivamente fuori da questo contesto la maledetta politica che si è impossessata anche delle risate carnevalesche traducendole in ghigni e sorrisetti. Il tutto confezionato da una spirale recessiva fatta di valse e rivalse che testimonia anno per anno la realtà di una società che ha smesso di ridere e di sorridere da molto tempo ormai.