Tra tutti i titoli di giornale ho preferito questo de La Città perché effettivamente il caro amico Carmine Olivieri era il magistrato degli umili. Era colui che parlava con tutti e con tutti si confrontava senza però mai rinunciare ai propri convincimenti. Carmine era di Serre, un paese molto vicino ad Aquara e per questo da me considerato quasi un concittadino. L’ho conosciuto appena un anno fa ad un evento canoro ad Aquara ma – presto – i temi che ci hanno appassionato certo erano lontani dalla musica. Una persona molto istruita, un convinto cittadino degli Alburni. L’ho visto l’ultima volta ad Eboli al convegno per la presentazione della redazione salernitana de Il Giornale del Sud e mi colpì moltissimo il suo intervento sull’importanza della libertà di stampa. Lo scorso 15 gennaio Carmine doveva partecipare ad Aquara ad un evento ma all’ultimo momento ebbe un contrattempo e mandò un messaggio scritto di cui riporto alcuni passaggi molto significativi (letti al pubblico dal comune amico Gregorio Fiscina):
“Un saluto affettuoso lo devo all’amico Antonio Marino, Sindaco di un territorio, il nostro, da tempo dimenticato ed al suo Vice, Enzo Luciano. Nei loro occhi vedo il mio paese e tante altre realtà dell’alto Cilento e degli Alburni e sento come loro e come tanti altri cittadini il grande disagio di sopravvivere come comunità di una periferia sempre più lontana dalla speranza di una sana e globale rigenerazione territoriale… Di queste cose vorrei parlare con te, Gregorio, con Antonio e con altri in compagnia – ovvio – di un sano bicchiere di vino aquarese. Con Antonio in particolare, che rappresenta autorevolmente anche una realtà bancaria di rilievo, vorrei poter tentare di rispondere a domande cruciali: cosa possiamo fare per evitare l’agonia delle nostre terre? Viva tutti noi ed a presto!”
Mi ritengo un privilegiato ad averlo conosciuto e perciò mi rattrista ancor di più sapere che non potrò più re-incontrarlo.
Antonio Marino