Il “sarto”, al secolo Carmine Gorrasi, uno dei grandi vecchi della contrada Serra di Roccadaspide, si è spento lunedì 17 gennaio 2022 all’età di 90 anni dopo una vita che ne ha comprese “diverse” quasi quante le epoche che ha vissute.
Nato nel 1931 ha visto con i suoi occhi di ragazzo la guerra che gli passò di fianco, imparò il mestiere di sarto andando a bottega, impiegò il tempo restante a dare una mano ai genitori che coltivavano la terra, aprì il suo laboratorio artigianale di sarto e anche il negozio di generi alimentari e “diversi” che tuttora esiste e prospera nelle mani del genero Cosmo. Conobbi Zio Carmine e la sua dolce compagna di vita, Zia Rosa, quando Gennaro, suo figlio, entrò a far parte della nostra famiglia unendo il suo destino a quello di Antonella la sorella di Gina, mia moglie. Fu così che diventammo la “grande” famiglia che ha sempre vissuto all’unisono per quasi mezzo secolo. Giuseppe Chiacchiaro e Maria Piecoro, genitori di Gina e Antonella; Giuseppe Scandizzo e Giuseppina Cavallo, genitori di Bartolo e Maria Carmela; Carmine Gorrasi e Rosa D’Angelo, genitori di Gennaro e Giovanna … a tutti noi si aggiunsero in seguito Elio Cinnadaio che sposò Maria Carmela e Cosimo Quaglia che sposò Giovanna.
Ogni occasione è stata buona per rendere sempre più viva la fiammella della solidarietà nei momenti difficili; dell’allegria, nei momenti di festa; dell’aiuto, nei momenti di bisogno …
Carmine, già in età avanzata, lasciò la gestione del negozio a zia Rosa e si avventurò in terra di Lombardia rispondendo alla chiamata per un posto di bidello in provincia di Brescia.
Partì con la valigia in mano e andò a sistemarsi, armi e bagagli, a Nava in provincia di Brescia nella scuola media trovando alloggio proprio nella scuola facendo anche il custode. Io e Gina eravamo già arrivati a Varese da tempo e ci sentimmo meno soli sia pur a distanza ragguardevole.
Andammo a trovarlo e scoprimmo che, come accade a tanti immigrati dal Sud, oltre ai suoi due lavori, Carmine si era impegnato ad aiutare il titolare di una pizzeria situata al centro del paese anch’egli immigrato dalla Campania: Francesco.
Ricordo con struggente sensazione una gita che facemmo a Venezia … Con tre amici di Laurino residenti a Varese come noi, a bordo di un minibus preso in prestito dalla parrocchia di Arcisate passammo a prendere Zio Carmine a Nava e proseguimmo alla volta della nostra meta.
Negli anni successivi non mancava occasione per ricordare quell’esperienza indimenticabile condita anche da un imprevisto di ordine meccanico (c’era una piccola perdita nel radiatore che ci costrinse a viaggiare con una cospicua riserva d’acqua) che superammo in allegria.
Poi Carmine tornò a “casa” accettando il trasferimento a Napoli che raggiungeva quotidianamente con i mezzi pubblici … rimpiangeva sempre la “comodità” della scuola di Nava, ma il piacere di ritornare a vivere con la sua amata Rosa e ad occuparsi della sua campagna compensa i sacrifici.
La pensione lo “liberò” completamente dagli impegni di lavoro e poté dedicarsi anima e corpo alla sua passione; per noi di famiglia non disdegnava di effettuare piccoli lavori di sartoria che eseguiva con impeccabile precisione.
Zio Carmine è stato anche un lettore assiduo del nostro giornale fina dalla prima ora quando cominciammo con Qui Rocca Notizie e, nelle occasioni che ci vedevano seduti a tavola insieme, non perdeva occasione per testimoniare la sua ammirazione per quello che eravamo riusciti a fare nell’arco dei 25 anni di attività editoriale.
Oggi ci lascia un po’ più soli con il tempo che ci resta da vivere. Lascia anche la sua compagna di una vita, Rosa, con la quale ha condiviso un’esistenza al servizio dei figli e dei nipoti che ha amato come si conviene ad uomo che ha trattato sua moglie alla pari. Una condizione che Rosa ha saputo conquistarsi fin da quando, giovani sposi, acquistato il terreno dove erigere la loro casa, insieme “cacciarono” i sassi e le pietre che poi furono utilizzate per la costruzione …
Scrivo questo ricordo di “zio Carmine” tenendo in braccio Elena, la mia nipotina di 7 mesi, che non ha avuto modo di incontrare come tutti gli altri piccoli della “grande” famiglia che ci lega in un comune divenire.
Appena sarà in grado di capire, le racconterò di questo nonno acquisito unitamente a quelli che erano già in un’altra dimensione quando è nata.
Addio, “sarto” come tanti ancora ti chiamano anche per far girare la voce di bocca in bocca per annunciare la fine della tua esistenza in vita!