Soldi destinati ai migranti intascati da chi li accoglieva: nei guai anche parroco della diocesi di Teggiano-Policastro
«Soldi destinati ai migranti incassati dai responsabili delle strutture che dovevano ospitarli. Milioni di euro stanziati per accogliere i profughi che i gestori di alcune onlus della Campania avrebbero utilizzato per acquistare appartamenti e società, ma anche biglietti per lo stadio e beni di lusso». E’ quanto emerge dall’inchiesta avviata dalla Procura di Napoli e raccontata nei dettagli in un articolo del Corriere della Sera. Tra le persone coinvolte c’è anche un parroco della Diocesi di Teggiano Policastro, che ospita con la organizzazione di cui è responsabile, ogni anno migliaia di migranti. Secondo quanto riportato dal Corriere, il parroco sarebbe accusato di essersi appropriato dei buoni acquisto di 2,50 euro che lo Stato concede ai richiedenti asilo. Il totale ammonterebbe a 109 mila euro ma l’esame dei documenti riguarderebbe gli ultimi 4 anni. Ci sono 56 milioni di euro che la Presidenza del consiglio ha erogato tramite la Regione ai migranti che arrivano in Italia, in attesa di ricevere asilo politico. Due le persone arrestate finora. Si tratta di due responsabili di una onlus di Pozzuoli finiti in manette su richiesta dei pubblici ministeri coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, mentre stavano per fuggire in Montenegro. Sono accusati di aver «attestato falsamente la presenza di migranti nelle strutture destinate all’accoglienza, e fornito ai migranti, quando venivano ospitati davvero, una minima somma in contanti oltre alla saltuaria erogazione di vitto, alloggio e alla fornitura dei capi d’abbigliamento strettamente indispensabili».
—–
Massima serenità e piena fiducia nella giustizia auspicando, però, che tutto possa definirsi in tempi rapidi, una rapidità almeno simile alla velocità con la quale, in spregio ad ogni riservo istruttorio, si è dato amplio risalto mediatico ad una ipotesi di accusa.
L’accusa nei confronti di don Vincenzo Federico è, a dir poco, surreale. Si badi, secondo il provvisorio capo di imputazione, non è contestata la mancata consegna dei ticket money agli immigrati ma la spendita dei detti ticket money in schede telefoniche. Ora , dopo aver precisato l’ovvio e, cioè, che non siamo titolari di compagnie telefoniche, sarà assai agevole per gli inquirenti verificare che nessuna ricarica telefonica ha interessato la Caritas di Teggiano-Policastro. Auspico che tanto si possa fare con massimo puntiglio e velocità a tutela non solo dell’onore e decoro di persone perbene ma, soprattutto, perché la missione che quotidianamente svolgono don Vincenzo Federico ed i suoi collaboratori non può rimanere offuscata neppure da un sospetto.
Voglio aggiungere che già in tempi non sospetti fu proprio don Vincenzo Federico a segnalare al Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione l’inopportunità di procedere con la consegna dei ticket money perché, cito testualmente: “tale situazione favorisce un mercato “illegale” dei poket money che vengono “tramutati” in contante trattenendo, da chi lo fa, una illecita provvigione (se mi dai il blocchetto che vale 75 euro ti do 50 euro in contanti) ” a fronte di tale preciso allarme – che è servito a far mutare il sistema – il procurato vilipendio mediatico è profondamente ingiusto.
La Caritas non è meritevole di tanta offesa mediatica. La Caritas con diuturno impegno e dedizione offre il proprio sostegno allo Stato nel fronteggiare l’emergenza immigrazione.
Avv. Renivaldo Lagreca