Dopol’abbandono di Paestum, Capaccio, sita sul Monte Calpazio, assurge a rango di città. Qui il vescovo fissa la sua dimora, pur continuandosi a chiamare “Episcopus paestanus”. Florentino è il primo vescovo di cui si ha notizia (1).
Partecipa al concilio di Roma indetto dal papa Simmaco (498-514) (2)
Il primo vescovo a chiamarsi “Caputaquaensis” è Pietro (967) “Episcopus paestanus quae dicitur caputaquis”(3).

Tra i primi vescovi di Capaccio che continuano a chiamarsi “Paestanus”, si riscontra Maraldo, che è uno dei 43 vescovi che assistono il 1 ottobre 1071 alla consacrazione della chiesa di Montecassino, fatta costruire dal Papa Alessandro II (4).
Il titolo “episcopus paestanus” è quello ufficiale dopo l’abbandono della città di Paestum. Col passar degli anni “quae dicitur caputaquis” è un’espressione aggiunta al titolo ufficiale. Pietro è il vescovo pestano, ma detto ora di Capaccio (967). Il primo vescovo, come afferma il Volpi, nella sua cronologia che usa il titolo di Capaccio, è Alfano nel 1126 (5).
Nel 954, anno del ritrovamento del corpo di San Matteo Apostolo, è vescovo di Capaccio Giovanni II che, pur dimorando a Capaccio sul Monte Calpazio, continua a chiamarsi pestano. Nel 1246 anche Capaccio sul Monte Calpazio è abbandonata. Sono a testimoniarne la vita la cattedrale, il castello e gli scavi ultimamente realizzati (6).
Vescovi degni di essere ricordati sono: Filippo e Tommaso Santomagno nel ‘300, Bernardo Caracciolo, Aussio Cardinale Podio e Ludovico Cardinale Podocatario nel ‘400, Luigi Cardinale di Gerace d’Aragona, Lorenzo Cardinale Pucci, Enrico Loffredo, Francesco Cardinale Sfondato, Gerolamo Cardinale Varallo nel ‘500. Ritengo di dover ricordare ancora tra gli altri Francesco Maria Brancaccio (1627-1635). Fissa la sua dimora a Sala, celebra un sinodo diocesano nel 1629 il più importante per la vita della diocesi. Agli inizi del ‘700 è episcopus caputaquaensis Francesco Paolo de Nicolai (1704-1716). Successore di Nicolai è Francesco Giocoli che muore a Napoli il 14 dicembre del 1723, l’ultimo della cronologia dell’Ughelli. Il successore è Agostino Odoardi a cui nel 1741 succede Rajmondi (7).
Pietro Antonio Rajmondi è vescovo di Capaccio dall’11 dicembre del 1741. E’ l’ultimo della cronologia del Volpi ed è il vescovo che apre il convento francescano a Capaccio. La struttura ecclesiastica meridionale si è andata configurando, dal Cinquecento in poi, sul tipo di quella feudale. La frammentazione territoriale ha provocato un’uguale parcellizzazione delle diocesi (8).
La presenza di una sede vescovile o di conventi accresce il valore di un feudo (9).
Le parrocchiali meridionali non hanno lo stesso ordinamento e la medesima configurazione giuridica. Esse sono anche ricettizie, ossia d’origine e fondazione laicale, riservate ai soli ecclesiastici nativi del luogo (10).
La chiesa ricettizia nell’Italia meridionale costituisce l’elemento fondamentale dal punto di vista organizzativo, una struttura ecclesiastica privatistica. Il vescovo di essa ha soltanto una giurisdizione spirituale. Il suo controllo non tocca l’aspetto economico. La chiesa San Pietro di Capaccio, ubicata una volta nell’attuale piazza Orologio, è ricettizia e non può essere una cattedrale. Questa è stata sempre la chiesa del Granato sul Monte Calpazio. Gli incontri indispensabili tra i canonici si realizzano nella San Pietro 11).
note
1) Ughelli: Italia Sacra, Vol. II Ed. Sebastiano Cleti, 1721 pag.465 e seguenti-G. Volpi: cronologia dei Vescovi pestani, detti ora di Capaccio Ed. Riccio- Napoli 1752 inoltre: Gams, Gatta, Kehr, Mandelli, Di Meo, Ebner hanno parlato dei vescovi di Capaccio.
2) G. Volpi: Cronologia dei vescovi pestani detti ora di Capaccio,
3) P. Ebner Chiesa, Baroni e popoli ed. Di Storia e letteratura 1982
4) Ebner op. cit.
5) G. Volpi; op. cit. pag. 5 e 6
6) AA.VV. Caputaquis medioevale Ed. la Veglia, Salerno 1976, vol. I pag. 28
7) P. Ebner, op. cit. pag. 365 e G. Volpi: op. cit. pag. 123 cap. 40
8) G. Volpi, op. cit. pag. 125, cap. 40
9) G. Puca, Agostino Odoardi, episcopus Caputaquaensis (1724-1741), Tipolitografia Monigraf Torchiara (SA) 1995.
10) idem
11) G. Volpi, Cronologia dei vescovi di Capaccio,
consultato) Antonio Cestaro, Strutture ecclesiastiche e società nel Mezzogiorno, Ed. Ferraro, Napoli 1978.