Il sereno e l’afa di questi giorni post elettorali non deve trarre in inganno. Né si deve pensare che i festeggiamenti per San Vito che sono iniziati con le processioni rionali possano allentare la tensione accumulata da sei mesi di campagna elettorale e da altrettanti di scontri confronti nella precedente compagine guidata a Franco Palumbo.
Il neo sindaco e il suo staff si è chiuso negli uffici “refrigerati” per elaborare la tabella di marcia che dovrà essere resa operativa nell’immediato futuro per dare un senso alla “stagione” estiva ed accompagnare le imprese del settore turistico nei mesi di luglio e agosto sperando che settembre e ottobre restituiscano un po’ del “tempo” perduto sia per il ritardo dell’avvio nel settore balneare sia per gli impegni dovuti alla campagna elettorale.
Capaccio Scalo, il corpaccione dove risiede quasi il 40% della popolazione della Città dei templi formatosi che intorno alla “scalo” in ogni direzione, necessita di attenzione.
Lo pretende per il numero dei residenti, per il patrimonio immobiliare presente, per l’elevata presenza di attività commerciali e di servizi, lo richiede il buon senso …
Se poi si considera la vicinanza del “Rettifilo” separato dalla città dalla ferrovia; Borgonuovo che si frappone come una cerniera tra l’area archeologica e lo scalo; Viale Della Repubblica che porta al mare… senza contare il tratto che introduce chiunque arriva da Nord nella città imboccando l’uscita della rotonda del Cerro.
Insomma, si tratta di un centro che anela a diventare snodo nevralgico sia sotto l’aspetto economico sia sotto quello sociale.
Franco Alfieri ha fra le mani le risorse economiche per ridisegnare di fatto questa realtà. Si tratta di un importo di oltre 6 milioni di euro che ha lasciato in dote Franco Palumbo facendo approvare alla Regione Campania un finanziamento per il rifacimento di via Magna Graecia dal Cerro al vicolo delle Tavernelle di Paestum passando, ovviamente per Capaccio Scalo.
Il progetto abbinato alla volontà più volte espressa dallo stesso Alfieri nel voler ridisegnare il ruolo della stazione di Capaccio – Roccadaspide per farla diventare un vero e proprio Hub che si ramifica sia verso la sede del Consorzio di bonifica di Paestum, sia verso il Rettifilo sarebbe l’inizio di una nuova storia per il centro nevralgico della città dei templi.
Dopotutto è stato sempre Capaccio Scalo a decretare l’ascesa o la caduta dei sindaci che si sono alternati alla guida della città o di quelli che ci hanno provato ma non ci sono riusciti.
Ultimamente lo hanno fatto con Palumbo e lo hanno rifatto con Alfieri. Sono stati i cittadini che vi vivono, vi lavorano, che commerciano, studiano in questo luogo “incompiuto” a forzare nella direzione di una speranza mai sopita di diventare “grande” per fare da traino all’intero sistema economico e sociale del territorio comunale e della chora pestana.
Scusate il paragone ardito! Ma penso che Capaccio scalo può diventare la “Milano da bere” per la nostra realtà perché, per quanto la densità abitativa sia alta, non ha mai assunto un volto caotico; nonostante la stazione sia fatiscente, non ha smesso di essere utilizzata da centinaia di persone ogni giorno; pur essendo malamente collegata in linea retta con le quattro direttrici indicate sopra, ha sempre riuscita ad esserne il baricentro; anche quando il traffico automobilistico diventa frenetico, rimane vivibile anche dai pedoni e per chi si attarda davanti ai bar e ristoranti;
Insomma, Capaccio scalo ha già tante anime che aspira a divenire molto altro ancora se solo le si desse l’opportunità di farlo …