Si arricchisce ulteriormente il quadro politico in vista delle prossime elezioni. “L’annunciazione” della candidatura del Dott. Voza, che soltanto un mese fa aveva smentito categoricamente una sua scesa in campo, sancisce la presenza del terzo top player, insieme a Sica e Marino, favorito per vincere le elezioni 2019. La decisione ha spiazzato un po’ tutti soprattutto il fronte Sica il quale aveva annunciato, una settimana fa con Angelo Quaglia, una lista “all’insegna di Voza” dando la chiara impressione di un sostegno politico elettorale. Quali sono stati i motivi per cui Voza ha deciso di smentirsi e scendere in campo?
Da quello che emerge dai comunicati a caldo, sono state le invocazioni insistenti del “popolo” ad averlo convinto a candidarsi per la terza volta consecutiva. Forse i comunicati stampa delle varie associazioni politiche, che invocavano la candidatura di Voza, pervenuti nelle redazioni tutti sfasati di un’ora l’uno dall’altro, hanno dato un’impronta esagerata, gonfiando a dismisura un’acclamazione che certamente covava sotto le ceneri, ma che ha finito per somigliare all’espediente bellico dei carri armati al fronte che girano intorno al boschetto, per dare l’impressione al nemico di essere più numerosi di quanto non lo sono. Ma in realtà sono sempre i soliti carri; un po’ più attempati di prima, ma sempre arzilli e pronti allo scontro.
Un’altra spiegazione potrebbe essere dettata dal riavvicinamento di Franco Sica col fratello Enzo che, come noto, al Dott. Voza e ai suoi fedelissimi non è andato proprio giù: potrebbe essere la presenza di Franco e il totale avallo di Enzo, ad ostacolare alcune dinamiche riguardanti la formazione e la composizione delle liste e quindi, preso atto dell’ostruzionismo, si è preferito fare leva su Italo per farlo decidere.
Sarà interessante capire con quale chiave retorica Voza si approccerà a questa campagna elettorale, dopo la sua legittima e per certi versi comprensibile ritirata conseguente la debacle elettorale 2017, dato che in questo anno e mezzo è letteralmente scomparso dalle cronache politiche lasciando i suoi dentro un consiglio comunale dove l’opposizione a Palumbo si è formulata nella stessa maggioranza. Un ritiro dal campo di battaglia in tempo di guerra, quando più c’era bisogno di una opposizione o quantomeno di un coordinamento esterno, per tenere a bada il leader forestiero che faceva il bello e il cattivo tempo. Invece l’ex sindaco ha preferito disertare lasciando il destino del comune nelle mani di un solo protagonista che, se non avesse sbagliato così tanto, sarebbe ancora sindaco e di Voza non si parlerebbe proprio. Come è stato per due anni or sono. E anche i suoi gruppi, che adesso imperversano sui social, sono spariti dalla scena salvo poi riemergere con l’avvicinarsi della campagna elettorale; così come i boccioli sbocciano solo di primavera.
Forse la morte dei partiti tradizionali permette un atteggiamento ballerino e autorizza comportamenti opportunistici solo e quando questo conviene politicamente e personalmente. E la battaglia politica si trasforma solo ed esclusivamente nella caccia al voto, più che essere uno scontro perpetuo nel nome del proprio ideale.
Dopotutto, se “sconfitta elettorale” vuol dire ritirarsi dall’agone politico, i 5 stelle sarebbero dovuti scomparire dalle cronache locali salvo poi emergere solo in questo periodo. Chissà cosa si sarebbe detto di Ernesto Franco e Bernardi se avessero assunto lo stesso atteggiamento. E tra l’altro loro non avevano beccato nessun rappresentante mentre le liste di Voza ne avevano eletti tre nel consiglio comunale. Ma, nonostante questo, ha preferito comunque un ritiro: sia dal consiglio comunale e sia dall’attività politica.
Una cosa è certa: un ideale non può autosospendersi e la voglia di battersi è più forte di una sconfitta elettorale pesante che comunque, a quanto pare, non ha scoraggiato proprio nessuno.
Il prossimo scontro politico sarà animato da dinamiche recenti e passate in un groviglio di rivendicazioni e accuse tra ex amministratori, amici e poi nemici; assonanti e poi discordanti.
Sarà questo atteggiamento ad aprire definitivamente la porta all’ipotesi di candidatura di Franco Alfieri?