Il limbo di incertezze che avvolge la comunità dalle mille anime sta ancora interrogandosi su un futuro prossimo e remoto che dovrebbe riportare in carreggiata la quotidianità.
Questa è la settimana in cui al NExT (Nuovo Ex Tabacchificio) espongono i produttori di fuochi d’artificio, sarà per questo che quelli “sparati” nel cielo della politica locale sembrano un po’ meno rumorosi e visibili quelli che vengono “sparati” in campo politico.
Infatti, in attesa che il commissario prefettizio, dott. Davide Lo Castro, convochi i comizi elettorali per scegliere la nuova amministrazione della città, si rincorrono nomi e cognomi gettati nella “mischia” delle ipotesi che, molto spesso, sono del tutto campate in aria.

C’è il bravo imprenditore, si segnalano uno o più avvocati, non può mancare il “grande vecchio”, il geniale commerciante, una decina di ex consiglieri eletti e non eletti nelle passate competizioni … non si intravede nessun “papa” straniero all’orizzonte.
I tavoli intorno ai quali si raccolgono i mallevadori in servizio permanente sono molto affollati sia da chi vuole sapere sia da chi vuole far sapere su che direzione prende in vento che porta al futuro prossimo, su quello remoto è impossibile fare affidamento visti i recenti passati.
Come accade di solito, anche i partiti che sono afoni durante tra una consiliatura e l’altra, sembrano fermi ai “blocchi” di partenza perché non sanno che “pesci” far uscire dagli acquari. Sperano che a risolvere il caso siano i “fratelli” maggiori arroccati nelle segreterie provinciali di Salerno …
Al contrario, i maggiorenti che sanno bene dove vorrebbero far girare il vento, sono al lavoro per sbrogliare la matassa che, però, è talmente ingarbugliata da far girare la testa in troppe direzioni.

Essi sono molto attivi … pescano nomi dai vari cilindri, chiamano il giornalista di turno, sollecitano appetiti e ambizioni, chiudono porte ed aprono portoni, consultano per sapere, sognano per dormire, escono per entrare, avanzano per non approdare …
Tutto ciò fa il gioco di chi riuscirà a mettere insieme una discreta capacità di “fuoco” per poi andarsi a posizionare al centro del ring e aspettare che la selezione “naturale” possa renderlo indispensabile.
Eppure, per chi ha ambizione di “potere”, quello che consente di modellare la realtà in cui si vive ed opera nell’interesse generale, sarebbe il tempo di farsi avanti a volto scoperto mettendoci, come si dice in gergo, la “faccia”.
Eppure sarebbe il momento di chi ha seguito il progetto del “papa” straniero (per ben due volte) necessario per ammutolire le “grida” provenienti da una città che sprofonda nella sua storia, senza potersi aggrappare al presente.
Eppure, sarebbe opportuno che si aprisse un dibattito pubblico per analizzare la realtà e decidere su quale binario e per quale destinazione indicare alla società capaccese paestana.
In fondo, ci sarebbe bisogno di “politica” e “partecipazione” per garantire a chi si propone per il ruolo di timoniere, un retroterra culturale e sociale in grado di non farlo andare alla deriva.

In fondo, bisognerebbe costruire il futuro, per dare un orizzonte possibile ad una città che già conosce la direzione in cui la storia le ha assegnato.
In fondo, chi più ha ricevuto dall’essere nato, arrivato, chiamato … a vivere nella città che ha vissuto tante storie, che è caduta molte volte e altrettante si è rialzata e rilanciata … potrebbe fare un gesto di generosità nei suoi confronti mettendosi in gioco senza fare troppi calcoli e puntare su un solo “numero” possibile … quello che può garantire una ripartenza che, basandosi su quello che è il presente, costruire il nuovo giorno per Capaccio Paestum.