Franco Palumbo ha perso un’altra occasione per mantenere il confronto con i fuori usciti dalla maggioranza che lo ha sostenuto fino al mese scorso nell’ambito che gli è proprio, quello politico.
Se i cinque più uno hanno tentato di punzecchiarlo a colpi di “fioretto” ventilando dubbi sulla legittimità di alcune scelte fatte sia nella scelta degli uomini assegnati ai vari uffici e scavando tra le pieghe di alcune delibere per accendere “della candeline per fare luce dove c’è l’oscurità nonostante la casa di vetro”, il sindaco della gente è salito sul palcoscenico per lanciarsi ad un “assalto all’arma bianca”
Infatti, durante la trasmissione “Detto con Stile” ha affondato il “pugnale” direttamente nel cuore dei suoi novelli oppositori colpendoli in modo furibondo senza nessun riguardo al recente passato che li ha visti accomunati nella battaglia epocale che lo ha portato sulla poltrona che un tempo era stata dell’indomito sindacalista Salvatore Paolino.
Il Palumbo “furioso” ha rinfacciato a Nino Pagano e a Nellina Montechiaro di “avergli nascosto i loro problemi giudiziari”; ha accusato Pasquale Accarino, suo collega carabiniere, di aver “nominato invano il nome della benemerita arma dei carabinieri durante una conferenza stampa politica” decidendo di segnalare il fatto per via gerarchica; ha ricordato a Fernando Mucciolo che “è stato cacciato fuori dai funzionari e dagli stessi cittadini quando ha cercato d’intromettersi durante le procedure di assegnazione delle concessioni sulla spiaggia, durante la messa a bando di lidi…”; ha messo in guardia Francesco Petraglia sul fatto che avrebbe portato “in Procura e al Distretto Sanitario dove lavora certi procedimenti che lo riguardano” .
Non ha nominato l’ultimo componente del sestetto, Angelo Merola, che per la verità era stato il meno diretto nell’accusare Palumbo durante la conferenza stampa di addio. L’impressione è stata quella che Palumbo abbia lasciata la porta socchiusa per un eventuale rientro …
Franco Palumbo si è presentato negli studi di Stile TV a capo del mini consiglio di maggioranza integrato con i nuovi arrivi: Pasquale Mazza e Marianna Polito. A tutti è stato dato il microfono per esprimersi nel merito delle loro deleghe e, soprattutto, per una sorta di “giuramento di fedeltà” al sindaco. Anche i due nuovi arrivati, chiamati in causa da Alfonso Stile, non hanno mancato di sottoscrivere in modo entusiastico il programma e il sostegno al sindaco in carica che, durante la campagna elettorale, avevano avversato.
È facile dedurre che questa scelta è stata fatta per dare una dimostrazione plastica della compattezza del gruppo che lo sosterrà d’ora in avanti. Difatti, Palumbomette avanti i numeri 6.995 andati a lui a fronte di 730 raccolti da i sei protestatari. L’impressione è che ha voluto farli valere per esorcizzare le non sono poche le voci, probabilmente diffuse ad arte, che danno in uscita un altro consigliere dalla maggioranza. Certo che se ciò avvenisse dopo il corale appoggio al sindaco espresso in diretta TV passeremmo dalla tragedia alla farsa!
Interessante anche l’intermezzo con Gianvito Bello, che lavora a “scavalco” quale responsabile dell’area 4 del comune. Il tecnico ha rigettato le ombre sul suo ruolo mettendo sul piatto i 50 progetti presentati a finanziamento per un valore di 150 milioni di euro. Si tratta di un lavoro quello fatto in poco più di un anno.
Palumbo porta un attacco frontale anche al “puparo” proveniente da Roccadaspide che lo ha accompagnato fina dal primo momento della sua avventura prima elettorale e poi amministrativa capaccese insieme a Pagano e a Lucio Conforti: “ho chiamato il sindaco del suo paese che mi ha confermato che anche a lui ha creato un’infinità di problemi …”
Forse avrebbe fatto meglio a chiamarlo prima di dargli un ruolo di primo piano nell’organizzazione della sua campagna elettorale!
Non sappiamo se con questa dimostrazione di “forza” della sua novella maggioranza schierata a “falange” a sua difesa sarà sufficiente a mantenerlo in sella fino alla fine del mandato. Certamente la gestione quotidiana della vita amministrativa e, soprattutto, l’organizzazione dei lavori del Consiglio comunale ne rimarranno fortemente condizionati.
Un apprezzamento per Alfonso Stile che ha dimostrato equilibrioe sobrietà nel condurre la lunga diretta ribadendo, più volte, l’equidistanza tra le parti e “gongolando” senza risparmiare di ribadire nessuna delle critiche rivolte ai presenti dagli ex sodali.
Ovviamente, dentro di sé, gongolava per gli ascolti che la trasmissione ha portato a casa anche per le “parole grosse” che sono volate negli studi televisivi e poi nell’etere tramite le antenne e lungo la rete web.
In conclusione possiamo prendere atto che la situazione si è cristallizzata e ci vorrà del tempo perché uno dei due blocchi riesca a “cedere” il passo ad un linguaggio meno violento e più consono al ruolo istituzionale che i protagonisti ricoprono.
Rimaniamo convinti, però, che chi ha più potere ha anche più responsabilità di limitare al massimo le prese di posizione estreme, rasserenare gli animi e “calmierare” le parole che in molti casi diventano macigni che si trasformeranno in “zavorra” che la Città di Capaccio Paestum dovrà portarsi al collo nel futuro prossimo.