Induzione indebita a dare o promettere utilità. Questa l’accusa con cui lo scorso 20 marzo, l’allora consigliere comunale e già vicesindaco di Capaccio Paestum Nicola Ragni, veniva colpito da una misura cautelare restrittiva che lo ha visto costretto agli arresti domiciliari. L’ordinanza è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari Renata Sessa su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale Antimafia Vincenzo Senatore, eseguite poi dai Carabinieri del Comando provinciale di Salerno congiuntamente ai colleghi di Caserta. Anche il dirigente dell’area III Rodolfo Sabelli, mediante la stessa ordinanza e con l’accusa di abuso d’ufficio ha avuto disposizioni per l’obbligo di dimora. Le indagini riguardano i lavori di ampliamento del cimitero comunale di Capaccio Paestum, iniziati alla fine del 2014. Partì tutto da un’interrogazione consiliare, da cui iniziarono e proseguirono per 2 anni le indagini, mediante l’acquisizione di documentazione pubblica, intercettazioni telefoniche e dichiarazioni rese dall’imprenditore che aveva l’incarico di eseguire i lavori.
L’affidamento dei lavori di ampliamento del cimitero era stato dato in concessione ad un’associazione temporanea di imprese composte dalla Ktesis, dalla Navab Costruzioni s.r.l. e dalla Tekno Eco sas di Gaetano Pisciotta&CO. Decisiva è stata la verifica delle figure amministrative dietro le società. L’amministratore del “Progetto Le Ceneri di Paestum” era Rossella Marino, moglie del titolare della maggior parte delle quote della Ktesis, Giacomo Caterino. La Navab, invece, aveva come amministratore Arturo Noviello , zio di Paolo Caterino (figlio di Giacomo). Dal 2013 la Navab con decreto del Prefetto di Caserta, si vedeva impossibilitata ad esercitare rapporti contrattuali con le pubbliche amministrazioni, per mezzo di una misura interdittiva antimafia. La Ktesis, inoltre, aveva subito un ingente sequestro di quote. In più Giacomo Caterino “vanta” una consanguineità con Antonio Iovine, un noto pluricondannato ed esponente del clan dei Casalesi. Stando alle indagini Rodolfo Sabelli avrebbe chiuso un occhio sul curriculum di aziende e persone e avrebbe sorvolato sulla richiesta della normale documentazione antimafia. Ad avallare la natura dolosa delle violazioni, le intercettazioni telefoniche che hanno accertato l’esistenza di legami tra il dirigente ed alcuni esponenti delle società. Il fatto che incrimina Nicola Ragni, riguarda un incontro avvenuto nel noto Lido Mediterraneo di Capaccio Paestum in cui l’allora consigliere di maggioranza, Roberto Ciuccio, si faceva portavoce di Ragni e di Leopoldo Marandino, sempre consigliere comunale all’epoca, ed intimava all’imprenditore Giacomo Caterino di versare 2.500 euro come tangente per ogni cappella da realizzare nel cimitero comunale. Per Ragni scattano subito gli arresti domiciliari proprio perché ancora consigliere comunale, con la sua posizione e frequentazione degli uffici comunali, avrebbe potuto eliminare documenti utili alla sua incriminazione. Dopo gli arresti l’ex consigliere era stato comunque sospeso dal Prefetto e sostituito da Marianna Polito. Nicola Ragni, durante gl’interrogatori si dichiara “estraneo ai fatti” e ricorre al Tribunale del Riesame.
Lo scorso 20 aprile l’ex vicesindaco ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di consigliere comunale di opposizione, dimissioni necessarie per la richiesta di revoca della misura cautelare restrittiva a suo carico. Qualche giorno fa la richiesta inoltrata dall’avvocato di fiducia di Ragni, Domenico Guazzo, è stata accolta con parere favorevole del Pubblico Ministero Vincenzo Senatore e l’ex consigliere è tornato libero. Rimangono tuttavia aperte le indagini.