Quella dei randagi è una piaga da debellare assolutamente, e utilizzando ogni mezzo a propria disposizione. Spesso le petizioni sono le uniche armi che rimangono a chi è senza voce, o magari ci ha anche provato ad urlare, ma il suo è rimasto un grido strozzato e inascoltato. A Capaccio Paestum è partita una raccolta firme per la costruzione di un rifugio sanitario, che si baserebbe su questi presupposti: è pura utopia pensare che il comune debba avere un rifugio sanitario con assistenza veterinaria 24 ore su 24? Magari gestito dal comune e con il supporto delle associazioni e dei volontari ? Perché finanziare canili lager di privati (es: Cicerale) ? Perché non amministrare con oculatezza i soldi dei cittadini ? Perché continuare a mandare i randagi al canile convenzionato Le Ginestre a Quindici (Av) spendendo troppo e non dare la possibilità alle associazioni e ai volontari di seguire i cani per una futura adozione ?
Quali sarebbero i vantaggi di un rifugio comunale? La spesa per la costruzione del rifugio comunale è inferiore ai costi che ha oggi il comune nei confronti della struttura convenzionata ; La spesa sostenuta verrà facilmente ammortizzata; Sarebbe un grande passo verso la civiltà; Crea posti di lavoro; è uno stallo provvisorio, in attesa di future adozioni per tutti i cani ; Non arricchisce chi sfrutta i randagi; è decoro urbano; è il desiderio della popolazione di Capaccio Paestum.
Detto ciò, l’associazione Diamoci una Zampa, con sede legale in Capaccio Paestum, invita la cittadinanza a partecipare e fare fronte comune.
Basterà porre una firma con i dati anagrafici e numero del documento di riconoscimento. I modelli saranno reperibili in tutte le contrade, tutte le attività commerciali del Comune di Capaccio Paestum, nelle associazioni presenti sul territorio e a breve sarà pubblicato un calendario con data e luogo dove saranno allestiti gazebo per firmare la petizione.
Abbandoniamo questo argomento per occuparsi di un’altra tematica altrettanto scottante: la crisi del turismo a Paestum.
Sono state 426mila le persone che hanno visitato il sito di Paestum nel 2018. In un anno tutt’altro che roseo per il turismo nel Cilento, con un calo di oltre il 30% delle presenze in estate, il Parco Archeologico mantiene il livello del record storico raggiunto nel 2017. In lieve flessione gli ingressi, soprattutto quelli gratuiti (-3,4%), mentre salgono gli incassi (+1%). Un dato sorprendente dal momento che il settore turistico del territorio cilentano ha dato segnali preoccupanti nel 2018, come evidenziato dalla Confesercenti Salerno e dall’osservatorio turistico dell’Abbac (Associazione bed & breakfast e affitta camere della Campania).
“E’ un grande risultato sullo sfondo della crisi turistica che il Cilento sta vivendo – commenta il direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel, nominato nel 2015 – Ora però la politica deve reagire: chiediamo un piano concreto per infrastrutture, decoro e promozione della Piana del Sele e del Cilento, Alburni e Vallo di Diano. A Salerno le grandi navi non arrivano più, perché il porto non è attrezzato; le strade sono intasate e maltenute, i treni carenti, stazioni e centri abitati privi di servizi turistici essenziali e di qualità. Per non parlare di abusi edilizi, discariche abusive e prostituzione stradale. Così il territorio viene tagliato fuori”.
Da quando al Parco Archeologico è stata conferita l’autonomia gestionale e finanziaria nel 2015, i flussi sono incrementati del 42%, arrivando da 300mila nel 2015 a più di 420mila. “Ma più della quantità, conta la qualità – aggiunge Zuchtriegel – Le persone che oggi vengono a Paestum fanno un’esperienza diversa rispetto a qualche anno fa. Stiamo lavorando sulla qualità della tutela e della fruizione inclusiva e stiamo facendo nuovi scavi, inoltre offriamo visite ai depositi e laboratori per famiglie su base giornaliera. Tutto questo è un risultato tangibile di un lavoro di squadra, e per questo ringrazio tutti i collaboratori e amici a nome della direzione e del Consiglio di Amministrazione”.