di Bartolo Scandizzo
Nicola Ragni è da una vita che si trova a navigare nel mare della politica capaccese. Dopo una ventina di anni, non si sente stanco?
Ci sono anche politici che sono stati in campo per molti più anni. Ma non sono mai stato sindaco! Ecco perché vorrei mettere al servizio di Capaccio Paestum l’esperienza accumulata in questo lungo periodo in ho ricoperto ruoli di responsabilità in varie amministrazioni ma non ho mai potuto decidere in prima persona né fare scelte importanti.
Di tutte le sue esperienze amministrative quale ritiene sua stata la più proficua?
Certamente quella con Pasquale Marino del 1995 quando scese in campo con liste composte di giovani volenterosi. In quegli anni ci fu una vera svolta nella nostra realtà con decine di opere realizzate e un afflato tra giunta e consiglio mai più rivisto nelle esperienze successive.
Lei ha conosciuto tutti gli altri sindaci che si sono succeduti da quando esiste questo sistema elettorale. Come li giudica?
Già il Marino del secondo mandato non mi soddisfaceva. Per cui, insieme ad altri assessori ci dimettemmo. Lui andò avanti fino alla fine ma con uno stillicidio di sostituzioni in giunta e in consiglio che ricorda molto la fine della sindacatura di Italo Voza. Con Enzo Sica fui all’opposizione e contribuii alla sua caduta. Come fui contro e firmai per l’abbattimento di Marino che successe a Sica.
Poi c’è stata l’esperienza da vicesindaco di Voza. Anche questa si è risolta con il ritiro delle deleghe. Perché è successo?
Italo ha poca dimestichezza in campo politico. Istigato dall’interno della maggioranza contro di me che, con lealtà, davo seguito alle decisioni prese in giunta e in modo collegiale, mi mise in condizioni da rimettere il mandato e le deleghe unitamente alla revoca fatta ad altri assessori. Ha sbagliato ed oggi si ritrova in forte difficoltà come dimostra il continuo cambio di assessori.
Gli ultimi 3 sindaci che sono saliti a palazzo di città sono stati costretti a dimettersi e lo stesso Voza ci è andato vicino, perché gli stessi consiglieri di maggioranza si sono uniti agli oppositori per farli cadere. Cosa pensa di fare per evitare un altro fallimento?
Questo sistema elettorale dà molto potere al sindaco. Le liste già pronte che mi sosterranno (per il momento sono due ma ne arriveranno altre) saranno composte da persone, soprattutto giovani, perché sono fermamente convinto che occorra un profondo rinnovamento generazionale. Io avrò l’onere di plasmarli all’amministrazione e sarà mia responsabilità mantenere vivo il rapporto fiduciario che già in questa fase è solido.
Oggi che si candida a sindaco, descriva la situazione del comune sia sotto l’aspetto economico sia progettuale.
Nel nostro comune sono stati fatti molti investimenti per svariati milioni di Euro, gran parte di essi poco visibili. Per esempio l’ammodernamento della rete fognaria e l’area Pip in località Cerro. È sintomatica la questione della zona Pip. Abbiamo speso i soldi ma i nostri imprenditori vanno ad insediare le aziende a Giungano, Albanella, Roccadaspide o Agropoli. Questo perché il costo di € 80 a mq non è competitivo con i 30 € degli altri comuni. Dovremo anche noi fare in modo che il costo del terreno sia quello che il Comune paga per l’esproprio e cioè di 30 euro al mq. La cosa gravissima, però, è un’altra. E cioè che a fronte di investimenti per decine di milioni di euro non vi è una sola ditta locale che lavori e nemmeno un tecnico di Capaccio. Questa cosa è strana e grave.
Quali sono le priorità su cui intervenire per una partenza che abbia un impatto forte sul sistema pestano?
Prima di tutto dovremo ricomporre il sistema di relazioni sociali che si sono deteriorate oltre ogni pur legittima contrapposizione. Poi, dovremo modificare in modo sostanziale la struttura del vertice burocratico del comune e cercare di riavvicinare così i cittadini al comune. Approvare rapidamente il Puc con l’obiettivo immediato di dare sistemazione alla fascia costiera che versa in condizioni pessime: viabilità, pineta e spiagge e dare un assetto definitivo a Capaccio Scalo anche attraverso scelte coraggiose che riguardano le strade, le piazze più importanti e la relativa viabilità.
Come pensa di rapportarsi con il direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel e che giudizio dà di quanto fatto finora?
Il Direttore ha dimostrato di saperci fare ed anche molto bene. I risultati di questo ultimo anno gli danno ampiamente ragione. Bisognerà creare una sinergia tra il Comune ed il Parco Archeologico che porterà sicuramente benefici a tutto il territorio. Penso ad una rete ideale ed immaginaria sul territorio che dovrà tramutarsi in realtà e dovrà fare in modo che Paestum, che è il grande attrattore, dovrà portare benefici alle altre zone del nostro territorio (penso soprattutto al Centro storico del Capoluogo ed a Gromola Vecchia ) unendosi ad esse attraverso un sistema di visite turistiche che non dovranno limitarsi alla sola zona archeologica. Penso ad ulteriori Musei che potrebbero essere allestiti sul territorio con i tanti reperti tenuti oggi in posti nascosti e che non possono essere ammirati.
Poi ci sono gli annosi problemi che sono stati sempre additati e mai risolti.
Esistono sul nostro territorio numerose strutture ormai abbandonate e degradate che dovrebbero essere recuperate ed utilizzate anche espropriandole ai privati che non le utilizzano. I parcheggi che sono stati costruiti al di fuori della cinta muraria di Paestum dovranno essere utilizzati in quanto sono costati soldi alla società ed in quanto potranno dare lavoro a diversi giovani disoccupati. Dovrà trovarsi una sistemazione definitiva e non dispendiosa per la ricollocazione delle sfere geodetiche. Dovrà essere risolto il problema del sottopasso a Paestum. Il centro storico dovrà essere recuperato perché volano di sviluppo economico e turistico per l’intera zona e non solo per il capoluogo. Bisognerà definire il ruolo di Capaccio Scalo anche attraverso scelte coraggiose che riguardano via Italia e piazza Santini che non potranno continuare ad essere un misto e cioè né carne né pesce. Dovrà essere risolto anche l’inquinamento visivo dovuto al groviglio di tabelle e insegne installate negli anni novanta. Si dovrà risolvere il problema della sicurezza dei cittadini. A tale proposito noi pensiamo che, al di là di impianti di telecamere che si dovranno installare nei punti strategici del territorio, l’immobile ex macello dovrà essere immediatamente concesso in comodato gratuito a qualsiasi Corpo ( Finanza, Carabinieri o Polizia ) vorrà trasferire sul nostro territorio un Commissariato o una Capitaneria. Un occhio ed un interesse particolari dovranno essere dati nell’ambito sociale, visto il numero delle persone bisognose in continuo aumento, e sia per quanto riguarda l’integrazione degli immigrati creando un apposito assessorato che si occupi di queste due ultime problematiche.
Il numero di candidati alla carica di sindaco è elevato come mai si era visto nel recente passato. Quanti pensa saranno candidati effettivamente?
Credo che alla fine saranno in 45. I nomi saranno quelli rilevati dal sondaggio di Unico del mese di dicembre.
Se, come sembra, saranno tutte liste civiche, in che cosa si differenzieranno l’una dall’altra oltre ai nomi che le formeranno?
La civicità è un valore in questo tempo di perdita di riferimenti ideali. A Capaccio Paestum sono 20 anni che le liste civiche sono state lo strumento utile per vincere. È un modo corretto per dare la possibilità alle persone che, indipendentemente dal credo politico, hanno voglia di spendersi per il proprio paese.
Tra i giovani già candidati, ne indichi unoa che rappresenti lo spirito delle sue liste?
Non posso indicare un solo nome perché non sarebbe giusto e corretto verso tutti gli altri. Dico solo che i nostri giovani candidati dovranno fare la politica per passione e per dare un contributo alla nostra società non per guadagnare soldi con inutili commissioni o con strampalate trasferte o con partecipazioni a immaginari corsi o per inseguire la gloria personale. Dovranno essere liberi da condizionamenti esterni e non dovranno avere conflitti di interessi. In poche parole dovranno essere persone che concepiscono la politica come un servizio da dare e non come un tornaconto personale.