Arte, cultura, stile di vita ma soprattutto filosofia; il karate ha i suoi principi morali e come disciplina li evidenzia tutti. Così come non nasconde la propria peculiarità in tal senso il prof. Ferdinando Polito, maestro di karate e fiduciario CONI. Persona di alto profilo morale, culturale e sociale, il quale ha fatto della sua professione un veicolo trainante verso i più alti saperi dello sport e della condivisione di un’etica territoriale che ben si concilia con la storia della nostra città. Gli abbiamo fatto alcune domande, al fine di conoscere meglio questa sua passione per le arti marziali e di come si interfaccia con il territorio sul quale opera.
Quando ha iniziato a praticare la nobile arte del Karate? È da dove è nata questa passione?
Ho iniziato la pratica di questa fantastica disciplina alla tenera età di cinque anni. La passione per il Karate è nata come ogni bambino, attraverso la visione degli “anime giapponesi” o di alcuni film di arti marziali. Da subito ho notato un’affinità con le radici orientali del karate stesso, ovvero quelli della sua madrepatria, il Giappone; nel 2015 ho avuto l’occasione di poter fare un viaggio di formazione nel paese del “Sol Levante” e ho potuto constatare con i miei occhi gli insegnamenti di tanti anni. Ho avuto l’onore di essere ospite e di approfondire i miei insegnamenti nel dojo dei Sensei Hasegawa della nazionale giapponese di Karate.
Lei gestisce, da titolare, l’A.S.D. Polisportiva Poseidon: in che anno ha dato avvio al centro e quali soddisfazioni le ha dato fino ad oggi?
Al compimento della maggiore età decisi di prendere parte al corso di formazione per diventare un tecnico specializzato, immediatamente ho avuto una proposta di lavoro presso una ludoteca del territorio e così per due anni ho iniziato a seminare le radici del “Mio Karate”. Nel 2012 decisi di costituire l’A.S.D. Polisportiva Poseidon o Karate Poseidon e così iniziò la mia carriera da tecnico titolare. Durante gli anni ho continuato a formarmi e dare un contributo etico ai miei atleti. Il buon Maestro deve innanzitutto essere un buon educatore dando ai bambini delle basi tecniche e morali importanti, così come ai ragazzi, che durante il periodo adolescenziale devono seguire la “retta via”, e agli adulti che si appassionano alla filosofia della disciplina stessa. Il compito del “Sensei” che letteralmente significa “colui che sta più avanti” è proprio quello di essere il supporto dei genitori durante il percorso pedagogico dei karateka. La nostra società è affiliata alla F.I.J.L.K.A.M. riconosciuta dal C.O.N.I., ciò garantisce una formazione a 360° sia dei tecnici che degli atleti. In ambito agonistico la società vanta diversi ragazzi che con impegno, sacrificio e dedizione hanno conquistato risultati importanti, di rilievo nazionale e internazionale, con la convocazione di alcuni di essi ai raduni del Centro Tecnico Regionale e della nazionale italiana. L’aspetto agonistico però non distoglie gli insegnamenti tradizionali, fondamentali per plasmare il praticante.
Nella città dei Templi dunque la filosofia delle arti marziali, ma ad essere precisi possiamo dire la cultura del Karate; come si conciliano le due cose?
Sono innamorato del mio territorio e delle arti marziali, il connubio tra le due parti è fondamentale per dare significato all’esistenza del Karate Poseidon. Il nostro logo rappresenta a pieno l’appartenenza al territorio, ricorda una delle opere più importanti della città dei Templi, la “Tomba del Tuffatore”. L’iconografia del Karateka sulla colonna affronta la morte dopo aver vissuto una vita seguendo i valori della disciplina giapponese. Il colore sociale della nostra scuola di karate è il granata. Deriva da uno dei simboli principali del nostro territorio ovvero il granato, il melograno , simbolo di unione. Sono orgoglioso di rappresentare in Italia e nel mondo la terra della storia, del sole, della gastronomia e dello sport. Lo slogan è “Quando una filosofia di vita, si fonde al fascino della storia”.
Per la gestione e l’insegnamento si avvale di collaboratori?
Agli inizi della mia carriera ero l’unico insegnante a gestire i corsi, fortunatamente il numero dei partecipanti alle mie lezioni è cresciuto in modo considerevole ed alcuni dei miei atleti hanno intrapreso il corso federale per diventare aspiranti tecnici. Altri atleti invece grazie alla conquista della cintura nera federale hanno avuto l’occasione di avere dei punteggi importanti in alcuni concorsi relativi alle forze armate. Il Karate riesce a dare anche degli sbocchi lavorativi importanti, poiché oltre alla carriera da “maestro” i praticanti possono intraprendere diverse strade come ad esempio anche l’arbitraggio.
Lei è laureato in scienze motorie e pedagogia dello sport, è maestro di karate e fiduciario Coni, tre eccellenti obiettivi; ci può in breve dire quali difficoltà, impegni e sacrifici ha affrontato per raggiungere questi traguardi?
Sono tre cariche l’una legata all’altra. Durante la mia carriera da “Maestro” di Karate la passione per le arti marziali e per lo sport mi hanno portato al raggiungimento della Laurea in Scienze Motorie, dando così alla mia figura professionale un significato ancora più importante attraverso nozioni scientifiche. La figura del Laureato in Scienze Motorie viene definita come “Chinesiologo”. La chinesiologia è una scienza che si occupa dello studio della meccanica del corpo, dei movimenti umani e di come questi avvengono a diversi livelli: al livello fisico e motorio, intellettivo e cognitivo, sociale e razionale, affettivo ed emotivo. In questo momento sto seguendo il corso di Laurea Magistrale in Management dello Sport e delle Attività Motorie per raggiungere un nuovo traguardo che alimenterà la figura del “fiduciario C.O.N.I.” che con passione ed umiltà svolgo al servizio dei territori di Capaccio Paestum, Giungano, Monteforte C.to e Trentinara. La mia formazione professionale continua con gli attestati di Tecnico di ginnastica posturale in ambito sportivo, Educatore Sportivo Scolastico e la qualifica di Coach accreditato dalla WKF. Quando si svolge un compito con passione credo non esistano sacrifici, il Karate insegna ad affrontare le difficoltà a testa alta con decisone e razionalità.
Nelle attività che lei svolge attraverso il suo centro polisportivo ve ne sono alcune di importanza sociale, oltre che culturale, come le basi educative del karate ai bambini, la lotta e il contrasto alla violenza sulle donne, e così via; ci parla di queste iniziative?
Riprendendo in parte ciò che ho detto in precedenza, il Karate con il suo Codice Etico insegna quei valori che formano non solo l’atleta in se ma curano l’ aspetto educativo e cognitivo. Le Arti Marziali sono considerate vie per il perfezionamento spirituale. Il raggiungimento della perfezione da perseguire in ogni ambito della vita quotidiana. L’impatto del Karate nel sociale è molto importante, le regole intrinseche nella pratica di questa disciplina portano al rispetto del prossimo, il Fair Play come concetto integrale alla formazione ed educazione dei praticanti. Un altro aspetto è la lotta al bullismo, il Karate non è violenza ma una disciplina in cui il “bullo” impara il rispetto verso i propri compagni. Attraverso i nostri corsi di difesa personale, invece, cerchiamo una fusione tra i valori della disciplina del “Sol Levante” e la tecnica. Il tema della violenza sulle donne è molto delicato e va affrontato con rispetto, cercando di rafforzare innanzitutto l’autostima delle praticanti e dare loro delle nozioni tecniche in grado di potersi difendersi in maniera del tutto istintiva. La “mission” dei miei insegnamenti si volge in primis verso aspetti importanti quali aggregazione e condivisione. Un altro tema caro alla nostra società riguarda l’inclusione degli atleti diversamente abili, ho a cuore questo argomento, seguendo seminari che trattano il ruolo degli sport da combattimento nella formazione motoria e il suo potenziale educativo nelle disabilità. Una delle iniziative che mi ha dato enorme soddisfazione è stata la lezione Genitori-Figli, in cui i piccoli karateka sono stati i “maestri” dei propri genitori, è stato un evento pedagogico fondamentale per entrambe le parti. Altre iniziative volte all’aggregazione e alla formazione sono gli stage vacanza organizzati in località sciistiche o balneari che fondono la passione al divertimento.
Le palestre, i centri sportivi, ecc. sono state, come tante altre attività, penalizzate profondamente dalla pandemia e di conseguenze dalle restrizioni alle quali noi tutti ci siamo dovuto adattare. Come ha affrontato tale difficoltà e soprattutto quali risvolti ha avuto sul rapporto con i suoi allievi e nella gestione economica del centro?
Purtroppo la pandemia ha colpito duramente il settore dello sport. Però anche questa volta in qualità di educatore ho cercato di dare un esempio di forza di volontà ai miei praticanti. Durante il primo lockdown abbiamo immediatamente attivato i mezzi informatici per avviare i corsi in modalità telematica. Non è la stessa cosa, ne sono consapevole, gli atleti in particolar modo i bambini vogliono il “contatto” con il tecnico. Però non me la sentivo di abbassare la serranda in faccia ai miei atleti, così abbiamo avviato le lezioni online e tutt’oggi seguite dagli atleti protagonisti (dai 4 agli 11 anni). Attraverso i protocolli emanati dalla federazione ed approvati dal C.T.S. invece stiamo seguendo la preparazione degli atleti agonisti, con lo scopo di raggiungere i nostri obiettivi, ovvero le competizioni e gli esami. Per consentire spazi e garantire il rientro dei nostri karateka abbiamo preso in considerazione un nuovo locale più ampio così a Marzo se tutto andrà per il verso giusto, salvaguardando in primis la salute, ritorneranno ad allenarsi in totale sicurezza.
Intervista a cura di Glicerio Taurisano