di Adriana Coralluzzo “Raggi” di donna non solo a Roma, anche a Capaccio splende il sole femminile, c’è fermento nel cosiddetto sesso debole. Le idee sono più forti del genere, del colore politico o della pelle, e di idee Rosita Galdi ne ha tante. Chi è la presidentessa di Elabora? “Sono io: Rosita Galdi. Mi occupo di contabilità, sono una consulente fiscale e da anni vivo a Capaccio pur non essendo originaria del territorio. Ho famiglia con due ragazzi e questo mi ha spinto a creare un punto di riferimento per i giovani. Crescendo insieme a loro mi sono accorta di alcune problematiche, manca un attrattore per le attività, per la loro crescita, per dare una mano alle famiglie nell’educazione, tolte ovviamente quelle imprese che lo fanno a scopo di lucro come le ludoteche, le società sportive, le scuole di ballo sicuramente tanto utili alle famiglie che però non posso inglobare a tutto tondo le esigenze dei ragazzi. Queste esigenze sono quelle di avere un punto di riferimento quasi parallelo alla famiglia, un posto dove sentirsi a casa propria, dove fanno ciò che fanno a casa però condiviso con altri ragazzi e persone adulte. Da qui è nata l’idea, non solo mia ma anche di Rosita Di Palma, di costituire un’associazione: Elabora.” Cos’è Elabora? “Il nome non è a caso, ma nasce dalla nostra voglia di elaborare delle soluzioni, dei progetti che siano di supporto alle famiglia ma anche di sviluppo del territorio. Puntiamo ad intercettare per la realizzazione di questi progetti dei fondi che ci aiutino a fare qualcosa di più grande, magari anche sostenibile e che possa andare avanti nel futuro. Fino ad ora ci siamo autofinanziate, a parte qualche sponsor che ci aiuta ad hoc evento per evento, ma non abbiamo un mainsponsor.” Il prossimo progetto che realizzerete? “È il Summer kids 2016 alla sua terza edizione, io lo chiamo il progetto pilota perché è stato il primo evento organizzato e forse quello che ci ha fatto conoscere di più. Si tratta di un pomeriggio intero fatto di attività ludiche, ma anche formative, che si conclude con il fiore all’occhiello dell’evento che è la sfilata di moda bimbo, bimba. È vero che la sfilata colpisce molto le mamme che vedono i propri figli sfilare e si emozionano, però il perno principale dell’associazione è quello di aiutare i bambini a superare dei forti ostacoli, delle barriere verso la socializzazione. Non riescono ad aggregarsi, sono timidissimi e hanno una scarsa autostima; stando insieme, affrontando il palco, ora sulla passerella, ora a teatro, ad esempio noi abbiamo fatto Natale in casa cupiello. Tanti bambini che non riuscivano nemmeno ad emettere un suono in pubblico hanno avuto una parte e l’hanno sostenuta egregiamente, e si abituano sia socialmente che professionalmente ad avere a che fare con la disciplina. Dal prossimo anno ci affiancheremo anche ad una psicologa.” Un esempio di attività ludica che svolgete durante il Summer kids? “Ogni anno cambiamo. Abbiamo avuto il teatro dei burattini, il mago, il cantastorie, un calcio balilla umano. Quest’anno stiamo costruendo qualcosa di più innovativo che però, per scaramanzia, non vi svelo.” Organizzerete altro per l’estate? “Si dal 4 luglio al 26 agosto ci sarà il Summer Camp, una sorta di colonia, non al mare però presso l’azienda Leone. Per i bambini le cui mamme lavorano, faranno una ludoteca formativa, ci sarà il riciclo dei materiali con cui costruire nuovi oggetti, l’orto dei bambini, il laboratorio alimentare e anche lì ci sarà la psicologa ad accompagnarli. Una volta a settimana faranno il pony time. Ma l’intenzione futura è quella di costituire protocolli di intesa con associazioni che si occupano di inclusione sociale, a livello nazionale, al fine di fornire servizi sociali sul territorio là dove non riescono ad arrivare le istituzioni.” La prossima settimana incontreremo l’assessore alle politiche sociali Maria Vicidomini, c’è qualcosa che volete chiedere direttamente all’amministrazione? “Le istituzioni apprezzano molto il lavoro che svolgiamo noi associazioni, ma il problema sono i fondi. Per quanto volontariato possa esserci, ci sono anche degli acquisti pratici che si comprano soltanto. Un’istanza, che ho già chiesto tra l’altro, è quella di accantonare una quota, per il prossimo bilancio previsionale, da destinare alle attività sociali. Reclutata magari detraendo una certa percentuale da tutti i lavori pubblici che vengono fatti, il 2-3% non in termini monetari ma destinando questa somma alla costruzione di infrastrutture e strutture destinate al sociale. Ad esempio, un problema che ho riscontato è quello delle donne e il lavoro. Una donna di Capaccio con bambini non riesce a lavorare se non in determinati contesti sottopagati, se hanno madri, suocere che tengono i bambini vanno a lavoro, se non ce l’hanno non gli conviene perché le strutture private costano. Io non parlo solo di asilo nido, perché la ludoteca arriva fino ad una certa età, un bambino di 12 anni non può stare da solo a casa se la mamma deve lavorare otto ore. Quindi le strutture di cui parlo sono quelle che affiancano i luoghi di lavoro. Questo è un cambiamento culturale che deve avvenire qui, perché al nord esiste già. Creare una serie di strutture che possono essere di supporto anche per un’azienda privata che per assumere una mamma deve fare i conti con i figli.” L’utopia sarebbe quella di avere uno spazio dove tenere i propri figli in ogni azienda, ma anche 2-3 strutture pubbliche sul territorio sarebbe già un grande passo in avanti. Molte donne sono sfiduciate, per vincere questa depressione finiscono per abbassare le proprie aspettative, cominciando a vivere alla giornata. Non fanno progetti a lungo termine perché non si possono permettere il lusso di rimanere deluse. La gratificazione delle donne non è solo quella da mamma. Io sono convinta che le associazioni da una parte, le istituzioni dall’altra, ma anche il mondo imprenditoriale, se cominciamo a perdere un po’ di individualismo e credere di più nelle reti, nelle aggregazioni, dei risultati si possono ottenere. Bisogna liberarsi da invidia, apparenza e classismo.” In un territorio in corpore sano, “la mente è come un paracadute, funziona solo se si apre.” A.Einstein
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