“Il Cambiamento ha messo le radici” è lo slogan che l’amministrazione Alfieri ha lanciato per presentare ai cittadini di Capaccio Paestum l’operato dei primi cento giorni di lavoro. Il pacchetto di progetti, di finanziamenti e di idee vecchie e nuove, rispettano perfettamente quello che è il programma di questa amministrazione. Infatti, dalla sala Erica, sabato mattina, il sindaco ha presentato il volto nuovo della città nei prossimi tre anni con: un intervento di ammodernamento di Piazza Santini (sia per quanto riguarda gli uffici comunali che per il cinema Miriam), la realizzazione del sottopasso di Paestum (dove il sindaco dice di aver già 7 mln di euro di finanziamento dalla regione), la riqualificazione della fascia costiera (anche con una diversa logistica del traffico e dei parcheggi che saranno gestiti dal comune) e l’acquisizione di Palazzo Stabile (che diventerà la nuova sede comunale).
Nelle rivendicazioni dei primi cento giorni c’è anche la consegna per fine ottobre del plesso scolastico di Capaccio Capoluogo e la riapertura della piscina Poseidone. Un lavoro, dice il sindaco, che “è passato anche dalla macchina amministrativa che adesso dimostra di lavorare con più entusiasmo e con più passione; che abbiamo rafforzato e sicuramente rafforzeremo in futuro”.
Un’azione amministrativa, dunque, che non ha paura di prendere decisioni coraggiose, che si assume la piena responsabilità del “cambiamento” e che dà un chiaro segnale di concretezza ai cittadini. Franco Alfieri sta facendo Franco Alfieri per come lo si è visto tanti anni ad Agropoli e per come lo si immaginava a Capaccio Paestum: un politico concreto, che parla la lingua del popolo e che risponde con i fatti. Ed è proprio questo modus operandi pragmatico che ha dato la sterzata al clima politico e sociale e che ha creato le condizioni per una interlocuzione costruttiva anche fra il comune e il parco archeologico di Paestum. Certo c’è la questione poco limpida dell’Unione dei Comuni dell’Alto Cilento, che crea inevitabilmente perplessità nel popolo (più per come arrivata la decisione, ovvero senza il consenso elettorale) ma che è la direzione in cui tutti i piccoli comuni d’Italia stanno andando: verso una unione che migliori il peso territoriale in termini economici e politici e che razionalizzi e magnifichi i servizi per i cittadini dell’intero distretto. Insomma, i primi cento giorni di questa amministrazione comunale hanno per davvero “messo le radici del cambiamento” e fatto sognare i cittadini. Ma il difficile arriva adesso.