Franz Ludwig Catel fu un pittore tedesco vissuto a cavallo tra il ‘700 e l’800. Aveva un fratello, Ludwig Friedrich anch’egli pittore, entrambi diplomati all’accademia delle belle arti di Berlino, e agli inizi dell’ottocento fondarono una piccola fabbrichetta di suppellettili per mobili in finto marmo, come ci spiega il sito della Fondazione Catel. Dopo anni di studi a Dresda, Berlino e Parigi nel 1811 Franz e suo fratello si stabilirono a Roma sull’onda emotiva del fascino del viaggio istruttivo nel vento neoclassico. La ricerca di Catel era volta agli effetti della luce solare, per questo era un pittore en plain air. Fece molti viaggi al sud, primo dei quali nel 1812 con l’archeologo e storico francese Aubin-Louis Milin. In questi viaggi Catel trovò il mercato dei ricchi stranieri in gran tour attratti dal patrimonio paesaggistico, artistico e archeologico italiano. Uno dei suoi più bei dipinti fu sicuramente il “Vesuvius” dove il rosso fuoco della fiamma restituisce un effetto particolare di luce. Nel corso dei suoi viaggi Catel si fermò anche nel salernitano e in particolare a Paestum in cui dipinse “La veduta di Paestum con i templi, la Costiera Amalfitana e Capri sullo sfondo” olio su tela del 1838.
L’opera di grande prestigio in cui traspare una luce e dei colori molto suggestivi e particolari (la sua cifra stilistica) oggi è di proprietà della Fondazione Giambattista Vico, e ubicata nel Museo “Paestum nei percorsi del Gran Tour” a Capaccio Capoluogo. La Fondazione, da anni attiva sul territorio, ospita più di centoventi opere, la maggior parte incisioni della seconda metà del Settecento, comprese importanti tavole di Morghen (1765) e ventuno incisioni del Piranesi. Il dipinto ritraente Paestum sarà presente al Museo Nazionale di Amburgo per una mostra internazionale. La Hamburg Kunsthalle ospita a partire dal 15 Ottobre la prima retrospettiva di Franz Ludwig Catel nella sua carriera di illustratore, pittore, incisore e fumettista a Parigi e Berlino e i paesaggi ritraenti il sud Italia: Roma, Napoli con le vedute del Vesuvio, la Costiera Amalfitana e Paestum. La mostra riunisce circa 200 opere provenienti da collezioni da tutto il mondo riunite in un catalogo commentato a cura del dott. Andreas Stolzenburg e della dott.essa Neela Struck. Il prof. Vincenzo Pepe, presidente della Fondazione Vico esprime la sua soddisfazione per la partecipazione della Fondazione alla mostra internazionale di Amburgo con il dipinto di Catel (“punta di diamante di un’importante collezione”) già esposto in precedenza presso il Museo di Berlino. La dott.essa Daniela Di Bartolomeo, direttrice del Museo “Paestum nei percorsi del Gran Tour” si dice entusiasta per l’apprezzamento delle opere del Museo soprattutto nel Nord Europa e per la promozione di Paestum in un contesto internazionale. La neoeletta vicedirettrice del Museo del Gran Tour, Marilena Montefusco, ha parlato invece, con rammarico, della possibilità di delocalizzazione del Museo nonostante l’importante lavoro culturale sul territorio e della possibilità di adibire in alcuni locali messi a disposizione della fondazione, una biblioteca pubblica rivolta soprattutto ai giovani. Luigi Pepe, giovanissimo direttore di Palazzo Marigliano a Napoli si è congratulato per il lavoro svolto dalla fondazione e ha annunciato una prossima esposizione dal titolo “I chiodi del Piranesi a Napoli” che sarà ospitata presso le Chiese di San Biagio dei librai e San Gennaro all’Olmo.
Bel risultato per un territorio ricco di bellezze naturali ed artistiche come Capaccio-Paestum, sperando che la diatriba per l’attuale sede del Museo nel Convento di Capaccio volga a buon fine.