Al termine del suo lungo viaggio nel mondo dello spirito e della conoscenza, Dante si rende conto che il significato dell’intero universo, in tutte le sue forme di esistenza, che il vero senso dell’opera creata da Dio è racchiusa in una sola parola: amore. Perciò non a caso conclude l’immane poema con un solo, illuminante verso: “L’amor che move il sole e l’altre stelle”. E rimbalza nella mente ciò che insegnava Sant’Agostino: “Si conosce veramente soltanto ciò che si ama veramente, e si ama veramente soltanto ciò che veramente si conosce”.
Sono fiumi di inchiostro quelli versati per scrivere d’amore sin dai primordi in cui l’uomo ha tracciato il suo primo graffito sulla parete rocciosa di una caverna, e sono una infinità di pagine quelle che l’amore nei suoi vari aspetti. Eppure sull’argomento non tutto è ancora concluso, perché su questo argomento dopo ogni orizzonte c’è sempre un orizzonte ultimo da raggiungere, da scoprire. Esempio lampante, anzi cantante è “Ama per amare” secondo cd, dopo il precedente “Vivi”, con dieci brani di Frate Massimo Poppiti, presentato poche sere fa nella magia del silenzio del chiostro dei Padri Cappuccini a Salerno, una serata per ascoltare brani in cui l’amore viene descritto con un linguaggio autentico ed onesto. E già il titolo è indicativo di tutto il lavoro che Frate Massimo ha compiuto per i testi e la musica, se pur con lacollaborazione del vocal coach Germano Parisi e dell’arrangiatore Mario Tortorella. Un inedito nel mondo della musica, che racconta riflessioni sull’amore, “considerato come l’unico sentimento talmente potente da poter generare fuoco e coprire le ombre di ogni animo”.
«Ama per amare, nell’amore è la felicità e la vera ricchezza che rende liberi», canta Fra Massimo con quell’estensione di voce sospesa tra il grido e il sussurro d’animo così cari a Renato Zero, poeta della musica, di quelli che, a richiamo di Shakespeare, sono “fatti della stessa sostanza dei sogni” e, nello spazio e nel tempo d’un sogno, riescono a raccogliere la breve vita .
Continua, Fra Massimo, nel suo canto libero con due, tre, dieci brani: “E fai della tua vita una canzone e vola e vivi il tuo momento, perché la tua storia è infinita”.
Si sospende, nel silenzio della mente, tutto si rivera’anima per meditare senza di spazi e di tempo oltre quell’ultimo orizzonte sconosciuto e in quella dimensione di infinito che si chiama eternità. cose inutili, che si giustificano come “necessarie”, si “conquistaper vivere” nella quotidianità di ognuno e quante cose utili si riescono a realizzare “non morire”!
Ricorda Frate Massimo col tono dell’umiltà congenita ai figli di Francesco d’Assisi, che “ Per avere il meglio dalla vita bisogna imparare, non solo ad apprezzarla, ma anche ad amarla”.
Nato ad Olevano sul Tusciano, a 21 anni entra in convento ed è frate da 35 anni. Inutile riportare gli anni della sua età, perché a vedere cantare ha dalla sua la giovinezza e ad ascoltarlo ha la parola della certezza
Non è stata una scoperta improvvisa il suo desiderio di cantare, ma una consapevolezza antica. Il canto è una espressione profonda di ciò che uno porta dentro come emozioni; ma per Frate Massimo è anche “un’occasione per una testimonianza d’amore e di rapporti tra gli uomini”. Nel silenzio di una saletta, dove si svolge una breve, ma intensa conversazione, il frate cappuccino spiega che vivere è saper apprezzare la vita per sé stessa e sapere le possibilità che la vita ci pone, prima di tutto la certezza che non siamo soli, ma soprattutto c’è qualcuno che ogni giorno ci accompagna. Per questo canta “Non aspettare di avere tutto per goderti la vita, hai già la vita per goderti tutto”.
L’animo si sospende meditando parole scelte nel vocabolario di Francesco, di quel poverello che seppe donare agli uomini il “Cantico delle creature”.
Scopaione dalla mente tutte le altre forme di amare che l’uomo è stato capace di inventarsi per la costruzione di discolpe terrene, povere di senso e significato.
“Penso che nella vita ci sono tante cose negative e se ne parla tantissimo. Ma ci sono anche tante cose belle di cui si parla poco, per questo cerco di portare in giro il mio canto per dare una diversa visione della gioia”. Una diversa e forse sicura visione non solo della gioia, ma anche della propria esistenza, che non deve mai dimenticare il proprio vicino, colui a cui stendere una mano non per prendere, ma per dare. Ecco la concretezza di un cd musicale dove l’altro è il fine ultimo del racconto di Fra Massimo. Così, nel silenzio di una sera d’inizio, tra colonne di un chiostro e alberi di limoni canta Fra Massimo in sussurro francescano: “E ferma questo istante e imprimilo nel cuore, con tutti i colori per disegnare emozioni. E abbi cura di quelle più belle, quelle che profumano di speranza e di felicità”.