L’Area Protetta
Carta d’identità
Superficie a terra: 14’870.24 ha
Regioni: Campania
Province: Avellino, Benevento, Caserta, Napoli
Comuni: Arienzo, Arpaia, Avella, Baiano, Cervinara, Forchia, Mercogliano, Monteforte Irpino, Mugnano del Cardinale, Ospedaletto d’Alpinolo, Pannarano, Paolisi, Pietrastornina, Quadrelle, Roccarainola, Rotondi, San Felice a Cancello, San Martino Valle Caudina, Sant’Angelo a Scala, Sirignano, Sperone, Summonte
Provv.ti istitutivi: LR 33 1/09/1993 – DPGR 5568 2/6/95 – DGR 59 12/2/99 – DPGR 780 6/11/2002
Elenco Ufficiale AP: EUAP0954
Ente Gestore: Ente Parco Regionale del Partenio
Il P.I.T. (Progetto Integrato Territoriale)
Il Progetto Integrato Territoriale, strumento fondamentale del Parco Regionale del Partenio, ha l’obiettivo di creare condizioni di Sviluppo Sostenibile del territorio, attraverso la conservazione, la valorizzazione, la promozione e la fruizione delle risorse naturalistiche, ambientali, storico-religiose e culturali dell’area protetta. Infatti la Progettazione Integrata che si basa sul principio della concentrazione delle risorse, in un ambito ben definito, attivabili mediante una serie di azioni, sia materiali che immateriali, concertate e integrate è finalizzata ad assicurare adeguato sviluppo locale in funzione della vocazione territoriale.
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Foto di Il P.I.T. (Progetto Integrato Territoriale)
Il Parco
Il Parco regionale del Partenio istituito nel 2002, occupa una superficie di 14.870,24 ettari e comprende 22 Comuni, variamente distribuiti sull’ambito territoriale, sia nella parte appenninica del Partenio, che nelle valli adiacenti, Valle Caudina e Valle del Sabato e vallo di Lauro Baianese. I centri urbani, in prevalenza appartenenti alle province di Avellino e di Benevento, sono dislocati soprattutto nella fascia pedemontana e le strade che li collegano formano un circuito che circonda l’intero complesso montuoso del Partenio. Il territorio compreso nel Parco Regionale del Partenio è caratterizzato dalla dorsale Monti del Partenio, individuata come Sito d’importanza comunitaria- S.I.C. sulla base del D.M. 03.04.2000, che si stende, con una tipica configurazione allungata, per oltre 25 Km. La dorsale è un sistema montuoso calcareo con pendici incise da valloni piuttosto profondi, che ne solcano i fianchi, portando a valle le acque piovane e le acque di sorgente. Il territorio dell’intera area interessata dal Parco del Partenio è caratterizzato in massima parte da boschi; ampio spazio trovano le coltivazioni arboree ed erbacee e aree a pascolo. L’area è sottoposta quasi integralmente a vincolo idrogeologico. Ampie parti dell’area protetta sono soggette, inoltre, a vincolo paesistico.
La catena del Partenio rappresenta una vera e propria isola biogeografica, un polmone di verde e di natura. Il Parco Regionale del Partenio presenta favorevoli condizioni di accessibilità rispetto a tutti i capoluoghi di provincia. Il territorio è servito da molteplici vie di comunicazione regionali, dai tracciati autostradali (Caserta-Salerno e Napoli-Bari), dalla via Appia (SS 7) a nord, dalla statale 7 bis a sud e dalla linea ferrata (tratto Benevento-Napoli e Avellino-Napoli).
L’area Parco è caratterizzata da numerosi sentieri, che partendo dai centri urbani, si sviluppano tra i boschi di castagno e faggio e conducono a luoghi dalla valenza naturalistica rilevante.
Storia e Geomorfologia
Il Partenio venne alla luce 3-4 Milioni di anni fa, tra il Pliocene ed il Quaternario.
I primi colonizzatori dei Monti del Partenio sembrano essere stati popoli appartenenti alla Civiltà Appenninica.
Sul territorio del Partenio si insediarono due dei rami del popolo Sannita:
i Caudini si stabilirono nel Sannio Occidentale, tra Lazio e Campania arrivando fino alla valle dell’Isclero;
gli Hirpini si stabilirono tra la Campania e la Puglia.
Il Partenio diventò punto di contattato tra queste genti.
Nel territorio del Parco si consuma uno dei più famosi episodi storici: la sconfitta dei Romani ad opera dei Sanniti e l’episodio delle Forche Caudine, quando i primi furono umiliati e costretti a passare sotto il giogo delle lance sannite.
Nei vari Comuni del Parco del Partenio sono state scoperte diverse testimonianze della Civiltà Sannita. Altrettanto numerose sono le testimonianze, ancora esistenti, come l’anfiteatro di Avella, del periodo Romano.
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La Geografia
La catena del Partenio, lunga 30 chilometri, si colloca al centro della Campania, a nord-ovest della città di Avellino, e tra il Monte Taburno, a nord-ovest, ed il complesso dei Monti Picentini a sud-est. Il sistema montuoso può considerarsi costituito da almeno tre dorsali di diverse dimensioni, allungate tutte da est a ovest e separate da profondi valloni, con corsi d’acqua a regime torrentizio. Le cime maggiori sono Montevergine (1480 metri), Monte Avella (1598 metri) e Monte Ciesco Alto (1357 metri).
Il Bacino imbrifero maggiore è quello del Fiume Calore, che percorre l’area a Nord del Partenio. Il territorio è comunque, percorso da una rete di piccoli torrenti a sviluppo limitato. Il rio Vergine confluisce presso Avellino nel rio Finestrelle, affluente del Fiume Sabato. Il bacino del torrente Corvo è situato da sud a nord tra le province di Avellino e Benevento. Il bacino montano che alimenta i Regi Lagni ha sede nel territorio del Parco ed è costituito dalle acque del torrente Clanio, interessando le province di Avellino, Napoli e Caserta. Sul versante nord, inoltre, si origina il Fiume Isclero, affluente di sinistra del Volturno. Altro torrente è il Torrente Caudino.
La maggior parte dei piccoli corsi d’acqua, originati da sorgenti montane, presenta percorsi sotterranei, data la natura calcarea delle rocce.
Interessanti anche alcune forre e sbalzi d’acqua come le Cascatelle e la cascata di Acquapendente.
Da un punto di vista geologico il complesso del Partenio è costituito da sedimenti carbonatici della successione mesozoica, ricoperti da sporadiche placche di sedimenti terziari e da una estesa copertura di materiali piroclastici, originari del vicino complesso vulcanico del Somma – Vesuvio.
Si notano numerosi fenomeni di carsismo superficiale (doline, campi solcati, ecc.) e profondo, con numerose manifestazioni speleogenetiche, specialmente sul versante meridionale.
Di notevole interesse le varie grotte presenti sul territorio. Nel solo versante nolano, ad esempio, sono state individuate 25 cavità.
Tra le più interessanti la Grotta degli Sportiglioni, le Grotte di Camerelle, di San Michele Arcangelo sul lato sud del Partenio, e la Grotta di Mattiuccio e Grotta Candida sul lato nord.
Dal punto di vista geologico, ma anche scientifico, non vanno sottovalutati i fenomeni fossiliferi del Partenio. In varie parti del territorio, in presenza di rocce calcaree, è facile rinvenire Stromatoliti, Migliolidi, Nerinee, Diceratidi, Spiroline, Brachiopodi, Radiolari, Rudistacee.
Esistono zone, spesso lungo i corsi d’acqua, in cui è possibile rinvenire fossili di Gasteropodi e Lamellibranchi come Murex, Brandaris, Deodora italica, Cardium, Pecten, Chlamis.
Il suolo del Partenio è formato per buona parte da materiali piroclastici, da materiali, cioè, di origine vulcanica, provenienti dal vicino complesso vulcanico del Somma – Vesuvio. Si tratta di suoli particolarmente fertili. Sui pendii più impervi, dove maggiore è il dilavamento meteorico, affiorano invece le piattaforme calcaree. Ci sono anche suoli argillosi e suoli a struttura calcarea e mista, questi ultimi situati soprattutto nella fascia sud del territorio.
La Flora
Simbolo della bellezza floristica del territorio è il Giglio Martagone che, nella grazia e nell’eleganza del suo essere, si mette in mostra in quello scrigno di biodiversità che è il Partenio. La varietà climatica unitamente a quella morfologica del suolo, particolarmente fertile per la presenza di materiali vulcanici, calcarei ed argillosi, ha favorito, nel corso degli anni, lo sviluppo di ecosistemi diversificati e complessi ampiamente popolati da una ricca varietà di flora e di fauna.
Seguendo un gradiente altitudinale, alle quote più basse si trovano i centri abitati, i coltivi e il biotipo della macchia mediterranea. Salendo in quota, la lecceta si mischia ad altre querce caducifoglie che, ancor più su, prendono il sopravvento unitamente al castagno. Le faggete presenti alle quote più alte, cedono, infine, spazio a lunghe distese prative, utilizzate anche a fini pascolativi, nei punti più elevati della catena montuosa. Numerose le specie di interesse naturalistico presenti a queste quote come il Garofano selvatico, la Viola dell’Etna, la Viola tricolore, la Crepis, il Narciso, l’Asfodelo, il Trifoglio, la Poa e l’Armeria.
Nei pressi di torrenti e corsi d’acqua è facile rinvenire il Pioppo, nelle variegate specie (nero, bianco e tremulo), l’Ontano napoletano, il Carpino e l’Acero di Lobelius.
La flora rupestre ospita Sassifraghe, Edraianto, Campanula, Centaurea, Valeriana, Asperula, Dafne, Pimpinella. Ben 33 sono le varietà di Orchidee presenti nel Parco
Le erbe nella storia del Partenio
L’uso delle erbe, a scopo curativo, voluttuario ed aromatico è antico quanto il mondo. Con molta probabilità esso risale ed è intimamente legato alla nascita della vita sulla terra. Esiste una storia “locale” delle piante officinali e del loro uso. Una tradizione che sul Partenio lega il proprio nome alla famosa Abbazia di Montevergine, all’operosità dei Padri Benedettini, al loro sapiente uso dei vegetali nella produzione di prodotti galenici sin dal sec. XII e di Liquori a base di erba a partire dal 1882. Immersi da sempre nella natura viva, circondati da boschi, foreste, pianori dalla cui asprezza e verginità derivò il nome del monte, i Padri seppero adattarsi a vivere in questi luoghi e riuscirono ad utilizzare i prodotti, che la natura generosamente offriva, a vantaggio della salute umana, senza mai arrecare danni all’ambiente circostante. Questa loro opera, tramandatasi nei secoli ed opportunamente adattatasi ai tempi, portò alla creazione delle apposite strutture, necessarie a proseguire la tradizione al servizio, anche, delle popolazioni locali. A tutti è ben nota la famosa Farmacia Benedettina del palazzo abbaziale di Loreto.
L’ Anthemide del Partenio
Il simbolo dei vegetali officinali del Partenio è La Matricaria Partheniurn L. o Anthemis del Partenio. Si tratta del principale ingrediente del più famoso liquore prodotto dai Padri Benedettini di Montevergine, l'”Anthemis”, dal profondo colore verde e dalle qualità tonico-stomachiche. L’Anthemide del Partenio, una volta comunissima suI territorio, è diventata una pianta rara, di cui va evitata la raccolta e va attivata ed incoraggiata la protezione. E’ una pianta simile alla camomilla comune, sua stretta parente. Steli alti circa 16 cm, foglie di colore verde grigiastro lunghe intorno ai 9 mm. e larghe non più di 1 -2 mm. Capolini fiorali dal colore giallo intenso, intorno ai 15 per singola pianta, con diametro compreso tra i 3 e di 4 cm. ad apertura avvenuta. Ha ristretto la sua presenza alle zone calcaree più alte del territorio tra i 1000 ed i 1400 mt. Fiorisce tra giugno e luglio. Ha un odore, allo sfregamento, fortemente penetrante e sapore variamente amarognolo. Ha proprietà antinfiammatorie, aperitive, digestive, emmenagoghe, febbrifughe, sedative, toniche. Contiene lo stesso principio attivo delle altre camomille: l’azulene.
La Fauna
Passeggiando tra la natura rigogliosa del Partenio è facile imbattersi in specie faunistiche di assoluto pregio.
Nel Parco sono presenti, ad esempio, ben 11-12 razze di anfibi, localizzati presso torrenti, risorgive, pozzi e canali. Alcune di esse rivestono un pregevole interesse conservazionistico come la Salamandrina dagli occhiali ed il Tritone italico.
Di grande pregio e rara bellezza è, anche, la Salamandra pezzata dalle vistose macchie gialle, l’Ululone dal ventre giallo – un simpatico rospetto che inarca il ventre, esibendo, quando è minacciato, una vigorosa colorazione giallastra – il Rospo smeraldino oltre alla Raganella italica.
Tra le numerose varietà di rettili allo stato naturale, va menzionata la Testuggine palustre europea. Immancabile la presenza di mammiferi: numerosi gli esemplari di Martora, di Tasso, di Volpe, di Faina e di Donnola che popolano l’ambiente, mentre il Lupo dell’Appennino è presente solo con qualche raro esemplare. Per gli appassionati di birdwatching il Partenio riserva innumerevoli sorprese: si possono, infatti, ascoltare il tamburellare del picchio rosso e del picchio verde o ammirare sulle vette il volteggiare dei grandi rapaci come la Poiana, il Corvo imperiale ed il Falco pellegrino. Protetti, nell’Oasi del WWF, sopravvivono vari esemplari di Gufo reale.
Il Clima
Dal punto di vista climatico il Parco presenta un profilo altamente variabile, dovuto alla vicinanza del mare. In quota la piovosità registrata è una delle più alte del territorio nazionale, con ben 2200 millimetri annui e 121 giorni di pioggia. Nelle zone più basse il valore scende, e a volte anche di molto. I mesi più piovosi sono novembre, dicembre e gennaio. Nelle aree montane del Parco non esisterebbero periodi secchi in quanto anche nei mesi estivi si registrano fenomeni piovosi. Diversa è la situazione nelle zone più basse, dove in estate si registra, invece, una quasi totale assenza di precipitazioni.
Le temperature oscillano tra i 17 e i 26 gradi centigradi, a secondo dell’altitudine, nel mese di luglio (il mese più caldo), mentre la temperatura media di gennaio (il mese più freddo) è di 0°, con oscillazioni in negativo che dipendono dall’altitudine. La neve fa la sua comparsa, anche copiosa, nei mesi invernali nelle zone in quota. I venti dominanti, infine, sono quelli che spirano da NE, seguiti da quelli che spirano da SW, tirrenici e quindi apportatori di precipitazioni.