Sono quattro i consiglieri regionali eletti e che risiedono nell’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA): Michele Cammarano, Corrado Matera, Tommaso Pellegrino e Attilio Pierro.
Matera e Pellegrino in maggioranza con De Luca e Cammarano e Pierro all’opposizione a dimostrazione del fatto che nel territorio compreso nell’area protetta del PNCVDA, semplificando, la rappresentanza sarà divisa equamente.
Dal punto di vista territoriale l’area che è più grande di una regione ma è “prigioniera” di una provincia; relativamente agli abitanti, invece, pur comprendendo le aree più urbanizzate e allocate nelle aree contigue, i residenti superano appena il numero di 250.000.
Pertanto, c’è stata una grande attenzione per le problematiche relative alle tematiche ambientali e poca considerazione per l’aspetto dei servizi alle persone soprattutto se si prende come riferimento la popolazione che vive nei comuni situati nelle aree interne: su 82 comuni compresi nel perimetro del parco oltre il 50% contano meno di 1000 abitanti e oltre il 70% meno di 5000.
A completare il quadro vale la pena di ricordare che il 70% della popolazione ha più di 60 anni con esigenze ben specifiche relativamente ai bisogni assistenza sociale e sanitaria. Peraltro, questi bisogni si sono ampliati durante la prima e seconda fase della pandemia da Covid19.
Ecco perché i consiglieri eletti dovrebbero e potrebbero incontrarsi e parlarsi al fine di concordare, innanzitutto, se tutto quello indicato sinteticamente corrisponde in toto o in parte alla realtà, e poi immaginare cosa è possibile fare per andare incontro ai bisogni dei residenti. Inoltre, c’è anche da considerare un altro aspetto: la necessità di mantenere, o far arrivare, energie nuove che possano garantire i servizi minimi essenziali per le comunità che vi vivono.
Cammarano, Matera, Pellegrino e Pierro sono tutti personaggi pubblici impegnati in politica da diversi anni, per cui non hanno bisogno di “rodaggio” per fare propri i meccanismi burocratici che guidano le scelte del Consiglio regionale sia nella fase di programmazione sia in quella deliberativa. Pertanto potrebbero fina da subito agire individualmente nei loro gruppi e colpire uniti nelle commissioni nella fase di predisposizione del bilancio e di ogni altra decisione che riguarda la rappresentazione dello scenario territoriale e la eventuale allocazione e distribuzione delle risorse necessarie per favorire la realizzazione di progetti aderenti alla necessità del territorio, sotto l’aspetto ambientale, e dei residenti relativamente ai servizi.
Infine c’è anche la necessità di coordinare e armonizzare gli interventi che a livello nazionale tramite il ministero dell’Ambiente ed europeo con i fondi comunitari della prossima programmazione che pure verranno messi in campo. Questo per evitare sovrapposizioni in alcuni ambiti e assottigliamento delle risorse in altri.
I motivi per differenziarsi nella politica sono tanti e tutti legittimi, ma anche le ragioni per collaborare nell’interesse generale di un territorio lo sono altrettanto e non è detto che non sia conciliabili nell’interesse superiore di continuare a tenere viva la speranza di esistenza in vita di decine di borghi altrimenti destinati alla desertificazione demografica.
Buon lavoro!
biesse