Per molti sono all’antica e, francamente, in alcuni casi sono fiero di esserlo. Quando lavoravo in albergo, in qualità di maître, non ho mai permesso ai camerieri di portare la barba, i baffi e naturalmente i capelli lunghi. Sarà la moda, le tendenze, ma l’igiene e l’immagine in tutti i campi la considero una cosa molto seria. Oggi, sempre più spesso ci imbattiamo in camerieri barbuti e pochi ci fanno caso. È evidente che la loro esperienza professionale non li ha portati in alberghi di rinomanza mondiale, perché in questi posti, ancora oggi, la barba e i baffi non te la fanno portare. Quali sono questi alberghi? Esempi: il Savoy di Londra, Villa d’Este a Cernobbio, Villa Principe Leopoldo a Lugano, il Palace di St. Moritz e così via. Pochi giorni fa sul mio profilo FB ho proposto un sondaggio con questo tema: “I libri di scuola alberghiera dicono che i camerieri e i maîtres non devono portare barba e baffi. Oggi sono tante le persone che lavorano in sala, anche in locali prestigiosi, che portano barba e baffi! Voi cosa ne pensate?”. È stata una bella discussione. Il sondaggio ha avuto 178 commenti, 15 condivisioni e 62 “mi piace”. Il 76% ha preferito i camerieri con il viso pulito. È evidente che chi porta la barba e lavora in sala era “per”, mentre chi ha lavorato e lavora in alberghi (come quelli citati sopra) era per la pulizia totale del viso. Molti commenti sono arrivati anche da personaggi noti nel mondo della ristorazione. Cito quelli più interessanti sia contro che a favore della barba: “Concordo pienamente sul no a barba e capelli lunghi … io non l’ho mai permesso … (Antonio Ruggiero, storico direttore di sala del Hotel Vesuvio a Napoli)”; “Cari capi servizi e docenti di sala oltre a quelli di cucina che lavorano nei locali a cucina a vista… Non possiamo seguire la moda… Siamo simbolo di eleganza.
Pulizia. Portamento. Classe. Stile. Per favore difendiamo con onore ciò che abbiamo ereditato… Trasgressione “0” (Ernesto Maletta, Cosenza)”; “Anche se barba, pizzetto e capelli sono tenuti con cura, si scontrano con la figura, anche se si è il più professionale del mondo, il guru dei vini e della ristorazione. Ma dare l’immagine agli ospiti della freschezza e della pulizia dovrebbe essere alla base del nostro lavoro. Purtroppo adesso bisogna adeguarsi e la mancanza di personale induce a essere meno bacchettoni. Io non riesco a vedere gli operatori di sala con barba, orecchini ovunque e tatuaggi visibili (Peppe Mattera, Ischia)”; “Una volta, al Virtuoso era norma: né barba, né capelli, decoro, pulizia ed eleganza (Aurelio Di Matteo, ex Dirigente Scolastico Virtuoso di Salerno)”; “Il grooming è un aspetto fondamentale di questo lavoro, pertanto niente barba e baffi per essere alla moda. Tolleranza lieve per altri casi (Massimo Pisciotta, F & B manager in grandi alberghi)”; “Senza barba anche fuori dal lavoro… “per me” fa parte dell’etica personale e poi professionale! La moda lasciamola agli altri! (Gianluca D’Angelo, Ascea)”. La maggior parte dei commenti “pro-barba” battevano sul fatto che la barba se curata si poteva portare, che non è essa che fa la professionalità, che famosi personaggi della gastronomia la portano e poi, si sono aggrappati al fatto che, alcuni camerieri si fanno la barba, ma puzzano! Scusa ridicola, perché il vero professionista si rade e … non puzza. Per finire alcuni commenti che la dicono lunga sulla professionalità di chi li ha fatti: “… ho deciso, da domani mi faccio ricrescere la barba (HF)”; “Da oggi, la porterò ancora più lunga (PQ)”. Io dico sì a barba e baffi, ma “NO” per chi lavora nella ristorazione!
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