Nato a Toledo in Ohio, Kosuth ha una madre francese-inglese-cherokee e un padre ungherese. (Un suo parente, Lajos Kossuth, raggiunse la fama per il suo ruolo nella rivoluzione ungherese del 1848.). Joseph Kosuth ha frequentato la Toledo Museum School di Design dal 1955 al 1962 ed ha studiato privatamente con il pittore belga Line Bloom Draper. Nel 1963 Kosuth si iscrisse al Cleveland Institute of Art con una borsa di studio. Spese l’anno successivo a Parigi e viaggiò in tutta Europa e in Nord Africa. Si trasferì a New York nel 1965 dove ha frequentato la School of Visual Arts fino al 1967. Dal 1971 ha studiato antropologia e filosofia alla New School for Social Research di New York.
Kosuth appartiene ad una generazione ampiamente internazionale di artisti concettuali che ha cominciato ad emergere a metà degli anni 1960, spogliando l’arte dalle emozioni personali e riducendola a informazioni quasi pure od a idee e minimizzando notevolmente l’oggetto d’arte. Insieme con Lawrence Weiner, On Kawara, Hanne Darboven ed altri, Kosuth dà particolare risalto al linguaggio. La sua arte si sforza generalmente per esplorare la natura dell’arte piuttosto che produrre quella che viene tradizionalmente chiamata “arte”. Le opere di Kosuth sono spesso autoreferenziale. Egli osservò nel 1969:
“Il ‘valore’ di particolari artisti, dopo Duchamp può essere pesato secondo quanto hanno messo in dubbio la natura dell’arte”.
Le opere di Kosuth fanno riferimento frequentemente alla psicoanalisi di Sigmund Freud ed alla filosofia del linguaggio di Ludwig Wittgenstein.
Il suo primo lavoro concettuale Leaning Glass, consisteva in un oggetto, una foto di esso e definizioni del dizionario delle parole che lo denotano. Nel 1966 Kosuth ha avviato anche su una serie di opere dal titolo Art as Idea as Idea, testi coinvolgenti, attraverso cui ha sondato la condizione dell’arte. Le opere di questa serie hanno assunto la forma di riproduzioni fotostatiche di definizioni del dizionario di parole come “water”, “meaning”, e “idea”. Ad accompagnare queste immagini fotografiche sono certificati di documentazione e di proprietà (non per la visualizzazione), che indicano che le opere possono essere fatte e rifatte a fini espositivi.
Una delle sue opere più famose è One and Three Chairs, una espressione visiva del concetto platonico delle forme. Il pezzo presenta una sedia fisica, una fotografia di quella sedia, e il testo di una definizione del dizionario della parola “sedia”. La fotografia è una rappresentazione della sedia reale situata sul pavimento, in primo piano del lavoro. La definizione, pubblicato sulla stessa parete come la fotografia, delinea a parole il concetto di ciò che una sedia è, nelle sue varie incarnazioni. Kosuth inoltra afferma che le opere sono letteralmente quello che dicono di essere. Una collaborazione con la regista indipendente Marion Cajori, l’11 settembre del 1972 è stato un ritratto minimalista di luce solare nello studio di Cajori.
Nei primi anni 1970, concernente al suo “ethnocentricity as a white, male artist”, Kosuth si iscrive alla New School per studiare antropologia. Ha visitato le isole Trobriand nel Pacifico meridionale (reso famoso dagli studi dall’antropologo Bronislaw Malinowski), e gli indiani Huallaga nell’Amazzonia peruviana.
Nel 1992, Kosuth ha disegnato la copertina dell’album per Fragments of a Rainy Season di John Cale. Per l’installazione della sua mostra del 2007 presso La Casa Encendida di Madrid, ha collaborato con il collega artista Juan Francisco Casas.
Dal 1990 Kosuth ha iniziato a lavorare su varie commissioni pubbliche permanenti Nei primi anni 1990, ha progettato un monumento sponsorizzato dal governo per l’egittologo Jean Francois Champollion che ha decifrato la Rosetta Stone a Figeac.; in Giappone, ha assunto la curatela di una mostra che celebrava l’apertura a Tokyo della Barneys New York; ed a Francoforte, in Germania, e a Columbus, Ohio, ha concepito monumenti neon allo storico culturale tedesco Walter Benjamin. Nel 1994, per la città di Tachikawa, Kosuth ha progettato Words of a Spell, per Noema, un murale lungo 136-foot composto da citazioni prese da Michiko Ishimure e da James Joyce.
Dopo progetti in edifici pubblici come la Deutsche Bundesbank (1997), il Parliament House di Stoccolma (1998), e il Parliament of the Brussels-Capital Region (1999), Kosuth è stato incaricato di progettare un pavimento installazione di testi di Ricarda Huch e Thomas Mann per il Bundestag, rinnovato di recente nel 2001. Nel 2003, ha creato tre impianti nell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, impiegando testi, materiale d’archivio e oggetti da collezione del museo per commentare la politica e la filosofia dietro le collezioni del museo. Nel 2009, la mostra di Kosuth dal titolo “Ni apparence ni illusion”, un lavoro di installazione durante le mura del 12° secolo del Palazzo del Louvre, aperto presso il Musée du Louvre di Parigi che diventerà un lavoro permanente nell’ottobre 2012. Nel 2011, per celebrare l’opera di Charles Darwin, Kosuth ha creato una commissione nella biblioteca in cui Darwin è stato ispirato a perseguire la sua teoria evolutiva. Il suo lavoro sulla facciata del Consiglio di Stato dei Paesi Bassi è stato inaugurato nel mese di ottobre 2011 ed il lavoro permanente per le quattro torri della facciata della Biblioteque Nationale di Parigi è stato completato nel 2012.
Nel 2009-2010, è stato invitato dal Louvre a realizzare una creazione in situ: scrive frasi al neon ispirati da Nietzsche sulle pareti del médiéval2 del Louvre.
Nel 1969 Kosuth tiene la prima mostra personale alla Leo Castelli Gallery di New York. Nello stesso anno, ha organizzato una mostra delle sue opere, Fifteen Locations, che si è svolta contemporaneamente in quindici musei e gallerie di tutto il mondo. Ha anche partecipato alla mostra seminale dell’arte concettuale alla Seth Siegelaub Gallery di New York. Nel 1973, il Kunstmuseum Luzern ha presentato un’importante retrospettiva della sua arte che ha viaggiato in Europa. Nel 1981, la Staatsgalerie di Stoccarda e alla Kunsthalle di Bielefeld hanno organizzato un altra grande retrospettiva di Kosuth. E ‘stato invitato ad esporre alla Documenta V, VI, VII e IX (1972, 1978, 1982, 1992) e alla Biennale di Venezia nel 1976, 1993 e 1999.
Oltre al suo lavoro come artista, ha scritto molti libri sulla natura dell’arte e degli artisti, tra i quali L’artista come antropologo (Artist as Anthropologist). Nel suo saggio L’Arte dopo la Filosofia (Art after Philosophy, 1969) sosteneva che l’arte è una continuazione della filosofia, che vedeva essere giunta alla fine. Come i situazionisti, rifiutava i formalismi come esercizi di estetica.
È presente un’intervista a Joseph Kosuth intitolata “Quattro risposte a quattro domande” nel no. 9 della rivista Agalma, marzo 2005: 71-85, a cura di Roberto Terrosi.
Vive e lavora a New York e Londra.
Opere
Dopo realizzazioni quali Clear, square, glass, leaning (1965, ogni termine è stampato su una lastra di vetro quadrata), One and three chairs (1965, la definizione linguistica è affiancata da una sedia reale e da una sua fotografia a grandezza naturale) o la serie Art as idea as idea (dal 1966, copie fotostatiche in negativo di definizioni linguistiche), K. ha elaborato complesse installazioni e progetti: oltre a quelli già citati, si ricordano Zero & not (dal 1985, pareti coperte da testi di Freud cancellati), Modus operandi (dal 1985), The play of the unsayable. Ludwig Wittgenstein and the art of the 20th century (1989, Vienna, Wiener Secession), Zeno at the edge of the known world (1993, Biennale di Venezia, con menzione d’onore),Re-defining the context of art. 1968-1997: the second investigation and public media(1997, Cambridge, Mass., mit List visual arts center e vari spazi pubblici a Boston). Tra le sue pubblicazioni: Art after philosophy (1969; trad. it. 1987, insieme a scritti successivi); Art after philosophy and after: collected writings, 1966-1990 (1991).
Progetti di arte pubblica e architettura
1965 ‘One and Three Chairs’ Collezione privata
‘One and eight – a description’ Sidney, National Gallery of Australia
1965 One and eight – a description
1966 “Art as Idea as Idea” [Water],
1973 Kunstmuseum Luzern, Switzerland,
‘Art Investigations and Problematics’ 1965-1973 and tour.
1974 Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Paris, France,
Investigations sur l’art et problématique 1965-1973.
1975 Leo Castelli, New York,
‘The Tenth Investigation 1974 Proposition 4.’
1976 Kunsthalle Bremen, Germany,
Beitrage zur Konzeptuellen Kunst 1965-1976.
1978 Van Abbemuseum, Eindhoven, Holland,
‘Tekst/Kontekst.’
1966 Titled (Art As Idea As Idea),[Water]
1981 Staatsgalerie, Stuttgart, Germany, Joseph Kosuth:
‘Bedeutung von Bedeutung/ The Making of Meaning’.
1983 Galerie Eric Fabre, Paris, France,
‘Cathexis and Hypercathexis’.
1985 Centre d’Art Contemporain, Geneva, Switzerland,
Oeuvres récentes 1981-1985
1986 Leo Castelli Gallery, New York,
‘Zero & Not.’
1987 Jay Gorney Modern Art, New York,
‘Modus Operandi’ Margo Leavin Gallery, Los Angeles, New Works. Galeria Comicos, Lisbon, Portugal, Six Recent Works.
1988 Museo di Capodimonte, Naples, Italy,
‘Modus Operandi: Cancellato’. Kabinett für aktuelle Kunst, Bremerhaven, ‘Modus Operandi.’
1989 Museum van Hedendaagse Kunst, Antwerp, Belgium, ‘Exchange of Meaning’:
Translation in the Work of Joseph Kosuth. Knoll Galeria, Budapest, Hungary. Galleria Giorgio Persano,Milan,Italy. Galerie Xavier Hufkens,Brussels,Belgium.(With Eran Scharf and Marcel Duchamp)
1990 City of Frankfurt, Frankfurt, Germany,
‘Ex Libris, Frankfurt (for W.B.)’
1991 National Commission, Place des Écritures, Figeac.Champollion (Figeac)’
Railway Station, Ommen, The Netherlands, ‘Taxonomy Applied #2’
1992 City of Esslingen, Hammerkanal and Hammertunnel, Esslingen,Germany,
‘Ex Libris, Esslingen (For R.M.)’
1993 Universität Hohenheim, Hohenheim, Germany,
‘Ein Schiller-Labyrinth’
1994 Railway Station, Stuttgart, Germany,
‘Beschriebene Maßnahme (Eine Widmung)’ Tachikawa Site, Tokyo, Japan, ‘Words of a Spell, for Noëma’
1995 City of Lyon, TGV Station, Lyon, France,
‘Les Aventures d’Ulysse sous Terre‘ Toyota Municipal Museum of Art, Toyota City, Japan
1996 Universität Ulm,Strahlentherapie,Ulm,Germany,
‘Farbe Angewandt(Goethe, Ulm)’ Eindhoven, Train Station; The Netherlands, ‘Spel van Advies’
1997 Palazzo Querini Stampalia, Facade, Venice, Italy ‘
‘The Material of Ornament’ ‘Deutsche Bundesbank, Leipzig, Germany, Lobby floor ‘ Queens Square, Yokohama, Japan, Atrium ‘The Boundaries of the Limitless’ Miyagi Prefectural Library, Miyagi, Japan, Facade ‘Twice Defined’ Hanazono University, Kyoto, Japan ‘To Show, To Teach, To Know’
1998 Courtyard of Parliament Building, Stockholm, Sweden, The
Cultural Capital of Europe 1998, ‘Freedom and Belief (Their Own Affair)’ / ‘Freihet Och Tro(Det Flick De Sig Om)’ City of Amsterdam, ten building facades, University of Amsterdam, The Netherlands, ‘Located Text (Amsterdam)’
1999 ISELP (Institut Supérieur pour l’Étude du Langage Plastique),Brussels,Belgium,Farcade,
‘Map With 13 Points’ Parliament of the Region of Brussels, Entry Hall,Brussels,Belgium, ‘Nothing Circled, Twice’
2000 amfAR (American Foundation for AIDS Research), Head Office,New York, USA,
‘Guests and Foreigners (Corporal Histories)’ Zeughaus, Hannover, Germany, ‘Leibniz Located (Exterior)’ and VGH Headquarters, Hannover, Germany ‘Leibniz Located (Interior)’. A Leibniz millenium project in honour of Leibniz for the year 2000, supported by the VGH Versicherungen and the NiedersächsischeSparkassenstiftung. Hiroshima Municipal Motomachi High School, Hiroshima,Japan. In honor of Kenzaburo Oé, 1994 Nobel Laureate and author of Hiroshima Notes.
2001 Gannett Headquarters, McLean, Virginia, USA,
‘In the Lair of the Skull’ neon text, 240 feet long Paul-Löbe-Haus (German Parliament), Berlin, Germany, (steel text in floor:102.2 x 8.9 meters) Ponte Vittorio Emanuele, Torino, Italy, ‘Doppio Passaggio (Torino)’ Comune di Napoli, Piazza Plebiscito, Naples, Italy, ‘Ripensare il Vero’ (neon text from Benedetto Croce, 144 meters long) La Metropolitana di Napoli, Piazza Dante underground station, Naples, Italy, ‘Queste cose visibili (Napoli, per Ferruccio Incutti)’(neon text from Dante Alighieri) Sapporo Dome, Japan (initiated for the 2002 World Cup)
2004 Parco d’arte ambientale La Marrana, Montemarcello, Italy,
‘Located World, La Marrana’ Denver Convention Center Public Art Hotel Project, Denver, CO, USA, stainless steel text in granite along facade
2001 Queste cose invisibili (Piazza Dante underground station, Naples)
2005 Edward Zorinsky Federal Building, Omaha, Nebraska, USA,
‘The Context of Construction‘
Collezioni (Selezione)
Art Institute of Chicago
Fine Arts Museums of San Francisco
Many works online
Guggenheim Museum, New York City
‘Titled (Art as Idea as Idea)’ [Water], 1966
Museum of Modern Art, New York City
National Gallery of Art, Washington D.C.
National Gallery of Australia, Canberra
Tate Gallery, London, UK
Whitney Museum of American Art, New York City
Addison Gallery of American Art, Andover, Massachusetts
Allen Art Museum at Oberlin College, Ohio
White and Black, photostat
Art Gallery of New South Wales, Sydney, Australia
Castello di Rivoli Museum of Contemporary Art, Torino, Italy
Centro Andaluz de Arte Contemporaneo, Seville, Spain
Cleveland Museum of Art, Ohio
Fotomuseum Winterthur, Switzerland
Freud Museum, London, UK
Untitled, print, 1997
Harvard University Art Museums, Massachusetts
Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington D.C.
Los Angeles County Museum of Art
Ludwig Museum of Contemporary Art, Budapest
Malmö Konsthall, Sweden
Five colors and five words, 1965
Malmö Konsthall, Sweden
O. A./F!D! (to I.K. and G.E.) no 10, 1987
Mildred Lane Kemper Art Museum, St. Louis, Missouri
Musee d’Art Contemporain de Lyon, France
Musées de Lorraine, France (in French)
Four Words-Four Adjectives
Museum of Contemporary Art, Chicago
‘No Number #6 (On Color, Blue)’
Museum of Contemporary Art, Los Angeles
National Gallery of Victoria, Australia
One and three brooms
Royal Museums of Fine Arts of Belgium
S.M.A.K. (Stedelijk Museum voor Actuele Kunst), Ghent, Belgium
Serralves Foundation Museum of Contemporary Art, Porto, Portugal
The Renaissance Society at The University of Chicago
Kossuth è un noto artista, saggista, pubblicista e giornalista americano contemporaneo; uno dei fondatori dell’arte concettuale.
Kossuth ha fatto il suo famoso lavoro “One and Three Chairs” come studente. L’opera sembra una sedia, una fotografia di questa sedia e una copia della voce del dizionario “sedia”. La chiave per comprendere il lavoro è il fatto che la fotografia mostra la sedia esposta. Pertanto, il lavoro di auto-valutazione contiene il contesto della propria presentazione.
Come concepito dall’autore, la sedia e la sua fotografia dovrebbero cambiare ad ogni nuova esposizione. Due elementi rimangono invariati: una copia della voce del dizionario “sedia” e un diagramma con le istruzioni per l’impostazione del lavoro. Entrambi gli elementi fanno parte del concetto e sono firmati dall’artista. Questo è un lavoro filosofico, che si riferisce al trattato di Platone “Lo stato”. Questo lavoro spiega quale arte dovrebbe corrispondere a una società ideale – ci deve essere una rigorosa censura e non tutta l’arte può esistere.
Kossuth fondò il Museum of Normal Art a New York nel 1967, dove si tenne la sua prima mostra personale.
Dal 1968, Kossuth era un membro della facoltà della School of Visual Arts. Nel 1969, l’artista ha organizzato la sua mostra con il nome di Quindici location, che si è svolta contemporaneamente in 15 musei e gallerie in tutto il mondo. Ha anche partecipato a una mostra di concept art nel gennaio 1969 alla Seth Siegelaub Gallery di New York.
Nel 1969, la mostra personale di Kossuth si tenne alla Leo Castelli Gallery di New York. Nello stesso anno è diventato l’editore americano della rivista Art and Language e ha partecipato alla mostra When Attitude Diventa Form: Works-Concepts-Processes-Situations a Kunsthalle, Berna e all’Institute of Contemporary Arts , Londra. È stato presentato nella maggior parte delle principali mostre, che riflettono un crescente riconoscimento dell’arte concettuale, tra cui Information presso il Museum of Modern Art di New York, nel 1970 e Konzept-Kunst al Kunstmuseum di Basilea, nel 1972.
Nel 1971-1972 ha studiato antropologia e filosofia alla New School for Social Research, New York.
Dal 1970 al 1974, durante una serie di mostre personali, ha creato un ambiente sotto forma di una classe, in cui i partecipanti sono stati collocati ai banchi con documenti per la lettura e testi o diagrammi sono stati posizionati sulle pareti. Nel 1973, il Kunstmuseum Luzern ha presentato una retrospettiva dell’artista che ha viaggiato in tutta Europa.
Kossuth divenne condirettore della breve rivista Fox Magazine (1975-1976) e direttore artistico di Marxist Perspectives nel 1977-1978. Nel 1978, una retrospettiva dell’artista ebbe luogo al Van Abbemuseum di Eindhoven.
In una serie di Text / Context (1978-1979), l’artista ha inserito nei cartelloni proposte di arte e lingua e il loro contesto socio-culturale. Nel 1981, iniziò a usare le teorie di Sigmund Freud in serie come Cathexis, che combinava testo e fotografie di dipinti di vecchi maestri. Sempre nel 1981, Staatsgalerie Stuttgart e Kunsthalle Bielefeld hanno organizzato una grande retrospettiva sull’artista. Nel suo Zero and Not (1986), le parole venivano stampate meccanicamente su carta e poi parzialmente registrate.
Nel suo famoso saggio del 1969, Art After Philosophy, Kossuth sosteneva che il tradizionale discorso artistico e storico era giunto al termine. Invece, ha proposto uno studio radicale dei mezzi con cui l’arte ottiene il suo significato culturale e il suo status di arte. “Essere un artista oggi”, ha commentato Kossuth, “significa porre domande sulla natura dell’arte”.
Kossuth usò la lingua stessa come mezzo. Il risultato fu l’arte concettuale, priva di tutte le caratteristiche morfologiche: la provocazione intellettuale prese il posto della percezione, le parole sostituirono immagini e oggetti. Questa transizione è indicata nella serie First Investigations (con il sottotitolo Art As Idea As Idea), che includeva le definizioni del dizionario di parole come “acqua”, “significato”, “idea”. Kossuth ha cercato di dimostrare che l’arte non è nell’oggetto stesso, ma nell’idea o nel concetto di lavoro.