Ciao Martino! Innanzitutto, la domanda di rito: come hai conosciuto Lorenzo Kruger, leader dei Nobraino nonché regista del video della tua “Bottiglie di Chianti”? Ti andrebbe di parlarci brevemente del vostro rapporto?
Ciao! Ho conosciuto Lorenzo Kruger in occasione del Giovivendo Festival 2014, quando, da direttore artistico, ho invitato lui e i suoi Nobraino come headliner. Fu’ una serata incredibile: un temporale scrosciante dopo tre canzoni fermò il loro concerto, ma Lorenzo e i suoi vollero assolutamente trovare un piano B. Finirono per suonare, in acustico, in un localetto comunale pieno zeppo di gente resistita al diluvio. Fu bellissimo! Da lì la mia stima per Kruger artista è lievitata, è nata una bella simpatia fra di noi, sfociata poi in amicizia nelle occasioni successive in cui abbiamo avuto il piacere di vederci.
Osserviamo te che sei totalmente calato in uno sfondo chiaro con qualche sfumatura pastello, che maneggi oggetti comuni eppure di grande effetto, tra bottiglie, corde e anche scarpe, con dei cartelli, delle scritte e delle “istruzioni”. Cosa avete voluto trasmettere col “minimalismo” dinamico della scena?
L’intento è stato quello di dare con quelle immagini una visione del pezzo molto carezzevole, in un contesto immacolato, etereo. Gli oggetti bizzarri presenti nel tutorial e la metafora nascosta dietro ad esso hanno dato poi quel tocco di Krugeriana genialità. Questa domanda, però, bisognerebbe farla a Lorenzo, essendo stato lui a partorire ogni singola idea del videoclip.
Come è nata “Bottiglie di Chianti?”
Dalla frase “Si, lo so, ti ho persa”: il resto è venuto fuori da se’. Quello dell’amore che finisce è un argomento che ispira molto la mia penna e che tratto spesso. In Bottiglie di Chianti ho voluto farlo in maniera dolce, delicata. L’intento era quello di scrivere una canzone estremamente triste ma che non desse spazio all’angoscia, bensì a sentimenti di morbida malinconia e tenera rassegnazione.
Come avevi immaginato il videoclip di questa canzone?
Non l’avevo immaginato. Non pensavo fosse un brano destinato a diventare un videoclip (di solito si punta ai “singoloni” e non a brani di questo tipo, ancor più se acustici). Poi Lorenzo, dopo aver ascoltato per bene l’album, ha scelto questo qui, ed io ho approvato. Bene così, visto che ha tirato fuori, a mio avviso, un lavoro coi fiocchi!