Nella splendida cornice di Paestum, anche quest’anno è iniziata la quinta Borsa mediterranea del turismo archeologico, organizzata dalla Provincia di Salerno. Per quattro giorni esperti del settore confluiranno all’ombra dei templi. Domanda e offerta turistica all’insegna dell’archeologia s’incontreranno e si confronteranno. Una peculiarità, questa, che nel tempo ne sta sottolineando l’originalità e contemporaneamente decretando il successo della manifestazione. L’archeo-turismo (che cammina di pari passo con il turismo culturale e ambientale) è un prodotto molto apprezzato soprattutto all’estero, in quei paesi come gli Stati Uniti in cui le radici non affondano tanto lontano, ma anche nelle località situate all’altro capo del mondo, come il Giappone, in cui il passato ha ben altri contorni e tradizioni rispetto alle terre del Mediterraneo. E così, anno dopo anno il mercato si conferma sempre più interessante con un giro d’affari di milioni di euro.
La Borsa, che nelle prime edizioni ha sviluppato già significativi contatti con i paesi mediterranei ricchi di reperti e testimonianze di un florido passato, rappresenta anche un’importante occasione per approfondire e divulgare i temi e le problematiche legati alla valorizzazione del patrimonio archeologico attraverso degli archeo-incontri con personalità del settore. In calendario anche conferenze, seminari, presentazione di progetti, workshop, laboratori didattici e visite guidate. Al centro dell’iniziativa, però, prima di tutto il salone espositivo che si estende su 10.000 metri quadri, in cui 110 espositori – tra istituzioni, associazioni, fondazioni, enti privati – propongono prodotti, bellezze e caratteristiche locali a buyers che a Paestum arrivano da ben 24 Paesi.
In programma anche la mostra dedicata allo sport nell’Italia antica curata dalla soprintendenza archeologica, le testimonianze degli scavi a Lasos di Caria e le meridiane della Basilicata.