“Borgo Cre_attivo”. Il borgo di Livemmo, nel comune di Pertica Alta in provincia di Brescia, attraverso il rafforzamento del tessuto produttivo e l’offerta di servizi ai cittadini, attiverà dinamiche di insediamento di nuove imprese che possano riflettere l’identità locale, ma anche apportare nuove conoscenze che permettano di innescare dinamiche di collaborazione e di fiducia. Quattro gli assi strategici: Arte e Cultura, con la creazione di residenze d’artista, la realizzazione di un festival internazionale, la valorizzazione di un forno fusorio tradizionale e la creazione di un museo; Natura e Ospitalità, con la realizzazione di un bike-point, la sistemazione di sentieri e ciclovie, la realizzazione di aree attrezzate per tempo libero e famiglie; Produzioni Locali, con la facilitazione del raggiungimento delle malghe attraverso sentieri ciclopedonali e la realizzazione di una bottega; Servizi alla Comunità, con telemedicina, installazione di caldaia a biomassa, connettività, apertura di bandi per l’insediamento di start up e famiglie, incentivi alla ristrutturazione di immobili di proprietà privata.
Il comune di Livemmo risultava fare parte all’inizio del ’600 della Pertica, indicata come “comune diviso in dieci comunelli” (Da Lezze 1610); nel 1493 era invece indicata come “la Pertega cum le sue villette numero 8” (Medin 1886). Per ulteriori informazioni si veda il comune di Pertica. Nel 1765 e nel 1766 è elencato tra i comuni appartenenti alla Valle Sabbia (Elenco comuni Valle Sabbia, 1766).
Nella relazione consegnata a Pietro Vittor Pisani, capitano e vicepodestà di Brescia, datata 1765, è brevemente descritta la struttura istituzionale del comune, costituita dai seguenti ufficiali: un cancelliere; due sindaci; un consigliere per il consiglio di Valle; due consoli; due ragionati; due stimatori dei danni dati e un esattore (Governo Valle Sabbia e suoi comuni, 1765). Nel 1764 vi erano 196 anime
Livemmo riceverà dal PNRR venti milioni per dare un futuro al borgo. È il premio per i “pochi” giovani che hanno che hanno scelto di restare nel paese. Il borgo non è distante da paesi vicini più grandi, mentre a Livenno c’è tranquillità e non manca nulla di ciò che serve per condurre un’esistenza dignitosa. Il progetto stesso è rivolto soprattutto ai giovani e sembra fatto a posta per spingerli a confermare la loro scelta ed attrarne altri che potrebbero ritornare o venire a vivere qui.
Si tratta di una sfida che invoglia a scommettere sul futuro.
Certo, c’è anche preoccupazione per la responsabilità che la comunità si è caricata sulle spalle, ma l’essere consapevoli della responsabilità di dover “rendere conto” di aver speso bene i venti milioni di euro entro il 2026 è grande e impegnerà a tempo pieno ogni risorsa umana disponibile: l’importo ricevuto a fondo perduto vale diciassette anni di bilanci del comune.
Il progetto per la rinascita di Livemmo, 196 abitanti sui 557 del comune, è stato premiato dalla Regione come il migliore fra i 32 lombardi presentati sul bando per la rigenerazione culturale, sociale, economica dei borghi a rischio abbandono.
Il Comune ha un solo dipendente. La mole degli interventi e degli investimenti – da realizzare entro giugno 2026 – richiede uno sforzo amministrativo monumentale. Sarà la Comunità Montana della Valsabbia ad accompagnare con la sua struttura amministrativa le varie fasi del progetto. Il progetto, denominato “Livemmo Borgo Cre-Attivo”, prevede numerose opere per la riqualificazione di edifici e luoghi con l’intervento diretto del Comune. Tuttavia, una parte consistente chiama in causa i cittadini che devono entrare nella “parte” facendo lo sforzo di un cambio di mentalità e iniettandosi una massiccia dose di fiducia nel futuro.
I fondi serviranno a sostenere la nascita di attività nei settori del turismo, dei servizi, dell’agricoltura e del commercio; per ristrutturare gli immobili del centro storico, così da creare posti letto; fondi per attrarre nuove famiglie composte da giovani.
Livenno è un paese piccolo, con metà abitanti anziani. Nel 2021 l’anagrafe ha segnato un +14, ogni anno nascono 4-5 bambini. Livemmo è sede di municipio, posta, dispensario farmaceutico, bancomat, cinque ristoranti-pizzerie, un negozio di alimentari (aperto su impulso del Comune). Il borgo è vivo! Il progetto premiato dalla Regione era già un’ipotesi di “lavoro” per l’amministrazione, un sentiero già imboccato che, con il finanziamento, è diventato un’autostrada perché fondi e tempistica stringente fanno toccare quasi con mano il futuro possibile.
I due grandi capannoni accanto al campo sportivo, dismessi da anni, saranno acquistati dal Comune che li trasformerà in centro congressi, uffici, spazi per le start up legate al turismo, all’artigianato, alle attività espresse dal territorio. Il vecchio municipio, che già ospita tre alloggi, sarà ristrutturato per ampliare l’accoglienza. Il Forno Fusorio verrà restaurato e valorizzato. Sono soltanto alcuni degli interventi previsti dal progetto per la rigenerazione di Livemmo. Un piano pensato rispettando l’ambiente, l’identità culturale e la vocazione economica del borgo. Le ingenti risorse non serviranno per nuovo cemento o infrastrutture, ma per sistemare l’esistente, cambiando magari destinazione. Creare servizi, occasioni di lavoro, motivi di attrazione turistica: questi gli obiettivi. Nell’introduzione al testo del progetto si dichiara la volontà di «restituire il giusto valore al patrimonio tangibile e intangibile, naturale e culturale, e di reinventarlo in chiave innovativa attraverso i nuovi strumenti tecnologici e secondo principi di sostenibilità».
In questo ambito si inserisce l’idea delle piste ciclopedonali che collegheranno Livemmo alla Malga Valsorda, al Forno Fusorio, a Odeno e a Belprato. Così come la caldaia a biomasse per riscaldare gli edifici pubblici e alcuni privati. È prevista anche la riqualificazione del centro sportivo. Fra le altre iniziative suggerite c’è la nascita di un Festival dell’arte a cui legare l’ospitalità degli artisti in immobili comunali. Qui, si legge, potranno «fermarsi ed esprimersi, trovare rifugio e nutrire il proprio senso estetico ed esporre le loro creazioni». Ma nel progetto si parla anche di un servizio di telemedicina. Insomma, il documento elaborato dal Comune di Pertica Alta (in collaborazione con il Gal Garda-Valsabbia)