Ancora un successo “nostrano”! Il Birrificio dell’Aspide di Roccadaspide ha conquistato la medaglia d’argento al concorso “Birra dell’Anno 2018”, organizzato da Unionbirrai. L’ennesimo successo di Vincenzo Serra è stato ottenuto a Rimini Fiera durante “BEER ATTRACTION 2018”, l’importante evento internazionale dedicato alle specialità birrarie, birre artigianali, tecnologie, attrezzature e materie prime. Questo concorso, quest’anno, ha visto la partecipazione di 279 produttori e 1650 birre. La giuria, formata da 84 esperti del settore provenienti da tutte le parti del mondo, ha selezionato le migliori cinque birre delle 41 categorie, riservando il podio per le prime tre in classifica e un’eventuale menzione d’onore per la quarta e la quinta classificata. Il premio, giunto alla sua XIII edizione, ha riconosciuto le birre più meritevoli sull´intero territorio italiano. Nella categoria 26 (Birre chiare e ambrate, alta fermentazione, da basso ad alto grado alcolico, di ispirazione belga come Saison, Biere de Garde, Farmhouse Ale), la “Belle Saison” del Birrificio dell’Aspide ha ottenuto il secondo posto e quindi la medaglia d’argento. È stato l’unico birrificio premiato della provincia di Salerno. Nello stesso concorso, nel 2017, il birrificio rocchese ha conquistato l’oro con la “Nirvana” (categoria chiare, alta fermentazione, alto grado alcolico, di ispirazione belga) e il bronzo con la “Belle Saison”, mentre nel 2016 conquistò ancora l’oro con l’introvabile “Zarina” (categoria: scure, alta fermentazione, alto grado alcolico di ispirazione angloamericana). A questo punto è d’obbligo spiegare, o meglio cercare di far capire, cos’è una birra artigianale, anche perché c’è un po’ di confusione e diverse interpretazioni. Secondo me, una birra artigianale è di norma non filtrata, né pastorizzata, creata da un piccolo produttore in quantità limitate, con ingredienti di altissima qualità e senza l’utilizzo di succedanei. All’inizio, molti pensavano che questa bevanda era una moda, ma l’impegno e la bravura dei giovani mastri birrai hanno fatto in modo che la birra artigianale italiana fosse sempre di più capita, accettata e apprezzata non solo sul territorio nazionale. Lo stesso Birrificio dell’Aspide, in piccole quantità, è molto richiesto e oltre ad essere presente nei migliori “punti-birra” italiani, varca spesso le nostre frontiere! Per quanto riguarda il prezzo delle birre artigianali, considerato alto e ingiustificabile da molti, bisogna tenere conto di alcuni fattori: gli ingredienti di primissima qualità che, acquistati in piccole quantità, fanno lievitare i costi; i tempi di produzione più lunghi di una birra industriale; i tempi brevi di scadenza del prodotto; la difficoltà del trasporto in quanto essendo un prodotto “vivo”, soffre notevolmente i viaggi. A favore abbiamo sicuramente il fatto che ci troviamo di fronte ad un prodotto di qualità, più ricco di sapore, profumi e gusto e di conseguenza il consumatore spende volentieri qualcosa in più. D’altronde, succede la stessa cosa un po’ per tutto. Facciamo l’esempio del vino. Troviamo dei prodotti ottenuti dallo stesso vitigno e della stessa zona che sono in commercio in una forbice che va dai 3 ai 30 € e più. Se ci riflettiamo, per produrre una bottiglia di vino ci vuole in media sempre un solo chilo d’uva! Allora perché questa differenza di prezzo? Semplice: diversa resa delle piante, invecchiamenti lunghi e in legni pregiati, enologi competenti e attrezzature enologiche all’avanguardia e così via. Io, come tanti, preferisco bere mezzo bicchiere di aglianico costoso e non una bottiglia prodotta con la stessa tipologia d’uva di scarsa qualità. A quest’ultima, preferisco di gran lunga l’acqua Santo Stefano! Quindi avrete capito che, anche come birra, preferisco accompagnare i pasti (o sorseggiare rilassandomi) con una birra di qualità. Adesso, ne approfitto per descrivervi le tipologie di birre più note prodotte dal mastro birraio Vincenzo Serra: la “Blonde”, Golden Ale, birra ad alta fermentazione, leggera, fresca e dissetante. Il gusto è morbido, maltato con corpo medio e con un buon equilibrio dolce-amaro. In evidenza le note agrumate e floreali date dai migliori luppoli americani; la Fenix, American Pale Ale, ottenuta aggiungendo sei luppoli americani a fine bollitura. Ha note agrumate e resinose tipiche delle “Apa”. Il carattere pulito del lievito americano lascia spazio nel retrogusto all’amaro fruttato e agrumato del luppolo; la Gairloch, Scotch Ale, alcool 7% vol., tipica birra scozzese scura e forte, dal colore ebano con riflessi rubino. Molto corposa con profumi di malto intensi, leggere note tostate ed un’evidente nota alcolica; la Jurmanita, India Pale Ale, alcool 6,6 % vol., birra ad alta fermentazione, dall’aspetto oro carico e dalla schiuma generosa. In bocca il luppolo “Mandarina Bavaria” domina il gusto con un amaro deciso, netto e mai invadente; la Nirvana, Belgian Gold Ale, alcool 7,5%, ottenuta con il tradizionale metodo di cottura del mosto a fiamma diretta, come facevano i monaci nelle abbazie medioevali. Il profumo è intenso e in pieno stile belga, con note di banana matura, vaniglia e un delicato speziato; la Belle Saison, Farmhouse Ale, alcool 6,2%, birra ad alta fermentazione, leggera, fresca e dissetante. Color oro carico, la complessità olfattiva è inebriante, con sentori fruttati, floreali e speziati in perfetto equilibrio tra loro. Il sorso è fresco, coerente e ben bilanciato dall’amaro finale. Oltre a queste birre molto note, spesso Vincenzo Serra fa delle sperimentazioni e episodicamente propone prodotti interessanti e particolari. Come tutti i bravi mastri birrai “Enzo” ha uno spiccato amore per le cose naturali e genuine ed è anche a questo tipo di pubblico che si rivolge. Per concludere, tra i riconoscimenti del Birrificio dell’Aspide, aggiungo che sulla “Guida alle birre d’Italia 2017”, edito dalla Slow Food, il Birrificio dell’Aspide è uno dei 25 che hanno conquistato la “Chiocciola”. Sulla stessa guida sono state recensite 2.708 birre e tra le 372 premiate in varie categorie, 4 sono di Roccadaspide. Come spesso accade, succede che si ha un grande professionista nel suo settore ma viene poco considerato dai suoi conterranei. È proprio vero: “Nessuno è profeta in patria”. Noi diciamo: complimentissimi e beviamo la sua birra!
La ricetta
Filetti di rombo su crema di carciofi alla “Belle Saison”
Ingredienti per 4 persone: 800 g di filetti di rombo, 4 carciofi, 1 birra Belle Saison del Birrificio dell’Aspide da 33 cl, 2 spicchi di aglio, 1 limone, 4 fette di pane casereccio, 3 cucchiai di erbette miste tritate (timo, maggiorana, menta), sale, pepe, olio extravergine di oliva del Cilento.
Preparazione: Pulite i carciofi, tagliateli a metà e metteteli in una bacinella con acqua e limone. Tagliatene tre a fettine sottili. In una padella imbiondite due spicchi di aglio, levateli ed aggiungete i carciofi. Fateli cuocere per 5 minuti e dopo aggiungete il contenuto intero della birra. Una volta che si sarà asciugato aggiustate di sale e spolverate con del pepe bianco. Frullate il tutto. In una padella antiaderente ponete le fette di pane precedentemente private della crosta e sminuzzate molto finemente insieme al misto di erbe ed un cucchiaio di olio e dorate il tutto a fuoco lento. Tagliate il resto dei carciofi a fette un po’ più alte e cuoceteli per circa due minuti in una padella con un cucchiaio di olio a fuoco vivo in modo che diventino croccanti. Aggiustate di sale. Cuocete i filetti di rombo a fuoco medio in una padella con tre cucchiai di olio per poco più di un minuto a lato. Salateli. Scaldate la crema di carciofi. In ogni piatto create uno specchio di crema di carciofi, poi di rombo ed ultimate con i carciofi croccanti, un filo di olio a crudo ed un’abbondante spolverata di pane aromatizzato.
Accompagnare con: Belle Saison, Farmhouse ale, Birrificio dell’Aspide di Roccadaspide