Mobilità, nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni la rete di Bike sharing tra le più grandi d’Italia. Pellegrino: “Progetto di grande impatto naturalistico che coinvolge 36 Comuni: “Casalbuono, Castelnuovo Cilento, Controne, Gioi Cilento, Laurino, Montano Antilia, Monte San Giacomo, Omignano, Ottati, Piaggine, Polla, Roccadaspide, San Rufo, Sala Consilina, Sanza, Sassano, Sicignano, Stella Cilento, Vallo della Lucania, Trentinara, Teggiano, Rofrano, Roccagloriosa, Pertosa, Novi Velia, Morigerati, Capaccio Paestum, Casaletto Spartano, Castellabate, Centola Palinuro, Corleto Monforte, Padula, Orria, Roscigno, San Rufo, San Giovanni a Piro, Pertosa”. Di questi, 18 ospiteranno le stazioni di ricarica realizzate in strutture d’acciaio zincato di 13 mq “circa” e sono (Casalbuono, Castelnuovo Cilento, Controne, Gioi Cilento, Laurino, Montano Antilia, Monte San Giacomo, Omignano, Ottati, Piaggine, Polla, Roccadaspide, San Rufo, Sala Consilina, Sanza, Sassano, Sicignano, Stella Cilento).
Le risorse arrivano dal programma “PARCHI PER IL CLIMA” del 2019. Il costo previsto è di € 2.160.901,40 così ripartito: € 1.175.650,24 per i lavori infrastrutturali; € 23.919,77 sono destinati agli oneri per la sicurezza; € 185.655,60 per spese tecniche, coordinamento e sicurezza; € 371.480,00 per l’acquisto di 148 Mountain Bike a pedalata assistita con staffa aggancio e ricarica; € 595.580,42 a disposizione della stazione appaltante il resto è relativo all’IVA.
La gestione del servizio sarà affidata alla sezione del CAI di Montano Antilia.
All’interno del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni nasce la rete di Bike sharing tra le più significative e più grandi d’Italia.
Purtroppo, la vecchia esperienza fatta nell’area del Parco fu realizzata molti anni addietro nell’area della Comunità Montana Lambro e Mingardo. A Casaletto Spartano, Morigerati – Sicilì … i “resti” (stazioni di parcheggio e ricarica) di quel progetto sono in “brutta” vista abbandonati ai margini delle strade e delle bici elettriche acquistate e messe a disposizione degli utenti nessun segno di vita vissuta se non al momento dell’inaugurazione.
“Nel parco avremo una delle reti per il Bike sharing tra le più grandi d’Italia – ha puntualizzato Tommaso Pellegrino presidente-commissario – realizzata in un territorio dove la lotta ai cambiamenti climatici e la promozione del turismo sostenibile costituiscono un pilastro importante delle politiche dell’Ente Parco”.
Pellegrino e Romano Gregorio, il direttore, si sono fatti fotografare a cavallo di due bici, si presume che siano 2 delle 148 acquistate e che andranno in dotazione ai 36 comuni (4 bici elettriche in ogni realtà in media) indicati nel progetto e che hanno risposto alla chiamata dell’ente parco.
La speranza è che il soggetto gestore, al quale è stato affidato la cura di un patrimonio imponente, abbia capacità gestionali, competenze imprenditoriali e, soprattutto, attenzione ai beni che gli saranno consegnati in modo che l’enorme l’investimento fatto possa produrre nel tempo un ritorno sia nel futuro prossimi sia nell’implementazione dell’idea progettuale mettendo a reddito il “patrimonio” infrastrutturale realizzato e aumentando il numero delle bici elettriche messe a disposizione delle comunità. Soprattutto, sarà interessante come saranno impiegate le risorse a “disposizione” della stazione appaltante (€ 595.580,42): si faranno investimenti per sviluppare ulteriormente il progetto e migliorare il servizio ed implementare il parco bici o saranno utilizzati per l’ordinaria gestione. Nel primo caso si denota la volontà di andare oltre, nel secondo la scelta di arrivare all’esaurimento delle risorse e poi abbandonare l’idea alla deriva e all’oblio.
Non per essere pessimisti, ma è già accaduto negli oltre venti anni di esistenza in vita del parco che opere immaginate, realizzate e messe in opera siano poi rimaste “scheletrite” sul territorio a testimonianza che non sempre delle buone idee, una volta tradotte in pratica, siano in grado di reggere l’impatto con la realtà in cui sono calate. Gli esempi non mancano: monorotaie che potevano andare bene in linea retta e in pianura, posate in zone collinare o montagna; musei virtuali realizzati lontani dai flussi turistici mai aperti o chiusi non appena inaugurati; palazzi storici e castelli ristrutturati e arredati e poi lasciati liberi di ogni segno di vita; interi borghi rifatti e poi lasciati deperire e vandalizzare per mancata messa a reddito per anni …
Questa, però, sarà tutta un’altra storia se si farà tesoro di quanto è accaduto in passato!
Trending
- Scuola, 267 milioni per tutor e orientatori
- Vallo della Lucania, Teatro “Leo de Berardinis”: “Il calamaro gigante” con una straordinaria Angela Finocchiaro
- “Fiumi, Briganti e Montagne”: Il Salernitano tra storie e storia, coraggio, mistero e resilienza
- Orientamento scolastico, Valditara scrive ai genitori
- Un Re venuto a servire
- Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati chiede al MIM di garantire i diritti dei docenti precari: presentata diffida formale
- OMEOPATIA E DOLORE AI DENTINI DEI LATTANTI
- Scuola: emendamenti ANIEF alla Manovra Finanziaria 2025