Storici e politologi autorevoli hanno sostenuto, non senza fondamento, che una delle cause del ritardo storico del Cilento e della zona a Sud di Salerno, dal Sele a Sapri, è da attribuire alla mancanza di una città che con le sue funzioni burocratiche/amministrative, con le conseguenti attività economiche e con le istituzioni culturali, costituisca polo di attrazione e propulsione economica e civile per l’intero territorio. Ora non c’è alcun dubbio che Capaccio Paestum per la sua grande e prestigiosa tradizione storica, per la posizione geografica/strategica, per la ricchezza e la varietà delle attività economiche, per il numero considerevole degli abitanti (22.000) può essere considerata a tutti gli effetti un nucleo di città in fieri (in grado di contare e superare di molto i 50.000 abitanti inglobando i paesi della kora poseidoniate/pestana, come storia ed economia consentirebbero e consiglierebbero.
Ma, allo stato attuale, è una città monca, perché parcellizzata e coriandolizzata. E, come tale, è una città solo allo stato potenziale. Forze politiche a tutti i livelli, l’imprenditoria ricca e varia, le categorie professionali e tutta la più vasta società civile dovrebbero (il condizionale è d’obbligo)essere impegnati, tutti insieme, per raggiungere l’obiettivo e , pertanto,ipotizzare, ridisegnare e realizzare LA CITTA’. Necessita una mobilitazione di tutte le coscienze, con una grande campagna di persuasione che generi consenso ed entusiasmo, perché quella da ipotizzare e costruire non può che essere UNA CITTA’ DEI CITTADINI, nell’accezione piena che ne hanno dato i grandi spiriti democratici :scrittori, saggisti, sociologi, politologi ed urbanisti da Italo Calvinoad oggi. E mi spiego.
Oggi Capaccio Paestum presenta non solo un territorio parcellizzato, ma anche strabico. Pertanto, così come è configurato, il territorio nelle sue tante aggregazioni urbane consente , con buona possibilità di riuscita, solo una CITTA’ POLICENTRICSA E POLIFUNZIONALE, individuando diversi poli distinti per funzioni e ecollocazione strategica. Io come tanti altri potremmo esercitarci i a disegnare un ipotesi di città. Ma è giusto, doveroso e profondamente democratico che lo facciano i cittadini, tutti cittadini in lunghe, approfondite e serie assemblee di frazioni/contrade indette dall’Amministrazione per raccogliere idee da ridurre ad un UNICUM condiviso con l’intervento dopo, ma molto dopo dei tecnici (hanno già preso molti troppi compensi professionali, alla luce del sole e sottobanco ed hanno prodotto per conto terzi, il più delle volte)per l’elaborazione concreta di fattibilità. Alla luce di queste considerazioni c’è da chiedersi, per esempio, quale è il punto di riferimento capaccese pestano dell’esercito sparso fra masserie e poderi di Seude, Scigliati, Tempa San Paolo che con occhio strabico e schizofrenico guardano alla piazza di Matinelle per una chiacchiera da bar a fine lavoro? Quale quello di Gronola e Ponte Barizzo, che puntano su Santa Cecilia? Quale quello di Licinella, che si considera quasi periferia di Agropoli per shopping e divertimento? Quale quello di Spinazzo e Varco Cilentano che ha l’occhio acceso verso San Giuseppe di Giungano o Bivio Mattine di Agropoli? Quale quello del regno di nessuno ,del mondo senza nome sperso e frammentato sulle colline di Pazzano e dei tornanti del Getsemani e Capaccio Vecchio? Costituiscono un discorso a sé Capaccio capoluogo , Paestum/Cafasso/ Capaccio Scalo/Rettifilo, Laura e la vasta e vivace , almeno d’estate, zona mare, a cui spetterebbe di diritto il toponimo di Capaccio Marittima. Ho delineato con molta approssimazione e con la necessario sintesi imposta da un articolo E non ho approfondito il tema della localizzazione dei centri strategici e funzionali dove ipotizzare.:cultura, sport, attività economiche, turismo, centri commerciali.Ma, di sicuro, se bon mi si blocca l’entusiasmo, ci tornerò perché il’argomento è appassionante Per intanto ne discuta l’Amministrazione Comunale, che ne ha il dirittto-dovere, nelle sedi istituzionali, coinvolga i cittadini in assemblee di contrade frequenti e motivate, ma tenendo di vista due punti, secondo me, inderogabili, Il ruolo di Capaccio capoluogo come polo delle funzioni burocratiche ed amministrative, Paestum/Cafasso come polo della Cultura e conseguenti infrastrutturazioni di servizio, Capaccio Scalo Rettifilo polo dei trasporti , dell’istruzione e dello sport. Laura mare(Capaccio Marittima) polo della convegnistica e delle attività del mare.
Poi c’è la terra di nessuno ,tra Licinella e San Marco diAgropol.dove,. a Linora, l’Ammnistrazione di cCapaccio Paestum ha deciso di creare l’Arena del Mare, tema del quale mi sono occupato con due lunghi articoli, ed altri numerosi riferimenti che rimontano ad un dibattito di decenni. e che è ufficializzato, tra l’altro in due pubblicazioni, di cui la stampa lpcale, provinciale, regionale ed anche nazionale se ne è occupata nei decenni passati.