di Alessandro Petraglia
Premetto che mi ero imposto di stare in silenzio dopo le passate elezioni per il rinnovo del CdA visto che la vittoria era stata eclatante per Pingaro e la sua lista. Ero sicuro, però, che il tempo mi avrebbe dato ragione e quindi oggi non posso più tacere di fronte a quello che il CdA ha proposto nell’assemblea del 23 aprile ’17 e fatto approvare dai pochi soci presenti.
Intanto, votato SI per l’approvazione del bilancio 2016 della nostra Banca perché ritengo che sia positivo chiudere l’anno con un utile d’esercizio – seppur piccolo – che ha riportato la banca in attivo.
Ho notato comunque che sono state fatte poche svalutazioni sui crediti e voglio augurarmi che ciò sia derivato dal miglioramento del comparto crediti.
Sono invece contrario alla scelta di aderire ad ICCREA come capogruppo del gruppo bancario cooperativo.
Sono contrario prima di tutto perché il CdA non ha fatto nulla per favorire una discussione tra i soci che discendesse da una conoscenza dei due gruppi bancari cooperativi. Non può bastare una veloce relazione letta in assemblea.
L’altro gruppo bancario cui si può aderire – quello del Trentino, denominato Cassa Centrale Banca – non è stato preso in considerazione dal CdA e portato a conoscenza dei soci nei dovuti tempi e modi. La mia personale impressione è che più che scegliere noi, abbia compiuto questa scelta la voglia del nostro CdA di stare a rimorchio della Federazione Regionale.
Inoltre, non accetto che la BCC di Capaccio Paestum sia a rimorchio della Bcc Comuni Cilentani, come di vocifera tra i soci.
Io ritengo che la nostra Banca abbia un patrimonio tale da permettergli di continuare ad esistere in totale autonomia o di valutare altre ipotesi di fusione anche con Banche che operano sul nostro stesso territorio di competenza. In fondo lo spirito dell’adesione obbligatoria ad una Holding è proprio quello che la Holding deve assicurare, una buona esistenza di ciascuna Banca indipendentemente dalla sua dimensione.
Una fusione con una banca che ha forti tensioni nei conti rispetto ai nostri, invece, non gioverebbe alla nostra Bcc, ma ci porterebbe addirittura nocumento.
Con il buon patrimonio che la nostra banca si ritrova e con la rinnovata, sana e prudente gestione, la nostra Banca può risalire la china senza stravolgimenti societari che annienterebbero la nostra storia, i nostri sacrifici ed i sacrifici dei tanti soci che ci hanno preceduto.
Invito il presidente, Rosario Pingaro, ad organizzare incontri con i soci per valutare attentamente la strada da percorrere nei prossimi mesi perché una strada sbagliata, relativamente ad eventuali fusioni, potrebbe portare la nostra Cassa Rurale in un pericolosissimo burrone.
Infine, non posso stare zitto sull’argomento “rinnovo del Collegio Sindacale”, in quanto il C.d.A. ha previsto una spesa che ritengo essere esagerata rispetto al ruolo che tale collegio svolge, in quanto, la revisione dei conti viene effettuata anche da una società esterna già pagata profumatamente, ma forse giustamente. Non capisco perché il C.d.A. da una parte ha intrapreso da qualche mese la giusta strada del risparmio sulle spese di gestione, anche con un forte ridimensionamento dei premi scolastici, e dall’altra non ha preso nemmeno in considerazione l’ipotesi di ridurre il compenso per i sindaci non più revisori dei conti.
Voglio bene alla mia Cassa rurale e sto male a pensare che esiste l’ipotesi concreta che a breve potremmo diventare la succursale di un’altra BCC cilentana…