di Antonio Marino CAPACCIO PAESTUM. In merito alla sentenza del Tribunale civile di Salerno, che ha condannato la Bcc Capaccio Paestum al risarcimento di circa 27mila euro ad un ex correntista di Albanella, per aver applicato interessi sugli interessi (anatocismo) in una vertenza risalente al 1995, riceviamo e pubblichiamo, integralmente, la seguente nota inviata, alla nostra redazione, dal direttore generale della Bcc Aquara, Antonio Marino, che difende energicamente la cassa rurale presieduta, oggi, dall’ing. Rosario Pingaro: “In questa vicenda c’è tutta l’indecenza economica e giuridica di questa nazione, che non a caso non cresce e non potrà mai crescere. Il rapporto Banca-cliente solo in Italia si svolge in tribunale, anziché essere normato dal mercato. Tra l’altro, queste cose producono addirittura notizie da prima pagina alla stregua di un omicidio o cose simili, quando invece si tratta di un semplice contenzioso in un sistema economico molto concorrenziale. Di certo, le banche non mancano, per cui un cliente può scegliere liberamente cento altre banche se non è contento di quella che lo sta servendo. Ancora più paradossale, la cornice dell’anatocismo: una disquisizione tutta e sola italiana, che non trova pari in Europa. Tra l’altro, questa banalità venne sollevata dai consumatori molti anni addietro, quando i tassi debitori sui conti correnti erano a due cifre. Oggi che i tassi sono a livelli bassissimi, non è ragionevole parlare di illegittimità degli interessi composti. Sarebbe come scatenare una guerra mondiale per prendere una confezione di Nutella… tra l’altro, la vicenda dell’anatocismo è stata cavalcata dalle associazioni dei consumatori, altra categoria tipica italiana, una categoria che ragionevolmente non ha nulla a che vedere con le aperture di credito in conto corrente. Le imprese, invece, utilizzatrici tipiche dello ‘scoperto’, non hanno mai gioito per questa diatriba tutta italiana sull’anatocismo, perché adesso si vedranno addebitati gli interessi annualmente e non più trimestralmente. A nessuno piacerà probabilmente pagare 10.000 euro in una sola volta, quando poteva pagare 2.500 a trimestre, con meno stress economico. In compenso, però, i tanti italiani amanti di cavilli giuridici saranno entusiasti… Bloccata com’è da burocrazia e bizantinismi, in Italia, ma solo in Italia tra le nazioni evolute, esiste il principio che puoi chiedere soldi in banca… poi, una volta ricevuti, puoi inventarti una questione, tipo anatocismo, per non restituirli o restituirli quando la causa sarà terminata tra un certo numero di anni. In tutto ciò, nell’immaginario collettivo, ‘cattive’ sono le banche, non chi scappa col malloppo! Povera Italia, sempre più preda di populisti! Peccato che questa cultura della non certezza dei pagamenti, che è il vero vulnus della nostra economia, a cominciare dai pagamenti della pubblica amministrazione, non riguarda solo il rapporto banca-clienti che i populisti vogliono demonizzare, ma incide fortemente anche tra privati, con grave nocumento del quadro economico nazionale ed a vantaggio, immediato, per le nostre nazioni concorrenti. Non a caso, in Italia i giovani rischiano di diventare più poveri dei loro genitori, come evidenziato dalla recente analisi di McKinsey sulle maggiori economie mondiali nell’ultimo decennio”.
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