Di Bartolo Scandizzo L’ultimo anno è stato un anno particolare per il Credito Cooperativo. La riforma voluta dal governo Renzi ha stravolto il concetto di banca basata sulla vicinanza al socio e al cliente che, molto spesso, sono gli stessi soggetti. Finora, però, gli effetti della legge non sono arrivati a modificare il modo di essere sia della banca sia dei suoi interlocutori. Quando i soci e i clienti si accorgeranno di essere in un’altra dimensione? Il rapporto banca-cliente potrà cambiare, forse, solo quando Renzi ci darà la crescita, solo quando questa nazione comincerà a mettere la testa a posto. Per adesso, con questa pressione fiscale, con questa burocrazia, con questa corruzione, con questo debito pubblico non penso che faremo passi avanti. I nostri clienti sono soddisfatti perché la nostra banca mette in campo una grande capacità di ascolto, non perché li spingiamo verso la digitalizzazione del rapporto banca-cliente. Lei si è impegnato in prima persona per migliorare il testo originale del decreto. Ha dibattuto ad ogni livello, sia politico sia all’interno del sistema del credito operativo. Quali risultati ha prodotto questa battaglia? Insieme ad alcuni miei colleghi di tutta Italia siamo stati in grado di stimolare la discussione sulla stampa ed oggi siamo interlocutori privilegiati del gruppo trentino che sta realizzando il secondo Gruppo Bancario Cooperativo. Non è un risultato da poco. Senza il secondo gruppo saremmo andati incontro ad un monopolio e ad una riedizione delle problematiche che ci hanno portato nella condizione di avere bisogno di una riforma così radicale. Altro principio che abbiamo difeso nel dibattito è la salvaguardia estrema del binomio autonomia – merito affinché le banche amministrate secondo i principi della sana e prudente gestione possano proseguire nel proprio percorso virtuoso. Vuole ricordare i numeri più significativi relativi all’anno in corso con una proiezione in percentuale rispetto a quelli positivi del 2015? Tutti gli indicatori sono in crescita. Ma a noi interessa soprattutto la crescita degli impieghi, cioè la crescita dei prestiti alla buona clientela. Il resto è solo una conseguenza. Oggi l’imperativo per le banche è solo quello di fare buoni prestiti. Con la riduzione in atto della forbice dei tassi, per fare reddito c’è un solo modo: incrementare gli impieghi. La nostra Banca al 31.08.16 ha già deliberato nuovi fidi pari all’80% di quelli deliberati nell’anno 2015. Questo è il nostro tratto distintivo. Non abbiamo chiuso i rubinetti del credito, anzi li abbiamo maggiormente aperti perché le richieste della clientela ci sono e sono di buona qualità. Raccogliamo oggi i risultati della buona reputazione che la Banca si è conquistata sul campo. Oggi più che mai la Banca ha bisogno di buona reputazione che a noi non manca. Uno dei motivi che hanno spinto il governo ad emanare il decreto sul credito cooperativo è stato quello di voler ridurre la frammentazione del sistema bancario e favorire la costituzione di uno o due gruppi nazionali. A che punto è questo processo? Come è capitato all’estero, tra qualche anno ci accorgeremo che è stato un errore eliminare le banche locali o le cosiddette banche di paese. Speriamo che si facciamo almeno due gruppi bancari cooperativi in modo da salvaguardare un minimo di pluralità … che sul mercato non guasta mai. Il 13 ottobre prossimo ne sapremo di più sulla costituzione del secondo gruppo bancario. In quale dei due gruppi si collocherà la Bcc di Aquara? La BCC di Aquara starà sicuramente con il Gruppo che sarà culturalmente più distante dalle allegre gestioni del passato, che ci hanno portato nella condizione di avere bisogno di una riforma “punitiva”. A livello locale è iniziata da tempo la fase di semplificazione del sistema della Bcc con aggregazioni, fusioni e inc orporamenti. Da anni i soci hanno sentito parlare della fusione tra la Bcc di Aquara e la Monte Pruno di Roscigno e Laurino. Nei fatti, Michele Albanese e Anna Miscia e il Cda hanno preso una strada diversa annunciando la fusione con la Bcc di Fisciano. È rimasto sorpreso e deluso per la scelta? Non sta scritto da nessuna parte che bisogna fare obbligatoriamente delle fusioni. Ce lo chiede semplicemente il mercato. È del tutto evidente che se si riducono i ricavi, per via della riduzione della forbice dei tassi, ed i costi restano invariati sarà difficile fare bilanci con utili d’esercizio. Per ovviare occorrerà incrementare i volumi. Ergo, occorrerà aggregarsi per avere somme più consistenti. Noi siamo convinti che le fusioni vadano fatte tra banche che non hanno criticità altrimenti per salvarne una se ne rovinano due … Per questo siamo stati e siamo favorevoli alla fusione con BCC di Roscigno e Laurino. Si tratta di due banche sane ed ognuna porta con sé un valore aggiunto per l’altra. Se Roscigno ha fatto la fusione con Fisciano bisogna dire che probabilmente gli è stata imposta, ma questo non significa che non ne possa fare altre, tanto più se una nuova fusione gli porta soluzioni anziché problemi. Voglio ricordare che la riforma in atto darà più autonomia alle BCC più meritevoli. Di conseguenza è importante avere banche con pochi crediti deteriorati altrimenti si perde l’autonomia gestionale, che a noi sta tanto a cuore. È vera la notizia che anche al vostro Cda la Banca d’Italia ha prospettato una fusione con una consorella di medie dimensioni. Avete intenzione di aderire alla richiesta? Nessuno ci ha chiesto niente. Siamo noi che abbiamo intavolato una relazione con un paio di BCC confinanti per vedere se c’era la volontà di aggregarsi nell’ottica del miglioramento dei conti economici. Ripeto, il problema sul tappeto è la redditività delle banche non la dimensione delle loro aree territoriali. Le banche non si misurano a Km quadrati ma dalla bontà dei loro bilanci. Ci sono banche con un solo sportello ed hanno un sano bilancio che permette loro di stare in piedi egregiamente e ci sono banche con tantissimi sportelli ma che chiudono in perdita. Noi siamo a favore di fusioni che servono a migliorare i bilanci non ad appesantirli … forse irrimediabilmente. In ogni caso è risaputo che il sistema bancario subirà nel prossimo futuro forti cambiamenti. Come si modificherà il rapporto banca – socio – cliente? Il rapporto si modificherà secondo le istanze del mercato non certo per decreto. L’Italia è diversa da regione a regione non si può trattare tutto allo stesso modo. Tutti dicono oggi che il rapporto banca-cliente si svilupperà sul telefonino ma noi assistiamo ad un incremento consistente delle presenze di utenti ai nostri sportelli. Si tratta di persone in carne ed ossa che chiedono alla banca, consigli, comprensione, relazione e di essere accompagnate nelle scelte. Tutto ciò non si può certo fare per corrispondenza. Il vento che spira forte e irragionevole contro le banche non giova a nessuno e danneggia la nazione. C’è bisogno delle banche. Proviamo ad immaginare che succerebbe se gli sportelli bancari chiudessero per una settimana … In giro c’è una cultura finanziaria bassissima e, purtroppo, ne fa le spese l’intero sistema creditizio e, di conseguenza, l’intero sistema economico. Se un cliente è insoddisfatto della propria banca non c’è motivo che si lamenti, basta cambiarla: la concorrenza ha fatto bene alle banche! Le banche buone e in salute esistono, basta solo saperle scegliere e servirsene …
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