di Enrico Serrapede
Inutile nascondersi, in questo nuovo anno la città di Agropoli sarà chiamata ad un momento cruciale della sua intera storia. Dopo due mandati, l’era Alfieri volgerà al suo termine con la cittadinanza in dovere di eleggere il suo nuovo paladino. L’uscente sindaco di Torchiara in questi due mandati ha trasformato un paese in una città, che se ne dica. Dove prima c’era degrado ora c’è un Palazzetto dello Sport, un cineteatro di ultima generazione, un mini centro commerciale e tra poco vi sorgerà anche un museo, il tutto senza dimenticare la riqualificazione del parco pubblico che prima dell’avvento di questa amministrazione era luogo buono solo per i tossici (senza usare mezze misure). Questi sono solo piccoli grandi esempi di quanto avanti sia andata la capitale del Cilento in questi dieci anni, o “cinquepiùcinque” slogan della campagna elettorale alfieriana del 2012. Il “Sindaco del fare”, come è stato battezzato da molti, ha inevitabilmente creato intorno a sé un manipolo di adepti e uno di detrattori,non si può di certo piacere a tutti. Il suo team, la sua squadra, ha senza dubbio lavorato a tappeto cercando di entrare in ogni tessuto sociale, in ogni ambiente della città. Diciamoci la verità probabilmente nessun candidato a sindaco avrà mai tanta strada spianata quanto Adamo Coppola alle prossime elezioni. Ovvio è che sia stato lo stesso Coppola a lavorarci su, a mettersi d’impegno, del resto era ben consapevole del dover lavorare innanzitutto per sé stesso. Alfieri, forte dei consensi del Partito Democratico, e della sua stessa importanza all’interno, in questi dieci anni si è permesso addirittura il lusso di portare in Parlamento Sabrina Capozzolo, altro elemento che prima dell’attuale carica orbitava nell’entourage del primo cittadino di Agropoli. Il lavoro del PD però ultimamente sembra avergli creato più intoppi che benefici. Poco è piaciuta la cerimonia di riapertura della Cilentana, in molti hanno storto il naso per lo slogan “Impegno Mantenuto”, qualcuno si è sentito anche preso per i fondelli. Senza andare troppo lontano inoltre c’è la populista questione delle “fritture”, o peggio ancora le dichiarazioni del Governatore della Campania, sempre nella stessa occasione, sulla sanità regionale. Da menzionare obbligatoriamente, infine, c’è anche la sconfitta del PD al referendum, sconfitta nella quale bisogna pur sempre inserire anche Alfieri, nonostante il sindaco abbia voluto precisare che chi ha votato “No” non l’ha fatto contro la sua persona (probabilmente ha anche ragione, il voto era contro il Primo Ministro Renzi). Ah, per la cronaca De Luca gli ha chiesto 4000 preferenze, Alfieri gliene ha concesse “solo” 3400, se non ci fosse stato lui probabilmente sarebbero state anche meno. Ma ad ogni modo il referendum costituzionale, e gli altri citati eventi, hanno aperto una faglia nell’egemonia del PD, abituato a vincere a mani basse alle porte del Cilento. Faglia inoltre giunta fino alla ribalta nazionale che ha dato grande spazio al voto degli agropolesi. Il Partito Democratico, grande padrone della città, dopo dieci anni ha dovuto registrare nuovamente una sconfitta. Ed è su questa sconfitta che oggi, alle porte del nuovo anno, cercano di agguantare consensi gli antagonisti del neo candidato a sindaco di Agropoli Adamo Coppola. Antagonisti che devono, per forza di cose, cavalcare l’onda del malcontento venutosi a creare negli ultimi tempi. D’altronde il popolo è mutevole, è sempre stato così e sempre in questo modo si comporterà. Ora però c’è da chiedersi: ma davvero ad Agropoli si sono creati i presupposti per un sindaco che non sia del Partito Democratico? Le alternative, intanto, pian piano stanno venendo fuori: l’ingegnere Agostino Abate, vecchio componente della giunta Alfieri, sarà il candidato che guiderà le liste civiche mentre si attende ancora il candidato dei Cinque Stelle (Caccamo è in pole ma si aspetta il nullaosta da Roma, anche per l’utilizzo del simbolo grillino). Il lavoro del PD di questi ultimi dieci anni basterà per far dormire sogni tranquilli ad Adamo Coppola e ai componente della sua squadra? Le opposizioni saranno abbastanza brave da creare una vera alternativa all’attuale vicesindaco? La partita, insomma, è appena iniziata, la fine, a questo punto più incerta rispetto a sei mesi fa, sarà a maggio dove si trarranno i bilanci finali e Agropoli eleggerà il suo nuovo sindaco e la sua nuova giunta. Non ci resta che aspettare…