Tradizionalmente – e fino ad un passato molto recente – all’interno dell’amministrazione pubblica, dell’imprenditoria privata, del settore agricolo, turistico e financo nel mondo del sociale, sono prevalse una sorta di cultura di comunitarismo localistico, di concorrenza interna, e una visione a breve termine. Ciò ha causato, nonostante la relativa abbondanza di risorse finanziarie, una riluttanza al cambiamento, una scarsa capacità d’innovazione, una ridotta propensione all’aggregazione.
Nel corso dei lavori, tra i 22 comuni dell’area Bassa Valle, dalle tre Unités des Communes valdôtaines e dagli operatori dei diversi settori, è invece emersa, la consapevolezza, la necessità e la tensione verso un cambio d’atteggiamento, di mentalità, per passare ad una cultura della collaborazione, capace di un piano d’azione di lungo termine, sorretto da una visione predefinita e condivisa: fare della “montagna” una destinazione turistica d’eccellenza. Infatti, la nascita del Polo unico dell’istruzione superiore è un’operazione che, da sola, mostra inequivocabilmente “la caduta dei campanili” e lo svecchiamento di antiche logiche di potere, un cambio di mentalità atteso da tempo.
Strategia nazionale aree interne Bassa Valle punta a …
Un incremento del successo formativo, la riduzione del tasso di dispersione scolastica e la messa a disposizione degli studenti di maggiori strumenti di consapevolezza di sé e del proprio ruolo nella società, attraverso l’acquisizione di competenze necessarie alla crescita individuale, alla partecipazione attiva alla vita sociale e all’inserimento nel mondo del lavoro.
In ambito sociosanitario si prospetta una più stretta interazione tra area sanitaria territoriale e la comunità che vi abita, ponendo in particolare l’attenzione alla popolazione a rischio di fragilità di salute (patologie croniche, anziani). Si tratta di realizzare l’integrazione ospedale-territorio, portando l’attività degli operatori sanitari e sociosanitari nelle famiglie, sostenendo un ruolo attivo e la responsabilizzazione della comunità, migliorando l’accesso ai servizi socio-sanitari attraverso il ruolo del terzo settore e dei volontari della Bassa Valle.
Uno sviluppo locale dovrà vedere il territorio impegnato nella qualificazione del turismo di scoperta, attraverso la valorizzazione del patrimonio agroalimentare locale e la messa a sistema dell’offerta escursionistica, del mondo della ricettività e del capitale culturale e ambientale: la crescita di un turismo esperienziale “lento”, di tipo naturalistico, culturale ed enogastronomico, attività di escursionismo e mountain bike, tramite un’offerta “dolce”, alternativa e complementare rispetto al trekking, all’alpinismo e allo sport in alta quota.
I servizi di mobilità si dovranno allineare all’esigenza di sviluppo turistico e di tenuta della residenzialità, con interventi a favore della mobilità condivisa e sostenibile, per visitatori e residenti. In quest’ottica si collocano il sistema di trasporto flessibile, la realizzazione della pista ciclabile di fondovalle e di un percorso ciclopedonale nella Valle del Lys. Il servizio di trasporto flessibile mira, da una parte, a rendere raggiungibile la miriade di località e villaggi della Bassa Valle, spesso depositari di straordinarie ricchezze paesaggistiche, storiche, artistiche e culturali, non collegati dal tradizionale servizio di trasporto pubblico di linea; dall’altra, a permettere, alla popolazione anziana in condizioni di disagio che risiede in questi villaggi, di poter contare su un servizio minimo assicurato di viaggi verso le località ove sono collocati i principali servizi. I percorsi ciclo-pedonali mirano, invece, a porre le basi per una mobilità sistematica alternativa
all’impiego dell’automobile, grazie al collegamento dei centri abitati del territorio e ad offrire nuove opportunità di svago a portata anche di bambini, famiglie, persone con disabilità motorie.
In sintesi, lo scenario da costruire da parte della Bassa Valle contiene un Polo scolastico di eccellenza, radicato tra ragazzi e imprese, una comunità consapevole dei propri bisogni socio-assistenziali e attiva verso gli individui più fragili, una mobilità dolce per residenti e turisti e una nuova cultura dell’ospitalità capace di mettere il turista in contatto diretto con la comunità che lo ospita, di valorizzare l’enogastronomia di qualità, di promuovere la conoscenza dei diversi aspetti culturali, paesaggistici e ambientali del territorio.