Cono Federico racconta la traversata del deserto che ha consentito alla banca di risalire la classifica dalla 3^ alla 1^ nel Gruppo Cassa Centrale: 18,50% get1, €1, 5 mln di utile, €935 mln impiego, €510 mln di raccolta, €3,59 mln di crediti deteriorati coperti al 63%, e sofferenze pari ad €1,4 mln ampiamente coperte dall’utile
Anna Miscia e Michele Albanese hanno scelto Salerno, diventata baricentro della banca che dirigono” per la convention di fine anno durante la quale hanno “raccontato” la traversata nel “deserto” durata 3 anni che li ha condotti all’“oasi” dove hanno depositato il patrimonio della Banca Montepruno con un montante che supera il miliardo e mezzo di euro.
È sabato 18 dicembre 2021, ore 11:00 e mi trovo nella sala convegni del Grand Hotel di Salerno per assistere alla Convention della Banca MontePruno. Apre i lavori la presidente, Anna Miscia, per portare i saluti istituzionali agli ospiti, invitati e ai circa 120 dipendenti. Miscai fa anche un breve excursus sul passato, presente e futuro dell’istituto di credito “ereditato” nel ruolo che fu suo dell’indimenticabile predecessore l’Avv. Filippo Mordente unitamente ai I trenta soci fondatori.
Antonio Mastrandrea, l’uomo della comunicazione della Montepruno, chiama Cono Federico, vicedirettore vicario, ad illustrare i dati aggregati relativi al triennio 2018-2021 Si tratta di un periodo caratterizzato dalle “difficoltà, superate grazie alla fatica quotidiana e consolidati dall’abnegazione di tutti”. Mastrandrea indica nella “Nuvola di parole più utilizzate nella comunicazione della banca dal 2004 al 2021, e scritte su un foglio A4. Le parole sono scritte in grandezza variabile a seconda della frequenza del loro utilizzo in poco meno di un ventennio della storia della banca”.
Federico ha scandito tutti i passaggi che hanno caratterizzato la vita della banca inserita nel gruppo guidato da Cassa Centrale (la capo gruppo) che ha visto la riduzione del numero delle “consorelle” a 71 BCC in Italia. Ma anche la Banca Montepruno ha si è consolidata sforbiciando e ricucendo i sui “numeri” che, pur rimanendo sostanzialmente uguali al 2018, grazie all’efficientamento indotto, hanno consentito il “grande balzo” che oggi rende orgogliosi sia la dirigenza sia la squadra da loro assemblata: 121 dipendenti, competenza su 84 comuni con 18 sportelli ed oltre 2800 soci.
Il dato del 18,50% CeT1 ratio, (Common Equity Tier 1), €5 mln di utile, €935 mln impiego, €510 mln di raccolta, €3,59 crediti deteriorati coperti al 63%, e sofferenze pari ad €1,4 mln ampiamente coperte dall’utile. Questi dati rendono bene l’idea della strada fatta nella direzione “prescritta” dalla capogruppo ma fortemente “voluta” dal Cda della Montepruno che ne fece un motivo di “orgoglio” prima che del dovere di volersi riposizionare nella “graduatoria” all’interno del gruppo bancario.
Gruppo che non ha fatto sconti al gruppo dirigente chiamato a “22 verifiche” superate con piena soddisfazione delle parti. Tant’è vero che dalla 3 fascia la Montepruno ha scalato la classifica fino a raggiungere la 1^ fascia, oltre che attestarsi al 1° posto tra le Bcc dalla Toscana in giù!
A seguire, Mastrandrea chiama ad intervenire Amedeo Manzi, Presidente delle banche BCC di comunità Campane e Calabre, che è il tentativo riuscito di riaggregare le Banche di Credito Cooperativo, un tempo unite nelle federazioni territoriali, in un gruppo di “sindacato”. Ad accompagnare Manzi, anche Vincenzo Vildacci, ex segretario della federazione campana. “Si tratta di mettere insieme le persone prima delle 19 banche con 1600 dipendenti. L’obiettivo è quello di ricondurre l’intera galassia delle ex Bcc campane e calabre nella federazione da lui presieduta.
Con l’intervento di Sergio Gatti, direttore di Federcasse, si entra nel vivo del confronto tra “periferia” e “centro”. Gatti ricorda che gli ingredienti fondamentali del “lievito madre” dell’economia civile indicati da Antonio Genovesi, economista, nato a Castiglione “Genovesi” nel 1713 (Salerno) e morto 1769 a Napoli: fiducia, mutualità, bene comune e felicità pubblica. Altre slide hanno accompagnato l’esposizione del “manifesto” di Federcasse intorno al quale sono state raccolte le adesioni delle 71 banche che vantano un patrimonio di 21,2 Mld di euro, 189 Mld di Euro di raccolta e 137,8 Mld di Euro di impieghi!
Quando Mastrandrea chiama al microfono Michele Albanese, ricorda i punti controversi che rendono difficile la vita delle banche consociate. Un argomento che Albanese non ha smesso di “rinfacciare” fin dal primo momento in cui fu “imposta” la riforma al sistema della BCC.
Il direttore, ricorda che “da dicembre 2019 ad oggi la strada è stata lunga, sofferta e irta di ostacoli … ma oggi siamo qui a festeggiare per vivere il presente dal quale parte la sfida di modernità senza dimenticare le origini del Credito cooperativo. Il distacco dalle origini prodotto da una normativa ingombrante e sproporzionata deve essere almeno parzialmente colmato!”
Ecco perché Albanese “implora” Federcasse ad agire per recuperare il principio della proporzionalità delle prescrizioni richieste dalla BCE cucendo un abito su misura per le varie realtà bancarie operanti sul “terreno”.
Poi Albanese alza il tono e ricorda al Gruppo Bancario di cui fa parte la Montepruno che “la Banca Montepruno oggi si presenta con le carte in regola per sedersi alla pari al tavolo del confronto interno al gruppo e con idee utili anche per percorrere insieme lo stretto sentiero della richiesta della trattativa con la Commissione Europea”.
“Lo possiamo fare perché siamo sicuri di chi siamo” dichiara orgoglioso il direttore della Montepruno.
È Augusto Dell’erba, presidente di Federcasse, a rispondere con una illustrazione realistica per percorso fatto dal 2017 ad oggi. Continua ricordando la scelta della costituzione di due gruppi che ora sono realtà di primo piano nel panorama bancario italiano. Insiste, concordando con Albanese sul fatto che la mutualità (rivolta al territorio) e la beneficenza (destinata a specifici interventi), come la destinazione delle risorse vincola l’impiego vincolato del 51% verso i soci. Ricorda anche che il 70% del patrimonio è indivisibile, questo a ulteriore garanzia del radicamento sociale del sistema che cambia per adattarsi al mercato ma agisce in modo tale da calmierarlo.
Dell’Erba, infine, prende di petto anche la problematica dell’applicazione “proporzionale” delle regole prescritte dalla riforma del credito cooperativo.
Ricorda che “la Germania a suo tempo chiese ed ottenne un regime diverso per le Landesbank e le Sparkasse, che sono state tenute fuori dal raggio d’azione della vigilanza della BCE. Per cui, se è vero che è impossibile che una norma italiana modifichi la legge europea, potrebbe essere possibile invocare lo stesso trattamento per le banche locali italiane!”
Prima di invitare gli ospiti al salire al primo piano per il lunch, Mastrandrea invita Miscia e Albanese a consegnare un “ricordo” agli ospiti e ai tre dipendenti che sono andati in pensione: Ernesto Picecchi, Egidio Lodano, Donato Nicoletti ed Elisa Elisa Iorio. Albanese, oltre a ricordare l’operoso apporto che gli ormai ex dipendenti hanno dato nel corso della loro vita lavorativa, ha augurato loro di potersi godere al meglio e a lungo il tempo libero dagli impegni lavorativi che sino “guadagnati” nel corso della loro carriera all’interno della Banca MontePruno.