«Lontano è il mare, senz’acqua sembra, eterno come gli specchi vuoti. I templi non hanno dato alla civiltà il riposo di prendere un nome, sono rimasti sommersi da questo cielo inaridito in cui ogni pensiero è fisso.» Così scriveva Alfonso Gatto ne “Il silenzio di Pesto” una prosa che, ricca di liricità, rimanda la memoria a quei territori cilentani dove il poeta si era attardato a guardare particolari di una quotidianità a volte invisibile, lontana dal chiasso vacanziero, pur aprendo i suoi paesi al via vai marino nei giorni dell’estate. E continuava, il poeta: «Il giallo dei melloni di Pesto…
Autore: Vito Pinto
In una delle sue pregevoli pubblicazioni dedicate al 25° di fondazione, la galleria d’arte salernitana “Il Catalogo”, fondata da Lelio Schiavone e inaugurata il 16 ottobre 1968, il pittore Mario Carotenuto ricordava che «una volta Gatto, passando per la Costiera, aveva espresso il desiderio di essere sepolto nel cimitero di Maiori, alto sul promontorio, come una villa enorme su uno dei panorami più belli del mondo. Mi pare che disse pure un’altra cosa: avrebbe voluto che sulla sua tomba ci fosse stata una panchina dove due ragazzi si potessero abbracciare e parlare d’amore». Poi nella lirica “Lo Stellato” il poeta…
Nel mese di gennaio dello scorso anno, prima che l’Italia cadesse sotto “lo schiaffo” della pandemia, l’Amministrazione comunale di Cave de’ Tirreni consegnò ufficialmente alcuni locali, situati nella seconda parte dell’ampio complesso di San Giovanni, nel cuore del centro antico, al Comitato “Figli di Mamma Lucia”, presieduto dall’ex magistrato e parlamentare Felice Scermino, che tiene viva la memoria di questa donna eccezionale: dopo la seconda guerra mondiale, si prodigò non poco a ritrovare i corpi di tanti soldati tedeschi morti sulle colline salernitane, restituendoli alle famiglie perché avessero almeno il conforto di una sepoltura in patria. Come per la storica…
È antica consuetudine preparare, ogni anno, il Presepe nell’avvicinarsi delle feste natalizie ed è sempre un gran da fare per l’allestimento di quella narrazione che, alla fine, nella tradizione napoletana, è un racconto, una rappresentazione teatrale sospesa tra fede e quotidianità. Nella maggior parte delle famiglie, una volta, il presepe era allestito con statuine in terracotta, decorate a freddo, da abili pastorari. Una passione, più che un mestiere, cui si applicò anche Salvatore Ingenito, amalfitano, di professione “scrivano” e per lungo tempo dipendente della Banca Camera di Amalfi. Quando questa chiuse i battenti, Salvatore si dedicò anima e corpo alla…
Anche se l’apprensione, l’ansia, la paura non sono mancate, tuttavia il clima sociale in Costiera Amalfitana si è mantenuto, sin dall’inizio, sul sereno. A fronte delle scene devastanti che altre regioni d’Italia mostravano per i tanti morti del Covid 19, quest’ansa del Golfo di Salerno è stata quasi un paradiso terrestre, un rifugio dalla pandemia. I provvedimenti varati dai vertici nazionali e regionali, divulgati dagli amministratori locali e rispettati da tutti i cittadini hanno fatto sì che in questo territorio non si sono verificate le scene preoccupanti che venivano ogni giorno mostrate dai vari organi di informazione. La Costiera Amalfitana…
Quella strada costiera che da Vietri sul Mare giunge sino a Positano in un susseguirsi di curve che di svolta in svolta disvelano paesi marini e case arrampicate tra maceri mentre salite verso la rampante roccia si alternano a discese verso i brevi litorali, è strada montuosamente marina, a richiamo di poeta, sulla quale si affacciano agili campanili a ritaglio di spazio tra il verde di limoni e viti. “Un sogno dire queste case vere”, scriveva Alfonso Gatto, mentre disegnava una terra dipinta con poetiche parole d’amore. Un luogo dell’anima per letterati e pittori, un rifugio dalla storia per quegli…
In un’ansa di costa montuosamente marina, Atrani si adagia con le piccole case a vista mare, indossando, nelle sere di dicembre, il vestito buono della tradizione, della suggestione, dell’incanto, della meraviglia. Ed è la magia del Presepe, quella raccontata da pittori, scultori, valenti artigiani dell’arte figulina, una magia che ha costruito, nei secoli, capolavori settecenteschi, ma anche capanne di sughero e casette di cartone ondulato, dipinto con colori ad acqua, perché da sempre tutto si riconduce all’ascolto dell’immaginario “Canto del Dio nascosto”. Ogni anno è lo stesso appuntamento ma che ricrea, ogni anno, emozioni nuove, palpiti di fede, felicità di…
Da una imprecisata notte di Natale di circa 300 anni fa, il popolo cristiano, nella notte divina, canta “Adeste fideles”, venite fedeli, a gioire avanti alla capanna di Betlemme dove è nato il Re degli Angeli. E fu un accorrere di pastori che erano a guardia dei loro greggi, di persone umili divenute personaggi per una narrazione straordinaria, unica, come Benino (il giovane pecoraio dormiente) il pastore della “maraviglia”, Cicciobacco, Erode, la banda musicale dei mori, e tutto quel mondo nato dalla fantasia napoletana che si appropriò del presepe come se fosse una invenzione fatta in Via S. Gregorio Armeno.…
Due anni e mezzo fa, il 19 maggio 2018, nel corso di una significativa cerimonia presieduta dall’Assessore alla Cultura e Turismo di Cetara, Angela Speranza, il professore Adriano Caffaro, emerito dell’Università di Salerno, donò al locale Museo d’arte, collocato nell’antica, restaurata Torre “saracena”, dodici opere serigrafiche sulla pregiata carta a mano di Amalfi (carta bambagina) di altrettanti autori salernitani. Una donazione che il Caffaro compiva con “entusiasmo e commozione”, per impreziosire la sala polifunzionale intitolata al prof. Mario Benincasa, «intellettuale sensibile, attirato dalle cose essenziali dell’esistenza e dei valori fondamentali della vita umana». Le opere erano tutte dedicate ad aspetti…
E’ chiamato Vicolo Giudaica quel tratto di stradina stretta che dalla chiesa di Santa Lucia sfocia avanti alla chiesa di S. Agostino. Il suo nome, quel vicolo, lo deve alla presenza, nel Medioevo, di numerose attività commerciali di ebrei, i Giudìa, come allora si diceva. E il nome è rimasto anche per ricordare che alla regola sanitaria della prestigiosa Schola Salerni, avevano contribuito anche medici ebrei, insieme a luminari latini e arabi.Già alla fine degli anni ’50 del secolo appena passato, a metà di questo vicolo era la bottega di Fortunata Notini, donna minuta, dall’indole buona e gentile, capelli d’argento…