Autore: Vito Pinto

Dalle corde di un violino, musiche di Vivaldi scendono dai 578 mt. del Colle Serra lungo i pendii a maceri enfi di viti e a pergolati di glicini. E’ una delle magie che la Diva Costa d’Amalfi sa offrire in una sera di mezza estate quando la luna riveste di luce soffusa un paesaggio montuosamente marino. La musica si spande da quel sentiero tracciato sui Monti Lattari, a metà strada tra il mare dei miti e l’Olimpo degli Dei, percorso dagli Immortali per salvare Ulisse dalle ammaliatrici Sirene, che avevano posto dimora sugli scogli de Li Galli. Da qui il…

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Amalfi e tutte le splendide cittadine della costa del suo territorio popolate, fortificate, ricche di palazzi sontuosi, ornati di affreschi, marmi, colonne, fontane, si avviavano a diventare modesti siti privi della ricchezza che veniva dal mare. Per loro fu giocoforza ritornare alle tradizionali occupazioni della pesca, dell’agricoltura, dell’artigianato.

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Visto dall’ampio terrazzo a strapiombo sul mare de “I Due Fratelli”  di Vietri sul Mare, l’arco colorato del cielo sembra posare la base terrestre nel punto in cui è Atrani. Forse è solo illusione rifratta di mille goccioline iridate di pensieri e di sogni, che vogliono in quel pugno di case strette e sovrapposte l’una all’altra l’incontro con l’ambasciatore del bel tempo.

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n alcuni suoi ricordi della Costiera, Eduardo De Filippo parlava delle lunghe “spase” di ziti che, prima di essere “incartati” nella tradizionale carta azzurra, venivano appesi lungo le canne e messi ad asciugare sulla stessa spiaggia ove una volta venivano costruite le navi mercantili della Repubblica Marinara d’Amalfi.

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Narrano le “historiae” che i romani erano ghiotti di “gaurum” una prelibata salsa di alici che facevano giungere da Cetara. Era quella che oggi chiamiamo la “colatura di alici” e che ancora serve a condire saporiti piatti di spaghetti.

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Tramonti è anche la terra dei più rinomati, anche se anonimi, pizzaioli del mondo, tanto che è in fase di progettazione un Museo della Pizza.

Frutto di miseria e fantasia, la pizza è diventata un piatto prelibato, entrata nella storia, nel costume, nel folclore del popolo grazie anche ai pizzaioli tramontani, ai quali non manca la conoscenza di quella “corte di regole” unica garanzia per un prodotto autentico e genuino.

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Da sempre questo borgo è pronto a raccontare di sirene, naviganti e artigiani intenti a modellare una civiltà fatta di argilla. Ha scritto Ugo Marano che «i ceramisti di Vietri hanno cominciato a plasmare terrecotte per pavimentare la terra, hanno plasmato ambrogette per dare dignità celeste alle cupole delle chiese, plasmato piatti e bicchieri per imbandire le nostre tavole a festa»

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Nella sua ultima seduta il Consiglio Comunale di Vietri sul Mare, su proposta dell’assessore alla Ceramica, Daniele Benincasa, e decisione del sindaco, Giovanni De Simone, ha votato all’unanimità il conferimento della cittadinanza onoraria al maestro ceramista Salvatore Autuori per aver contribuito in modo eccellente alla storia della ceramica locale dando ad essa, con le sue opere, un impulso di innovazione di grande significato stilistico. Un traguardo cui l’artista teneva, soprattutto per quel suo attaccamento al paese costiero e alla sua ceramica, nel cui ventre caldo il maestro ha vissuto gli ultimi cinquant’anni della sua vita lavorativa. Come per tanti artisti,…

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Negli spazi napoletani della prestigiosa galleria “Movimento Aperto” di Ilia Tufano, nella centrale Via Duomo, Antonio Baglivo, artista a tutto tondo di Bellizzi, è presente con la mostra “Enigma” titolo al quale la curatrice Cristina Tafuri ha voluto, giustamente, aggiungere “indizi per un alfabeto personale”. In esposizione lavori che il maestro Baglivo ha realizzato seguendo un proprio “codice inverso” fatto di gesti misurati, adoperati nella sua segreta officina delle arti, così che ogni opera diventa parte di quella raccolta di “libri illeggibili”, per rifarsi a Bruno Munari e al suo “Codice ovvio”, che «non hanno parole da leggere, ma una…

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Senza ombra di dubbio può essere considerato “l’uomo delle sirene”, per quell’antico rapporto che sin da bambino lo lega a questa figura mitologica, così cara a Odisseo, ma anche così vicina a questo nostro Mar Tirreno, dove il Mito si è mescolato, quasi fuso in irreversibile simbiosi, con la storia e la leggenda. In questo ampio golfo lunato Ulisse incontra le Sirene, qui ode il loro canto ammaliatore dopo essersi fatto legare all’albero maestro della sua nave, peregrino per decenni in cerca della sua Itaca. Un canto che ha attirato anche Luigi Manzo in quella rete di invenzioni infinite che…

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