“…Le cose seducenti passano, e la misura che, senza misericordia, le fa apparire mutevoli è in quel tempio, di una impassibilità agghiacciante. Tutto il resto che ci commuove non verrà se non dalla malinconia…” Sono i versi che Ungaretti dedicò a Paestum, incantato dal tempo sospeso del quale i templi ne sono gli oracoli muti. Ho sempre pensato che la bellezza fosse un mistero divino, e che in essa vi fosse qualcosa di inafferrabile o quasi di sinistro… Guardare quei testimoni di un’era, ieratici e muti, vederli riflettere i colori del giorno, la pietra rosa del tramonto o la luce…
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