Capaccio è ora ferita, è un campanile senza campana e senza memoria. Paestum senza archivio è la nostra storia di chi vince, è la scrittura di chi sale sul carro del vincitore e gli grida evviva. E’ una città morta la nostra anima senza cultura. La stazione andrà a chi salta più in alto, non c’è spazio per me, valgo appena due voti di cui sono orgoglioso; il casello 21 muore, già gli avvoltoi gli danzano intorno. A questo tragico ballo, alle nomine regionali dall’alto in basso io non c’entro, vado altrove dove qualcuno ancora mi chiama. A Capaccio gli…
Autore: Sergio Vecchio
Il marinaio senza barca è stanco, senza abbronzatura, con un po’ di pancia, apre lo sportello del treno con il biglietto scaduto senza sapere dove andare in quale direzione l’Eurostar dei desideri lo conduca. Egli ha paura ed ha nonno. Sogna, agitato, nel tragitto, incubi e pirati vestiti in smoking e con il diamante al dito, che lo prendono in giro e che lo riconducono a Paestum, dopo averlo depredato dei suoi averi, e lo buttano dal finestrino, con il treno in corsa, nella città dei templi. Il marinaio si risveglia dall’incubo e si ritrova tra la spiaggia e le…
Un sommergibile in missione segreta naviga a stento nel pantano, è lento nel cammino ma invisibile, invia messaggi con la olivetti alle istituzioni, ma è inascoltato. Fate presto, dice il comandante, che è qui, tra poco, non rimarranno neanche le mura e i templi, hanno già tutto depredato. Ora puntano alla spiaggia, grandi alberghi, come Nizza o Riccione, un grande lungomare, tremila alloggi e altri ancora, panchine, discoteche, pub e accessori, grandi parcheggi intendono costruire. Non c’è aria per respirare, non c’è un posto gratis su cui riposare, qui si paga tutto e ben pesato, qui si paga anche per…
Il Caimano piange, il Caimano ride, è tornato, non si capisce se scherza oppure soffre per davvero. Nuota a fatica tra le onde della palude, arriva in prossimità della torre, ingurgita insulti, rifiuti e progetti d’architetti. Il caimano viaggia a cento all’ora senza benzina, nessuno capisce o non vuol capire chi è, il suo passato è un mistero, è un enigma il suo futuro. Il caimano inghiotte le contumelie senza reagire purché si tira a campare. Ma campare come un caimano non è salutare. E’ il momento di reagire. Paestum appartiene ai suoi abitanti, innanzitutto, ed è patrimonio del mondo…
Capaccio è un dialetto di pietre metriche e di rughe, di case grigie, un campanile di storie e di affetti, di progetti negati, di croci e di favole da custodire. E’ il luogo d’incontro per inventare altre stazioni, Capaccio, di ciò che ancora rimane è il cimitero delle mie illusioni, un camino di brace, la fantasia di chi intende offrire ai bambini il piacere di vivere e la fatica della memoria.I pensieri, anche quelli più neri, stanotte non contano se guardo la luna al buio, qui a Capodifiume. Dimentico i guai, le amarezze, i torti subiti e le inutili attese…
Parte dalla stazione il bastimento carico di caramelle e di bestiame, con poeti armati fino ai denti e archeologi, con bandiere che cambiano ogni stagione, satollo di spezie e mercanzie e di versi in endecasillabi sciolti. Partono gli artisti con i padroni del vapore, basta seguire la corrente e dove tira il vento, c’è pure il salvagente e la scialuppa per non annegare, con i fazzoletti bianchi la gente commossa assiste tra i binari alla partenza degli eroi e piange. Il bastimento/treno è ormai lontano dalla stazione, è un punto invisibile tra le rotaie. Il capostazione, senza cappello e scrivania,…
Caro Gino, compagno di scuola alle elementari, al lido delle sirene, al lido-dancing Cinzia, al lido delle cascate, alle tavernelle eri qualcuno, amico discreto, filosofo dell’estate, estroso nelle trovate, maschera mancina. Per me rappresenti l’infanzia e la gioventù fino all’alba, in notti bianche a inseguire le fate e le streghe e la fantasia di giorni senza data.
Del suo pane santo che divideva come un fratello nel bosco e delle notti di luna a Vietri e delle sue cene di insalate selvatiche e di bile, delle nostre sbronze senza rete di protezione con un vaso di basilico sul davanzale, delle nostre avventure di poesia, dei nostri segreti e delle tempeste di dolore e di contumelie nel golfo agitato di Policastro, delle fiabe di zucchero e di sale che abbiamo inventato, del nascondiglio clandestino di mirtillo dove conservavamo i nostri rancori e scheletri randagi. Delle albe specifiche nelle praterie urbane del porto, nelle case meticce di Napoli e…
Non c’è aria per respirare, non c’è un posto gratis su cui riposare, qui si paga tutto e ben pesate.
Non c’è pace nella mia pittura ma amore di un sogno lirico che distrugga gli incerti oroscopi del futuro, i provvisori equilibri e le sue nubi.