Autore: LIUCCIO GIUSEPPINO

Giuseppe Liuccio, nato a Trentinara (SA) l’1 maggio 1934, vive e lavora a Roma. Già docente di latino e greco nei licei classici, è stato giornalista della Rai-Tv e collabora con varie testate giornalistiche. Ha ottenuto numerosi premi letterari e giornalistici nazionali ed internazionali. Nel 2004, per la sua attività letteraria e poetica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri gli ha assegnato il Premio della Cultura. Nel 2007 è stato nominato Cavaliere della Repubblica Italiana.




Sulla sinistra la strada provinciale s’inciela, dolce, fra i tornanti delle colline a conquista di San Mauro La Bruca e San Nazario, terre di monaci italo/greci, che vi fondarono abbazie ed insegnarono ai contadini innesti per nuove colture e la tecnica per la regimentazione delle acque. A sinistra uno spiazzo/belvedere è il punto di osservazione ideale per un colpo d’occhio carico di emozioni sul mare dei miti e della storia: La spiaggia delle Saline, lunga, ostenta il litorale sabbioso che accende iridescenze al sole con una merlatura di trina d’argento della risacca a carezza/bacio di battigia: M’incanto al tozzo braccio…

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“Nido di pietra alle porte del Parco”. Lo definisce così, con immagine felice ed efficace, Angelo Guzzo nel suo bel libro “Paesi della memoria”. Si tratta di Tortorella, uno dei borghi incantati nell’anfiteatro di colline a terrazza sul mare del Golfo di Policastro. Vanta una storia antica. La sua origine, secondo una diffusa tradizione popolare, risale al 950, quando alcune famiglie di Tortora, un villaggio sul Tirreno in provincia di Cosenza, vi si rifugiarono per scampare alle persecuzioni dei pirati saraceni che dilapidavano le coste con razzie e violenze. Ma probabilmente il toponimo deriva da “tortora”, l’uccello che nidifica sui…

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Cornice dell’evento lo spazio architettonico più all’avanguardia d’Europa, “la Nuvola” di Massimiliano Fuksas, all’Eur. I numeri ne hanno esaltato il successo: 500 editori, più di 1000 gli autori, 550 gli appuntamenti. Parlarne è d’obbligo, anche perché erano presenti molti cilentani. C’è da premettere, innanzitutto, che il libro resta sempre valido come strumento di cultura, anche se alcuni sociologi e politologi ne prevedono, di tanto in tanto, con superficiale leggerezza, la morte a breve. Io, invece, lo ritengo insostituibile per quel piacere quasi tattile di sfogliarlo, per il contagio d’amore nel sentirlo tuo, per la libertà che ti consente di riappropriarti,…

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Con l’avanzare dell’età matura, che galoppa vertiginosamente ed inesorabilmente verso la vecchiaia, si fa sempre più malinconicamente lancinante la nostalgia della terra lontana e diventa amara la “diaspora” nell’“esilio dorato” di Roma, che, per altri versi, riserva non pochi vantaggi sul piano delle relazioni umane e degli scambi culturali. Però mi manca l’atmosfera dei paesi, del loro patrimonio di valori, della calda e coinvolgente umanità della gente, attaccata alle tradizioni, che scandiscono i giorni, i mesi e gli anni e costituiscono una sorta di “religione laica” di vita. Forse anche per questo torno spesso nella terra d’origine, quasi per un…

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Riprendo il discorso interrotto ieri su Caio Trebazio, illustre giureconsulto di Elea Velia. Riferisce il suo biografo che è un grande uomo di cultura e che inizialmente andrà alla scuola della filosofia, ma da questa corrente lo allontanò il suo amico Cicerone, seguace della filosofia stoica, come più consona allo studio delle lettere, Cicerone lo aveva in tale considerazione che lo RACCOMANDÒ A CESARE AL TAMPO DELLA GUERRA CON I DAKÌLLI, IL QUALE DOPO AVERNE RICONOSCIUTO IL MERITO GLI FECE DARE LO STIPENDIO di tribuno dei soldati, risparmiandogli, però la pena di esercitare tale carica. Fra le tante virtù Trebazio…

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Il prestigioso periodico di attualità e cultura NUOVO MERIDIONALISMO, a cui collaboro da alcuni mesi, pubblica nell’ultimo numero un mio articolo dedicato a Caio Trebazio Testa giureconsulto di Velia, che disponeva di una villa lungo la strada da Velia a Ceraso, dove spesso ospitava ospiti illustri della cultura romana (Cicerone, Orazio e Virgilio, Ne estrapolo qui di seguito un estratto, per rendere un omaggio ad Elea, ma anche per stimolare i miei amici s cilentani di recuperare una bella rivista da leggere e propagare.Mi lascio alle spalle il mare e la pianura di Casalvelino, con i filari geometrici dei pescheti…

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“La via della seta” ha gonfiato di desideri l’immaginario collettivo internazionale da quando Marco Polo la percorse con l’intraprendenza dell’esploratore e ne narrò l’avventurosa esperienza ne “Il Milione”. Quello stesso percorso lo ha indagato con l’intelligente “curiositas” della ricercatrice Mariangela Fortezza, una vivace e motivata ragazza di Marmorata di Ravello, che si è laureata in Lingue e Civiltà Orientali all’Università di Urbino con una tesi su “Via della seta: commerci, imperi, viaggi attraverso l’Asia Centrale”, appunto. Di laureati in costiera ce ne sono stati, ce ne sono e ce ne saranno ancora tanti. Ma una laurea in lingua e civiltà…

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Domenica 17, in occasione della Borsa Archeologica del Turismo, il mio amico Dott. Gerardo Siano avrà uno spazio di dibattito, che dedicherà alla pianta del Melograno, come ormai è tradizione da un quinquennio a questa parte. Io sono stato invitato all’evento, ed anche questa è diventata una tradizione. E mi è stato assegnato di trattare il tema sotto il profilo del mito. Le condizioni di Salute e l’età avanzata non mi consentono di essere presente. Ciò nonostante non posso e non voglio rinunziare a dare un mio contributo, pregando l’amico dott. Siano di affidarne la lettura a qualche suo collaboratore/…

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Questa mia poesia è una delle poche conosciute che intendo recuperare e valorizzare ed inserire in una raccolta da proporre per mettere in risalto piazze, slarghi e vie del paese per farne “UN PAESE COLORATO DI POESIA”. Potrebbe essere una ulteriore attrazione per qualificare l’offerta turistica. Lo spero fortemente.No iuorno ietti a Vesali re vierno.Lo viento n’ato poco e me parava:Facia friddo, sciorta, e nevecava;Le pagliosche pariano lenzola.Volavano pe cielo e chiano chianose ìano a pusà pe zimma l’astire l’arbori annuccati pe na festa.No cane mbusso, avaro, agguaiiavaA na crapa ca s’era scapezzata.Ra nu pagliar o assia lo pastor eCo…

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